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Una settimana fa, a quest’ora, il tifoso nerazzurro agognava immagini delle quali non aveva, nella maggior parte dei casi, memoria. Chi a Madrid, chi a Milano, tutti erano arrivati a quella fatidica data sfracellati da un mix di ansia, fibrillazione, presagi oscuri e svuotamento repentino del portafoglio. Ci stava tutto, l’appuntamento era davvero fuori dall’ordinario. Personalmente ho vissuto la trasferta madrilena come un viaggio onirico, dal quale non pensavo fosse possibile risvegliarsi. Ci ho messo 70 minuti per entrare in partita e nei successivi rimanenti venti non ho mai smesso di singhiozzare come un’idiota. Segno che la partita non era una partita come le altre. Sugli spalti ero per fortuna in degna compagnia. A Milano come a Madrid sono esplosi i festeggiamenti folli. Quelli che se non sei un tifoso nerazzurro ti vuoi nell’ordine suicidare, emigrare e cambiare città. Quelli che a Milano di solito si esauriscono in una manciata di ore, quasi fosse un reato pensare ogni tanto alle leggerezze della vita e non al lavoro. Quelli che i tifosi nerazzurri aspettavano da una vita. E che hanno onorato in una notte indimenticabile. Il giorno dopo era ancora il giorno prima. Pochi quelli che si erano abbandonati al sonno (il charter da questo punto di vista offriva un sedile che sembrava fatto apposta per ricordarti che era una notte degna di essere vissuta senza dormire…). Mentre ci scattavamo foto ricordo con chiunque, appesi alle balaustre e avvolti da vessilli nerazzurri le agenzie battevano le prime notizie per rovinare la festa. Mourinho se ne va (ma dai, non pensavo! Non l’aveva forse dichiarato da mesi e non era venuto sotto la curva per salutarci?). E se ne va anche Milito (Principe o Principe! Dopo le tue prestazioni anche una parola sbagliata riacquista il suo giusto significato). E ovviamente anche Maicon. Poi Sneijder. Magari Moratti chiede a Perez di scambiare proprietà. Fermi tutti. Riavvolgete il nastro. E’ un consiglio. Mou non ha tradito nessuno e non c’era momento migliore, per come è fatto lui, per andarsene. E che i giocatori dell’Inter non siano in vendita Moratti l’ha fatto chiaramente capire. Senza possibilità di intavolare sterili discussioni. Anche in questo i nerazzurri hanno obiettivamente voltato pagina. C’è un’intera estate per vociferare di passaggi, cessioni e acquisti. Tempo al tempo. Riavvolgete il nastro. Tornate a quegli incredibili 90 minuti. Al secondo goal del Principe. Una settimana fa, a quest’ora, eravamo ad un passo dalla Storia. Ora ci siamo dentro.
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