Due vittorie non fanno una guarigione. Abituati ormai a custodire con preziosa sollecitudine i tre punti quando arrivano (nella speranza che non siano solo un fortuito caso), prendiamo atto che anche quest'anno la ricostruzione (per intenderci quella durante la quale è già possibile intravedere una direzione e dei risultati) è ancora lontanissima. Sabato contro il Parma (una squadra altresì decimata dagli infortuni) l'Inter ha mostrato ancora una volta i suoi enormi limiti. Mentali e di campo. Ha cercato una reazione nell'unica arma della quale dispone quando le cose si mettono male (spesso, purtroppo): l'improvvisazione. L'affanno nel tentare di ribaltare il risultato ed un solo tiro in porta rendono bene la misura di ciò che siamo. Un vorrei ma non riesco. Incatenati alla mediocrità, (ri)sprofondati in antiche paure.
editoriale
Squadra improvvisata, confusione e antiche paure
Due vittorie non fanno una guarigione. Abituati ormai a custodire con preziosa sollecitudine i tre punti quando arrivano (nella speranza che non siano solo un fortuito caso), prendiamo atto che anche quest’anno la ricostruzione (per...
La domanda vera è se esista una soluzione a tutto questo. Una soluzione concreta, razionale, da adottare subito. Ci vorrebbe un libretto d'istruzioni che dicesse come meglio agire in questi casi. Come ritrovare la fiducia, come smettere di prendere gol dopo pochi minuti nel black out più totale. Disegnare immediatamente un'inversione di tendenza si rende ora più che mai necessario affinché non si passi ad uno stato mentale irreversibile. Sentirsi perduti. Rischiando di non poter più rialzare la testa. Probabilmente, come spesso accade in situazioni che si trascinano da anni senza che si intervenga subito in maniera decisa, non c'è un unico problema (e colpevole), ma più fattori concatenati e concatenanti. Sfumature che si sovrappongono e che aggravano la situazione.
Walter Mazzarri non è in una situazione facile. Continua a ripetere che c'è molto da fare e da lavorare. Lui è uno che su questo aspetto non si è mai tirato indietro. La domanda è, però, per quanto ancora sarà necessario attendere? Quando riusciremo a intravedere un gioco dai contorni dignitosi, un'idea perfettamente tradotta in campo, una squadra psicologicamente forte? Gli infortuni ci sono ma non possono essere da soli il motivo di tanto squallore. La rosa nerazzurra non può obiettivamente essere peggio di quella del Parma. Se è così, ci rifiutiamo di crederlo. Non aiuta forse nemmeno la "confusione" tattica creata da WM nel secondo tempo (anche se è lecito pensare che volesse provare un tutto per tutto). Smontare il centrocampo ci ha reso ancora più vulnerabili. Inserire Bonazzoli (ottimo, bisogna provarlo) senza togliere Palacio è un'azione che ha del coraggio e si autocensura allo stesso tempo. Un vorrei ma forse in fondo non ci credo nemmeno io. Va benissimo provare i giovani, ma forse per ottenere un risultato il più possibile positivo sarebbe indicato provarli almeno nel loro ruolo (quindi Bonazzoli ala destra forse non è stata un'ottima idea e Camara inserito negli ultimi istanti avrebbe potuto ricoprire una posizione che gli è nota). Bisogna essere coraggiosi anche nelle intenzioni, non solo nelle azioni. Il distacco con i tifosi sta raggiungendo livelli non immaginabili e la versione che WM offre nel post partita di quanto visto non coincide mai con l'impressione generale. Forse non è nemmeno più il caso di dire "dobbiamo giocare da Inter". Che cosa è diventata l'Inter? L'Inter non è questa, finché non risaliremo la china c'è da lavorare come e più di una "provinciale" qualsiasi. Consapevoli di essere una squadra che non può permettersi ulteriori cadute. Che deve lottare alla morte come fanno tutte le squadre che ci affrontano. Ci specchiamo nel momento negativo di Palacio. Da giocatore che fa la differenza ad uno qualsiasi. Anonimi e perdenti. Senza smalto. Prima di ricordarci che siamo l'Inter dobbiamo tornare a ricordarci che cosa è una squadra. Noi non lo siamo. Ed è per questo che ci viene così facile perdere con l'ultima in classifica.
Twitter @SBertagna
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