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"Moratti vuole una reazione e noi gliela daremo." Queste le parole di Claudio Ranieri nella conferenza che introduce i nerazzurri al clima di Napoli-Inter, impegno ostico almeno quanto gli altri. Al momento lo sono un po' tutti. Moratti vuole una reazione nonostante, come ribadisce il tecnico nerazzurro, la partita a Marsiglia gli sia piaciuta. C'è apparente tranquillità sul rapporto con la società e comunqueanche non fosse così Ranieri ha sessant'anni e la sa lunga. Lo verrebbe forse a raccontare a voi alla vigilia di una sfida così delicata? Per lui e per l'Inter?
"Non mi sento a rischio, so di avere la fiducia della società, so dove ho preso la squadra all'inizio e dove stiamo andando, so che peggio di così non può andare e che alla fine del buio c'è sempre la luce." Tradotto, non c'è più tempo per brancolare nel buio. Bisogna trovare l'uscita, la prima utile, quella più vicina. Bisogna trovarla a tutti i costi. Anche perché nel linguaggio morattiano la richiesta di una reazione equivale a qualcosa di piuttosto forte. Non più rimandabile.
Si va a Napoli con scelte più o meno obbligate e con un modulo che ci verrà svelato poco prima della partita. Si mormora che lì davanti potrebbero giocare Forlan e Milito, di un presunto 4-3-1-2, della conferma di alcuni giovani come Poli e Faraoni. L'ansia da prestazione non servirà, bisognerà essere concentrati, cinici e battaglieri. Favorire quella meravigliosa dea bendata, che da settimane si rifiuta di incrociare il nostro sguardo. Sfruttare la più piccola incertezza dell'avversario. Fare come avevano fatto i napoletani all'andata. Vincere immeritatamente (quella sì che fu una rapina). In questo campionato dove l'equilibrio e la qualità oscillano inesorabilmente verso il basso, seguendo un andamento piuttosto casuale, basta poco per emergere. Siamo a 1 punto dal Napoli, reduce da una grande vittoria contro il Chelsea. E' tempo di reagire, come chiede il Presidente. Non importa brillare. Importa solo ed esclusivamente una cosa. VINCERE.
Twitter @Sbertagna
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