editoriale

Terzo posto? Non scherziamo. Forlan, gli allenamenti non portano punti

Giovanni Montopoli

“La coperta è corta” aveva dichiarato in tempi relativamente non sospetti Claudio Ranieri. La coperta non solo è corta ma è anche troppo leggera. Nella gara del Franchi – gara che ha evidenziato ancora una volta tutti i limiti della...

“La coperta è corta” aveva dichiarato in tempi relativamente non sospetti Claudio Ranieri. La coperta non solo è corta ma è anche troppo leggera. Nella gara del Franchi – gara che ha evidenziato ancora una volta tutti i limiti della formazione nerazzurra – gli uomini di Stramaccioni escono dal terreno di gioco con un punto striminzito. Punto che poteva magicamente trasformarsi in zero se Julio Cesar non avesse rimediato alla sua leggerezza parando il calcio di rigore eseguito non proprio egregiamente da Lialijc. 

ACCANIMENTO TERAPEUTICO – Non è bello sparare sulla Croce Rossa, ma dopo un intero campionato, con due soli gol all’attivo, una serie di infortuni al limite dell’umana sfortuna e una forma stratosferica ostentata sempre e solo in allenamento, potremmo anche fare a meno di accanirci sul povero Forlan. La sua storia, quella dell’attaccante venuto in nerazzurro per non far rimpiangere Eto’o comincia a dar noia così come la cantilena che impone pazienza perchè "dobbiamo recuperarlo". È importante recuperarlo vero, ma è altrettanto importante non perdere un altro giocatore tipo Pazzini, passato in pochi mesi da salvatore della patria a oggetto misterioso. Per età, capacità realizzativa e prospettiva futura, probabilmente per le ultime gare, sarebbe più opportuno chiedere un lavoro di sacrificio (visto che anche Forlan gioca "tecnicamente fuori posizione") a un classe ’84 piuttosto che a un calciatore che probabilmente è impegnato nel recitare il canto del cigno. 

FARO NELLA NEBBIA – se l’attacco rappresenta la nota dolente dell’annata nerazzurra (Milito a parte), qualcosa di buono – finalmente – comincia a vedersi a centrocampo. Andrea Poli cresce di partita in partita per carattere, sicurezza, giocate e  determinazione. È lui, oggi come oggi, il perno inamovibile del centrocampo nerazzurro. Onnipresente nella zona nevralgica del campo, dovranno essere bravi Branca e soci a costruire attorno all’ex blucerchiato il centrocampo del futuro e far si che il ragazzo non rimanga una meteora stagionale.

CHI LO TOCCA SI BRUCIA? – ago della bilancia, giustiziere di Benitez, Gasperini e probabilmente Ranieri. Wes è tornato, abile (?) e arruolabile (?). Adesso la patata bollente passa nelle giovani mani di Stramaccioni che dovrà stare attento a non ripetere gli stessi errori (?) dei suoi predecessori. Se il fantasista ha voglia di voglia di tornare ad essere determinante come sa fare non gli resta che rimboccarsi le maniche per questo finale di stagione e iniziare a correre. I debiti di riconoscenza sono ai titoli di coda, finalmente.

NESSUNA ILLUSIONE – la matematica non ci ha ancora condannato, il terzo posto non è irrangiungibile, ma andiamo, non raccontiamoci che possiamo farcela, non dopo l'opaca prova del Franchi (contro una Fiorentina decimata). Neanche il più ottimista degli ottimisti riuscirebbe a pensare di raggiungere la terza posizione quando, a 5 partite dal termine della stagione, mancano due gare con altrettante dirette concorrenti (o presunte tali Udinese e Lazio) entrambe fuori casa e soprattutto il derby alla penultima giornata (che potrebbe comunque regalarci qualche soddisfazione). Certo, tutto è possibile, mai arrendersi e gettare la spugna prima del suono della campana, ma un minimo di realismo - almeno quello - concedetecelo.

Twitter: @GioMontopoli