editoriale

Think Different

Giovanni Montopoli

“Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra”. Così commentava Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica, il giorno della liberazione di...

“Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra". Così commentava Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica, il giorno della liberazione di Milano nel 1945.

La notizia è di quelle che sorprendono tutti gli sportivi a prescindere dai vessilli di appartenenza: Gennaro Gattuso è malato. Una paralisi del nervo cranico lo ha costretto allo stop e forse potrà tornare a giocare a calcio fra circa 4 mesi, nella migliore delle ipotesi. L’immagine della sua ultima conferenza stampa, in cui ha annunciato il suo stato di salute, trasmette tenerezza nei riguardi di un ragazzo che si trova ex abrupto a dover lottare con un avversario sconosciuto e per questo ancor più temibile. Ancor di più ci meraviglia che sia stato colpito un solido guerriero come il cugino Genny.

Ora, il rischio di poter risultare impopolari è alto, altissimo, ma è l’indifferenza il concetto che non deve passare.Il mio cuore - nerazzurro fino alla morte – sicuramente non sprigiona troppa simpatia (sportiva sia chiaro) per il centrocampista rossonero, avversione inevitabilmente dovuta alla casacca che indossa. Un’avversione che è anche il sale della rivalità calcistica, se gestita in maniera civile e nel rispetto comunque dell’avversario. Più o meno è lo stesso sentimento che altri tifosi per anni hanno destinato a Marco Materazzi, quando indossava la maglia nerazzurra. Ma un semplice cambio di casacca ha cambiato di colpo i sentimenti dei tifosi e, con l’uniforme della Nazionale nel Mondiale teutonico, è divenuto il paladino delle truppe lippiane, guidandoci alla conquista del titolo e facendo urlare il suo nome fino a perder la voce, quando dopo esser andato in cielo, ha spedito quella palla alle spalle di Barthez.

L’antagonismo, quello sano, quello dettato dalla passione, non deve forzatamente distruggere, può esprimersi in forme ben più elevate, forme che probabilmente per Dna noi coviamo dentro fin dal giorno in cui ci siamo innamorati della squadra che non uno a caso ha definito “La Beneamata”.

Come la storia insegna, è fondamentale avere un eroe da sostenere, certo, ma anche un antagonista che con la sua tenacia e forza contribuisca a rendere più bello ed epico il successo del nostro protetto. Ci vengono in mente Davide e Golia, Achille ed Ettore, Argante e Tancredi, Scaramouche e De Maynes. Ecco, Gennaro Gattuso è uno di quegli antagonisti che, una volta sconfitti, ci fanno assaporare pienamente il gusto del successo, della sfida ad armi pari, dello scontro anche violento, ma sempre leale. Una persona che incarna, come il nostro eroe buono Matrix, le qualità dello sportivo vero, genuino, dell’uomo “normale” che lotta e dà l’anima per difendere la sua causa e i suoi colori, anche negli eccessi e negli episodi meno piacevoli.

Il sottoscritto e tutta la redazione di FcInter1908.it augurano a Gattuso una pronta guarigione, e speriamo di vederlo in campo il prima possibile perché, vincere il derby con lui in campo ha un sapore particolare. Nocerino e Van Bommel, con tutto il male che possiamo voler loro, sono ben lungi dall’appagare la nostra sete di sfida all’ultimo sangue, quindi Gennaro non fare scherzi e torna presto sul campo di battaglia!

Giovanni Montopoli - Lorenzo Roca