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Un Meazza così pieno non si vedeva da (troppo) tempo. Effetto derby. Effetto Mancio. Il ritorno di Mancini ha riacceso gli entusiasmi gonfiando di aspettative la partita più attesa dalla città meneghina. Antica e decaduta Scala del calcio. Il ritorno del Mancio sulla panchina nerazzurra ha portato una ventata di nostalgia per quei tempi ormai andati. E' bastato un attimo per riprendere in mano l'album fotografico zeppo di figurine eccellenti. Sogni ormai proibiti. Istantanee impolverate.
Prima del fischio d'inizio, era sembrato tutto come una volta. La sciarpa del Mancio, i cori a celebrare il suo ritorno, lo stadio che scoppiava. Prima del fischio d'inizio, la partita idealizzata nei cuori dei tifosi aveva linee bellissime. Sfumature pregiate. Contorni precisi e senza sbavature. Non come il gol sbagliato da Icardi. Non come la traversa centrata da El Shaarawy. E' stato il derby degli errori. Delle imprecisioni. Ed è finito in pareggio perché nessuna delle due squadre è riuscita ad approfittarne con il giusto cinismo. Troppi pensieri concedono poca brillantezza. E i pensieri che pesavano sul Meazza erano tanti.
Il Mancio è tornato su quella panchina che lo aveva reso protagonista per tanti anni. Oggi è un Mancio più pacato. Consapevole di dover portare al più presto, nel gruppo e nel gioco, un cambiamento. Tirare una linea che allontani il passato il più velocemente possibile. Preparare la rivoluzione immaginata da Erick Thohir e sognata dai tifosi. Ritornare a vincere. C'è tutto questo nelle aspettative che hanno colorato il derby di domenica sera e nelle domande del post partita. 90 minuti sono pochi per definire una svolta. Alcuni giocatori sembravano imbrigliati. In testa l'ordine di giocare la palla velocemente, nei piedi l'abitudine al possesso con troppi tocchi. Ora ci vuole pazienza. E' necessario contenere l'irruenza delle aspettative. Della sera del derby è rimasta la speranza di un miglioramento. Nuove idee e antiche sicurezze da ripristinare. Mancio e l'Inter, un bestseller che non smette di piacere. Stessa storia, stesso posto, stesso bar.
Twitter @SBertagna
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