editoriale

THOHIR, benvenuto in Italia: è sempre e comunque crisi Inter

Daniele Mari

C’è una squadra che a inizio anno era stata progettata per il Triplete, per competere con le big europee in Champions League e “vincere il campionato ad ottobre” (cit Antonio Cassano). Quella squadra è stata appena eliminata...

C'è una squadra che a inizio anno era stata progettata per il Triplete, per competere con le big europee in Champions League e "vincere il campionato ad ottobre" (cit Antonio Cassano). Quella squadra è stata appena eliminata dalla Champions League alla fase a gironi, estromessa dopo aver vinto la miseria di una partita (contro il Copenaghen in casa) in un girone tra i più facili in assoluto.

Ce n'è un'altra che, a metà dicembre, è a -22 dalla vetta (- 22!), ha passato il girone di Champions League per il rotto della cuffia e si è inventata il doppio amministratore delegato per non pagare la buonuscita al vecchio AD e non scontentare la figlia del boss. Nel frattempo i due vivono da separati in casa, salutandosi a malapena.

Ma le prime pagine dei giornali sono tutte per l'Inter e per la sua evidente e profonda crisi. Quale crisi vi chiederete voi? Questo non è dato saperlo. La società è passata di mano, Erick Thohir è il nuovo presidente, ha annunciato rinforzi a gennaio e ha parlato di un anno di transizione, in cui l'obiettivo è tornare in Europa. "Se dovesse arrivare il terzo posto anche meglio", ha detto Thohir. Una frase ovvia, aggiungo io. Eppure questa frase è stata storpiata, trasformata in una sorta di diktat per Mazzarri e ora si parla addirittura di frattura interna alla società.

Banalmente ci chiediamo: quale società? Thohir la sua società la sta ancora creando e dubito fortemente che Williamson, Shreve o Horowitz abbiano problemi con il nuovo boss. Frattura con i Moratti? Frattura con Massimo Moratti? Anche in questo caso siamo nel campo totale delle ipotesi. Moratti non è più il proprietario del club e, in attesa che Thohir nomini il suo "uomo forte", è ovvio che nelle occasioni ufficiali siano presenti i suoi uomini e non quelli della famiglia Moratti.

Frattura con la vecchia dirigenza? Fassone è stato nominato direttore delle 4 macro-aeree, Branca e Ausilio sono regolarmente al loro posto a giocarsi la conferma "sul campo". Dove sarebbe la frattura? Pretendere da Thohir una rivoluzione già compiuta ad un mese dall'insediamento sarebbe utopico e poco serio.

Per non parlare del presunto immobilismo sul mercato. "Cedere prima di comprare" è un modus operandi valido per tutti i club del mondo tranne il Psg (le cui magie in tema di FPF fanno rabbrividire), visto che persino il super Real Madrid si è autofinanziato l'acquisto di Bale con cessioni illustri come quelle di Higuain, Ozil, Albiol e Callejon.

Si metta il cuore in pace il buon Thohir. Mentre la Juve esulta per l'eliminazione dalla Champions, propedeutica alla conquista del "tripletino", è sempre e comunque crisi Inter.