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Il progetto, sempre quello. Ne ha fatto cenno la Curva, domenica, con uno striscione, interrogandosi sull'esistenza di una bozza che prima o poi lo renda concreto. Visibile a tutti. Se lo sono chiesti in molti quando l'Inter, in alcuni frangenti di questa stagione, è parsa una società che navigava a vista. Eppure la conferma di Stramaccioni (a meno di improvvisi colpi di scena, che stavolta sembrano un lontano ricordo) a cinque partite dalla fine del campionato e in pieno aprile è un indizio che rema in questa direzione. Una progettualità non si improvvisa a giugno, nè si disegna sotto l'ombrellone. Gli schizzi devono essere già stati ricalcati più e più volte nei mesi invernali. Affinché stavolta nulla sia lasciato al caso.
I risultati conteranno comunque, da qui a maggio. Potranno dare indicazioni utili e misurare l'orgoglio. Infortuni ed episodi arbitrali a parte, c'è un'inflessione fisica, preannunciatasi alla fine del girone di andata, che va analizzata chirurgicamente. A questa si è aggiunto nel girone di ritorno un calo tecnico determinato dalle cessioni e funestato dagli infortuni degli uomini migliori che Stramaccioni aveva a disposizione. Il mix è stato letale. Non tutto è da buttare, chiaramente. Bisognerà ritrovare le intenzioni migliori e i guizzi più aggressivi. Attuare nella pratica il giusto cambio generazionale. Scoprire il perché di alcuni cali (Guarin, per esempio). Coprire i ruoli scoperti. Tutte ovvietà, direte voi. L'importante è che siano evidenziate nella famosa bozza di progetto. L'eventuale conferma di nuove linfe economiche, pronte a sottoscrivere questa bozza, non potranno che perfezionare le operazioni. Alleggerire i pensieri. Tu chiamale se vuoi, speranze.
Twitter @SBertagna
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