editoriale

Tra i nerazzurri c’è…

Sabine Bertagna

…un giocatore che si chiama Javier Zanetti. Faccia da bravo ragazzo, professionista infaticabile, bandiera indiscussa della Beneamata. Ogni aggettivo è superfluo per descrivere il giocatore che rappresenta la storia nerazzurra come nessun...

...un giocatore che si chiama Javier Zanetti. Faccia da bravo ragazzo, professionista infaticabile, bandiera indiscussa della Beneamata. Ogni aggettivo è superfluo per descrivere il giocatore che rappresenta la storia nerazzurra come nessun altro. Il Capitano ha la forma fisica di un ragazzino e i suoi recuperi fanno tremare il Meazza nella sera che celebra le sue 519 presenze. Lui come lo zio. Un'intuizione di Moratti che giorno dopo giorno si è confermata come una scommessa riuscita. Le lacrime di Javier nel giorno della vittoria della Champions League sono le lacrime di chi ha vissuto i momenti peggiori, non si è perso d'animo e si è rialzato. Con una tenacia senza precedenti. Con un'umiltà imbarazzante. Javier è un alieno dal cuore buono. Uno che non solo ha dei valori ma che li intepreta giorno dopo giorno in campo e nella vita privata con la dedizione più assoluta. Fa beneficienza. Non salta un allenamento. Corre, imposta e via di nuovo dietro al pallone. Tu lo guardi e pensi: ma quanti anni ha il Capitano? Da dove la prende tutta questa forza? Poi guardi la sua faccia pulita e pensi a quante somiglianze ci siano tra lui e Giacinto: questo è il calcio che ci piace. Troppe parole, troppa retorica. Uno come lui bisognerebbe semplicemente clonarlo. 11 Zanetti, vogliamo 11 Zanetti...

GRAZIE CAPITANO.