editoriale

Spregiudicati sul campo. Dal 1999/2000

La reazione dopo il verdetto d’appello si era consumata, da parte del mondo bianconero, in un rumoroso silenzio. Le pene stabilite dal Tribunale di Napoli non lasciavano adito a dubbi. Anzi. Rispetto alla sentenza di primo grado...

Sabine Bertagna

La reazione dopo il verdetto d'appello si era consumata, da parte del mondo bianconero, in un rumoroso silenzio. Le pene stabilite dal Tribunale di Napoli non lasciavano adito a dubbi. Anzi. Rispetto alla sentenza di primo grado aggravavano alcune situazioni (Pairetto e Mazzini) e fotografavano inderogabilmente un sistema marcio e corrotto. Al quale faceva capo Luciano Moggi. Al quale collaboravano e lavoravano in molti. Difficile dire da quanto tempo. Facile immaginare che tutto fosse nato un po' prima del campionato 2004/2005. Quello che, secondo i più ottimisti estrapolatori di messaggi positivi, non aveva subito alterazioni. Già. Pensate i precedenti, di cui non avremo mai le intercettazioni. Anzi, non pensateci. A pagina 108 delle motivazioni si legge "appare indubbio che sia emerso un sistema ben collaudato, peraltro già operante dagli anni 1999-2000, fra soggetti che sulla falsariga di ‘rapporti amichevoli’ (…) ponevano in essere condotte finalizzate a falsare la reale potenzialità di alcune squadre di calcio." Dal 1999/2000. 

In questi giorni sono state rese pubbliche dunque anche le motivazioni. Attese da coloro che desideravano tornare ad aggrapparsi ad una virgola fuori posto per contestare l'irregolarità di tutto un processo. Un metodo, applicato anche dalle difese, che in questo processo ha pagato pochissimo. E a dispetto delle motivazioni della sentenza di primo grado, che peccavano di contraddizioni (e coraggio), queste brillano per un'estrema lucidità. Pagine durissime, che non nascondono rimproveri e appunti a quanto sottolineato nel primo grado di giudizio, ove lacunoso. Per nulla intimorite dalle pagine di giornali che avevano costruito intere battaglie su presunte innocenze. Altro che chiacchiere da bar.

Delle motivazioni, in questi giorni, sono stati già messi in risalto diversi elementi cruciali. In tanti hanno riportato le parti in cui si sottolineava che non vi era traccia di convivialità negli incontri e nelle telefonate tra gli imputati. Il fatto che Moggi, ex dg bianconero, "esercitasse un ruolo preminente sugli altri sodali" con una "spregiudicatezza fuori dal comune". Il fatto che "emerge con chiarezza un ruolo affatto secondario, ma anzi di rilievo nel sodalizio, ricoperto dagli imputati Pairetto, Bergamo e Mazzini, i quali in forza della funzione loro attribuita (i primi due designatori arbitrali, Mazzini vicepresidente Figc) hanno di fatto rafforzato il contesto e l'incidenza del sodalizio che, proprio per la loro funzione e per il loro contributo apicale, ha potuto operare per un lasso di tempo cospicuo con metodiche altrimenti assolutamente irraggiungibili, ovvero la scelta degli arbitraggi delle partite di campionato di serie A, e in parte di serie B, condizionata per precostituire griglie ed in parte per sorteggi indubbiamente ambigui". E poi il ruolo fondamentale delle sim. Un'organizzazione che spesso esulava dal calcio, che difendeva i suoi voleri in ambito federale, che giorno dopo giorno si era fatta consumare da un brutto mostro. La smania per il potere. Arbitri, carriere, favori. Per mantenere il proprio potere i rappresentanti di questa associazione erano disposti a tutto.

Ma queste motivazioni, per chi ha avuto il piacere di leggerle, svelano alcuni particolari interessanti, passati sotto silenzio. Rigettate le eccezioni, nelle motivazioni non si lesinano continue bacchettate alle difese (e al quadro riduttivo rappresentato in parte dalla sentenza di primo grado). Pagina 166. "Si sottolinea che allorché un testimone dichiari di avere ascoltato una frase o assistito un'azione ben precisa, questo aspetto ha rilevanza probatoria ed è ovvio che l'interpretazione della stessa è compito del giudicante e non del teste." Pieno titolo quindi alla testimonianza del giornalista Fabio Monti che aveva riportato i dubbi in merito all'esistenza di un sistema da parte di Giacinto Facchetti, confermati anche dalla testimonianza del figlio Gianfelice ("non può trattarsi di mero pettegolezzo", si legge).

Significativo l'appunto che viene fatto ad altri testimoni (si citano alcuni arbitri tra i quali Tombolini e l'allenatore Ancelotti) di cui si evidenziala quasi serialità delle espressioni usate e del contrasto evidente con il tenore di alcune conversazioni intercettate ad essi attinenti (...) una sostanziale volontà di far passare per normali comportamenti che non lo erano affatto". In evidente contrasto = il vostro universo parallelo non esiste. Non esiste quell'universo di improvvise esitazioni e amnesie che si era palesato nelle dichiarazioni di numerosi testimoni, che sembravano aver dimenticato dall'oggi al domani ogni cattivo pensiero formulato in quegli anni bui. Non esiste quell'universo così fortemente popolato e perfezionato negli anni, nel quale tutti erano colpevoli e per questo tutti meritavano l'innocenza. Non esiste. Non più.

Non esistono più appigli. Non quello che recitava che non esistessero partite truccate. Se ne citano ben 8. Udinese-Brescia (1-2), Juventus-Lazio (2-1), Fiorentina-Bologna (1-0), Bologna-Juventus (0-1), Juventus-Milan (0-0), Cagliari-Juventus (1-1), juventus-Udinese (2-1), Roma-Juventus (1-2). Non esiste purezza, né buona fede. Le griglie erano fraudolente, la designazione degli assistenti pilotata. I mass media erano al servizio del sistema Moggi. Anche quest'ultima considerazione non si legge da nessuna parte. Quasi fosse un atteggiamento normale. Quasi non stupisse nessuno. Sono i bianconeri che hanno seguito con apprensione questo processo i protagonisti della più grande contraddizione di questo processo. Paladini dei propri colori e strenui difensori di Moggi. Quello stesso Moggi scaricato dalla Juventus, come se agisse per propri interessi personali e questi nulla avessero a che fare con le vittorie della squadra di Torino. Semplici coincidenze. No, non esitono più nemmeno quelle. Il risveglio del mondo bianconero deve essere stato brutale e frustrante. Scoprirsi improvvisamente così. Spregiudicati sul campo. Dal 1999/2000.

Twitter @SBertagna