editoriale

Strama, quali sono le tue colpe? Che tutti prendessero esempio da Stankovic!

Alessandro De Felice

Non ci sono forse più parole. I fischi sono la giusta sintesi di quello che si prova guardando questa Inter. Il leit motiv è sempre lo stesso: gli avversari attaccano e pressano a tutto campo nel primo tempo e poi dopo il riposo, l’Inter...

Non ci sono forse più parole. I fischi sono la giusta sintesi di quello che si prova guardando questa Inter. Il leit motiv è sempre lo stesso: gli avversari attaccano e pressano a tutto campo nel primo tempo e poi dopo il riposo, l'Inter tenta il tutto per tutto ma non riesce a risolvere la gara. Basterebbe fare il copia incolla dell'analisi delle ultime quattro o cinque gara per vedere che la storia è quella. Se il Bologna avesse finito il primo tempo in vantaggio, non si sarebbe scandalizzato nessuno, essendo i felsinei più in palla. La reazione del secondo tempo, nonostante un ottimo Curci, è troppo poco per una squadra che mira realmente al terzo posto. La mancanza di una punta vera e propria poi fa il resto. Ogni azione di gioco viene vanificata dall'assenza di un uomo d'area di rigore. Addirittura sul finire di gara è Ranocchia che va a fare la prima punta, riportandoci con la testa ad un calcio anni '60 in cui lo 'spilungone' di turno, in caso di astinenza offensiva, andava a portare il proprio supporto in attacco.Gli uomini in campo sembrano lasciarsi andare ad un pericoloso lassismo. Entrano in campo ma non sono consci di ciò che debbono fare. Trotterellano per il campo, sbagliano passaggi, non si preoccupano di intervenire con grinta sugli avversari. La sintesi della gara è quando Ranocchia fa il velo a Carrizo, senza che questi gli abbia chiamato il pallone, e Gabbiadini per poco non sigla il gol del vantaggio. Siamo spenti, abulici e sottotono.Gli uomini in campo poi fanno il resto: veder giocare Gargano, Schelotto e compagnia cantante, ripensando ai giocatori che sino a poco tempo fa occupavano i tasselli di centrocampo fa venire i brividi.Il massimo del massimo poi è veder calciare le punizioni a Gargano. Non ce ne voglia il centrocampista uruguagio, ma pensare che un giocatore dai piedi non finissimi, sappia battere anche le punizioni è pura utopia. In campo in quel preciso momento c'erano Kovacic, Guarin e Cassano. Gente che sa come si batte le punizioni. Perchè non far tirare loro piuttosto che il farraginoso centrocampista ex Napoli?

STRAMA. Il calcio non è una scienza esatta e col senno di poi siamo tutti bravissimi a parlare. Ma vedere Gargano, al fianco di Stankovic a centrocampo, impostare l'azione, qualche dubbio te lo fa venire. Perchè lasciare nuovamente Kovacic in panchina? Il rischio di bruciarsi è quasi nullo. Tutti sono pronti a giustificare un ragazzino di 18 anni neo arrivato nel campionato italiano, cosi come si fa giustamente con Benassi, sacrificato in un ruolo propriamente non suo.In assenza di punte poi perchè non rischiare il tutto per tutto, inserendo un giovane della Primavera in avanti? Tanto peggio di cosi non può andare.Ultimo fattore: colpa del tecnico se la squadra ogni volta che approccia una gara è moscia, oppure dovrebbero essere i giocatori stessi a fare mea culpa e a prendersi le proprie responsabilità una volta per tutte?Questo allenatore ha poca esperienza di sicuro, ma con assoluta certezza possiamo anche affermare che gli uomini a sua disposizione non sono certo i Thiago Motta, gli Sneijder e gli Eto'o. Ricordi di una squadra che non c'è più.

LA GRINTA DI DEKI. Merita una menzione particolare Dejan Stankovic. Non avrà la freschezza di un tempo, non sarà dinamico come una volta, ma la grinta quella non manca mai. Che sia d'esempio per tutti gli altri compagni di squadra che entrano molli su ogni pallone e perdono ogni contrasto. Quando urla in faccia a Diamanti come un invasato, riesce a farti bollire ancora il sangue nelle vene, occluse dalla 'mosceria' di tutti gli altri dieci protagonisti in campo.Almeno la grinta, non vi chiediamo altro.