editoriale

Tanto è sempre Carnevale

Mentre i ragazzi della Primavera si aggiudicavano il settimo trofeo del Viareggio battendo il Verona in finale, a Milano, in una sala di un cinema, si proiettava in anteprima il film su un grande Capitano nerazzurro. Javier Zanetti, detto Pupi,...

Sabine Bertagna

Mentre i ragazzi della Primavera si aggiudicavano il settimo trofeo del Viareggio battendo il Verona in finale, a Milano, in una sala di un cinema, si proiettava in anteprima il film su un grande Capitano nerazzurro. Javier Zanetti, detto Pupi, detto l'Inter. Finire sul grande schermo non è da tutti. Il film-documentario (che verrà proiettato il 27 febbraio nelle sale dei cinema) è un susseguirsi di testimonianze emozionate ed emozionanti che raccontano la storia di Javier, un giocatore straordinario nella sua apparente normalità. Lui che da ragazzino era magrolino e, dicevano, con le gambe troppo sottili per giocare a calcio. Lui che non ha mai accettato la sconfitta. Lui che è rimasto e con l'Inter ha vinto tutto. JZ4ever.

Ma torniamo ai ragazzi della Primavera e alla vittoria della Coppa Carnevale. I numeri sono devastanti. Il settore giovanile dell'Inter, giustamente applaudito da Ausilio e da Mancini presenti alla finale del Viareggio, può vantare 38 trofei vinti. Numeri che non riescono a raccontare per intero il grande lavoro svolto da tutti a partire da Roberto Samaden, responsabile del settore, ma che di certo si avvicinano a farlo. Non solo trofei. A Interello si formano giocatori. PuscasBonazzoli si affacciano alla serie che conta e nonostante le polemiche degli ultimi giorni sulle presunte negatività del nostro settore i fatti dicono altro. Raccontano, tra le tante cose, di una sinergia importante con Roberto Mancini che in questi giovani crede. Non tanto per poter vantare una rosa anagraficamente più giovane ma perché anche loro diano un contributo alla causa nerazzurra. Si scrive speranza. Si legge rivoluzione.

Sono stati giorni pieni di parole dette a sproposito (un Carnevale sopra le righe), sfociate in un dibattito sterile che non riesce a far crescere il nostro calcio. Affossato dai soliti partiti che si contrappongono e che non fanno nulla per prendere decisioni serie. Attaccato a finti problemi. Passeremo la vita a discutere senza mai trovare una soluzione. Tutto questo ha inevitabilmente messo un po' in ombra la vittoria dell'Inter contro l'Atatlanta (ma anche il pareggio a San Siro del Milan contro l'Empoli). Una vittoria di carattere, che ha messo in luce i punti fermi del gioco di Mancini. Fredy Guarin è stato assoluto protagonista e con i suoi gol pazzeschi ha messo a tacere i brontolii continui che il pubblico di Bergamo ha inscenato per tutta la partita sugli spalti. Ancora una volta si è visto come l'approccio alla partita (il rigore pronti via è stato ovviamente un toccasana) abbia determinato molto del suo conseguente andamento. Errori se ne fanno ancora ma l'impressione che il lavoro del Mancio stia emergendo è sempre più nitida. Lui, in fondo, ne era sicuro anche quando perdevamo. La pazienza nel calcio non esiste. Qualcuno, prima o poi, dovrebbe proprio inventarla.

Twitter @SBertagna