editoriale

Tanto così

Sabine Bertagna

È un Inter che a tratti fa arrabbiare, quella vista contro il Parma. Lo è per un vago senso di impotenza che ci serra il fiato mentre, azione dopo azione, fatichiamo a vedere equilibrio e logica in ciò che avviene in campo. Lo è nella...

È un Inter che a tratti fa arrabbiare, quella vista contro il Parma. Lo è per un vago senso di impotenza che ci serra il fiato mentre, azione dopo azione, fatichiamo a vedere equilibrio e logica in ciò che avviene in campo. Lo è nella sterilità offensiva. Lo è soprattutto in quella cavalcata di Sansone che con la palla al piede si fionda indisturbato verso la nostra porta e segna. Nessuna colpa a Samir Handanovic, senza ombra di dubbio il migliore in campo. Glaciale nel riprendere posizione anche nelle azioni più concitate. Un portiere quasi divino al quale prima o poi dedicheremo dei sacrifici, per ringraziarlo di essere così sopra le cose terrene. In questo momento ne abbiamo bisogno.

Il secondo tempo, Stramaccioni lo ammette subito, è orripilante. Se nelle precedenti partite c'eravamo attaccati a scampoli di giustificazioni, in questa non ne troviamo nessuna. Se non forse l'assenza di Cassano, che al momento è una pedina irrinunciabile nel nostro gioco. Tant'è. Abbiamo una squadra e questa deve girare. Il caso Wes ci ricorda, se mai ce lo fossimo dimenticato, che una rosa come la nostra non può più permettersi di questi tempi la dipendenza da un solo giocatore. Il problema non è solo la lentezza di Alvarez. Milito e Palacio fantasmeggiano, Cambiasso ottimo nel primo tempo cede anche lui nel secondo alle logiche della partita, Juan Jesus e Nagatomo sempre in difficiltà. Guarin tenta ostinatamente di perforare la porta avversaria e anche se spesso ciò gli riesce maluccio ci tengo a difendere quel barlume rabbioso che lo spinge comunque a lottare. Fino alla fine.

In questo quadro è necessario tornare a lavorare, anche se sono sicura che non si era mai smesso di farlo. Bisognerà prendere atto di questa sequenza negativa con serenità e decisione. Risolvere interrogativi di tipo tattico. Rispondere a quelli prettamente motivazionali. Le partite si vincono anche con l'orgoglio. Se c'è delusione per l'attuale momento nerazzurro questa deriva senz'altro dalla cornice del campionato. Dove una Juventus, appesantita quest'anno dall'impegno europeo, perde i colpi. Dove le squadre si rincorrono, frenano, non brillano per più di una manciata di partite. È evidente che ora l'Inter debba isolarsi dalla classifica e ritrovare solidità e crescita (le due parole chiave delle 10 vittorie nerazzurre). Ma è legittimo pensare che per spiccare in questo campionato sarebbe bastato davvero un niente. Forse solo tanto così.

Twitter @SBertagna