editoriale

Un 2011 da Pazza Inter: le istantanee di FcInter1908.it

Alessandro De Felice

Siamo agli sgoccioli di questo 2011 e come è d’uso fare si tirano le somme. Noi di FcInter1908.it lo abbiamo voluto fare insieme a voi. Quale istantanea vi porterete nel 2012? Ce lo siamo domandati in redazione spolverando ricordi più o...

Siamo agli sgoccioli di questo 2011 e come è d'uso fare si tirano le somme. Noi di FcInter1908.itlo abbiamo voluto fare insieme a voi. Quale istantanea vi porterete nel 2012? Ce lo siamo domandati in redazione spolverando ricordi più o meno avvincenti, fotografie più o meno importanti. Comunque preziosi. Buon 2012 da tutti noi!

Personalmente non posso salutare il 2011 prima di aver dedicato un pensiero a questa strana e amara estate. A quando qualcuno aveva cercato di ricoprire di fango la memoria del Cipe.  A quando tutti voi vi eravate dimostrati pronti a difenderlo scendendo in piazza e dimostrando in ogni sede il vostro e nostro civile dissenso. Abbiamo combattuto insieme, fianco a fianco: sul sito, sui social network, ovunque avesse un senso. Nel 2012 conserverò  questa preziosa istantanea. Una piazza nerazzurra che ama la verità e le sue bandiere. E che non ha paura di difenderle. Grazie per esserci stati quando anche noi non riuscivamo a credere alle insinuazioni velenose gettate al vento. Grazie per averci sostenuto quando negli editoriali non riuscivamo a nascondere la rabbia per qualcosa che non sarebbe mai dovuto succedere. In un mondo civile. Che non smettiamo di aspettare. Sabine Bertagna

Il 2011 è stato un anno davvero bizzarro per noi interisti. L'ennesimo trofeo di un'epopea che molti fanno fatica ad accettare ma che resterà scolpita nella leggenda, una lunga sequela di successi che tutti identificano nel triplete ma che continua ininterrottamente da anni e che anche nel 2011 ha visto capitan Zanetti alzare un trofeo. Ma anche i tre allenatori che si sono alternati sulla panchina e la cocente eliminazione dalla Champions, dopo un sorteggio giudicato "alla portata".Ma il momento del 2011, il momento che segna forse davvero la fine di un ciclo e, si spera, l'inizio di un nuovo corso è la lunga, estenuante trattativa che ha portato alla cessione di Eto'o. Da quel 16 giugno, giorno in cui fcinter1908.it entra in possesso del video con la lunga intervista-confessione di Eto'o in Camerun. Il giocatore ammette di aver ricevuto offerte, parla per la prima volta di un possibile addio all'Inter. I tifosi reagiscono male, c'è chi ci accusa di essere in realtà milanisti travestiti da interisti, ma il tempo è galantuomo e quelle parole d'addio di Eto'o si dimostrano, putroppo, veritiere.Ma l'addio di quello che resterà comunque uno dei più grandi calciatori ad aver indossato la maglia dell'Inter segna sì indelebilmente il 2011 ma non la storia futura dell'Inter. Perché quella deve essere ancora scritta, perchè quella può ancora riservarci grandi soddisfazioni, perché quella non è e non sarà mai legata ad un singolo giocatore.L'addio di Eto'o è forse "l'evento" di questo 2011, ma c'è un nome, anzi un cognome, che nella storia dell'Inter e nel futuro dell'Inter conta più di ogni altro: Moratti. I Moratti hanno segnato, in tempi così profondamente diversi, i due momenti più alti della storia nerazzurra, e quando il legame tra squadra e patron è così profondo, così viscerale da essere totalizzante allora non c'è fair play finanziario che tenga, non c'è bilancio che tenga. Massimo Moratti è il primo tifoso dell'Inter, ma lo è di fatto non solo nell'organigramma societario. E allora ancora una volta, come sempre è stato, è al nome Moratti che l'Inter si affida per costruire un nuovo ciclo vincente. Perché Eto'o non c'è più ma Moratti sì e questo conterà. Deve contare.Daniele Mari

Penso al 2011. chiudo gli occhi e la prima cosa che mi viene in mente è un'aula di tribunale, precisamente quella di Napoli, dove al termine del processo di primo grado il Giudice Casoria legge la sentenza: 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere. Questo l'epitaffio più dolce dopo anni di interminabili chiacchiere ed illazioni. Poi apro gli occhi e quasi per sbaglio lo sguardo cade sul desktop del mio pc dove campeggia la foto del Cipè in maglia nerazzurra con lo scudetto ben evidenziato e il numero 14. tutto il resto viene dopo, la vittoria - la prima - quella più sofferta, è arrivata nel rush finale...dolce e candida come la prima neve.    Giovanni Montopoli

Una delle emozioni più belle del 2011 è stata vedere l'Inter ribaltare il risultato in casa contro il Palermo grazie al neo acquisto Pazzini. Un freddo cane allo stadio, il tempo che non passava mai e i rosanero che con due tiri in porta si erano portati sul doppio vantaggio. Poi ci ha pensato 'il Pazzo' a ripristinare la situazione: due gol e un rigore procurato. Semplicemente un giocatore che incarna lo spirito Inter... Marco Rizzo

L'evento del 2011 che ricordo con piacere è datato 6 gennaio 2011: l'Inter, alla prima di Leonardo, batte per 3 a 1 il Napoli. L'Inter aveva ancora due partite da recuperare e aveva da poco vinto la Coppa del Mondo. Da subito la squadra dimostra di essere pronta a dare battaglia alle prime in classifica e a tentare la rimonta. Sul prato del Meazza vengono esposti i cinque trofei vinti per ricordare un indimenticabile 2010 e aprire un nuovo ciclo (?). Simona CastellanoL'episodio del 2011 che più ricordo ha una data: 15/03/2011. L'Inter scende in campo a Monaco di Baviera contro il Bayern per il ritorno degli ottavi di Champions League. C'e' da ribaltare lo 0-1 dell'andata al Meazza. Al minuto 89 Pandev segna il gol qualificazione! Un'emozione e una gioia unica in un 2011 pieno di problemi. 15/03/2011 ultimo sprazzo dell'Inter del "Triplete".  Riccardo FusatoL'episodio del 2011 tinto di nerazzurro che ricordo con piacere è il successo per 5-2 in casa contro il Genoa. Giornata passata al battesimo della figlia di amici. Correva il periodo della grande rimonta sul Milan. Giunti dinanzi alla chiesa l'Inter va in svantaggio (gol di Palacio). Segue la sguaiata esultanza da parte di un manipolo di milanisti sul sagrato che si accingevano ad assistere alla cerimonia. Si spengono le radio ma il mio cellulare no (Dio perdonami...), la mia fida sorellina dallo stadio mi informa sull'evolversi della situazione. All'uscita dalla chiesa i ceffi chiedono urlando al vulgo in modo scomposto: "Cos'ha fatto l'Inter?". Il sottoscritto garbatamente richiama la loro attenzione e, sventolando la mano, replica: "Mi duole informarvi che ABBIAMO vinto 5-2. Andate in pace" Lorenzo RocaIn questo 2011, in realtà non c'è stato un momento che mi ha particolarmente entusiasmato. Anche se adesso è riduttivo, forse l'unico degno di nota è la sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Bayern Monaco all'Allianz Arena. In quella partita si è visto per l'ultima volta qualche sprazzo dell'Inter del Triplete, quella che era capace di sbranare gli avversari e non mollare mai, neanche se si era sotto di 3-4 goal. Ricordo, che in quella squadra c'era ancora un Wesley Sneijder più atleta che tatuatore, un Milito più bomber che attaccante bollito, e direi anche un Eto'o in più, giocatore che in realtà non è mai stato sostituito con innesti dello stesso livello. Già...innesti, quello che la società ha ritenuto di non fare, o al massimo fare con poco criterio. Questo gruppo, poteva non di certo ripetersi con il Triplete, ma certamente ristravincere il campionato se solo si fosse creduto e appoggiato il progetto tecnico di uno dei due-tre allenatori passati sulla panchina nerazzurra negli ultimi 18 mesi. Francesco Parrone

Il mio giorno più nerazzurro del 2011 è la realizzazione di un sogno ed è l'undici dicembre. Dicono che se hai un mito non devi avvicinarlo: potrebbe deluderti, potrebbe non essere come l'hai immaginato, come te l'hanno raccontato. Avevo 12 anni quando arrivò all'Inter e non so perché, appena l'ho visto, anche se il giocatore più importante nel giorno della presentazione non era lui, io l'ho guardato dritto negli occhi e ho sentito che avremmo avuto un rapporto speciale. E' diventato il mio capitano: un punto di riferimento, un esempio, appunto un mito. Sognavo di fare la giornalista e dopo anni di sacrifici è arrivata fcinter1908.it, la mia seconda famiglia, e ha realizzato il mio sogno. Da inviata ho avuto l'occasione di seguire il Pupi Christmas Gala ed è lì che ho conosciuto Javier Zanetti. E lui, dopo avermi insegnato che nella vita se sai aspettarlo arriva anche l'impossibile, mi ha dimostrato che ognuno ha i miti che si merita. E se noi interisti ci siamo meritati uno come Saverio, beh vuol dire che siamo un po' Special. Buon 2012 a tutti e che sia almeno un po' nerazzurro come piace a noi!! Eva ProvenzanoIl momento nerazzurro di quest’anno che ricordo con maggiore piacere è datato 30 Gennaio 2011. "La vittoria della forza e del carattere" l'aveva definita Leo. L'Inter che noi nerazzurri amiamo di più, quella che ci fa soffrire fin oltre il 90', che ci fa sentire in bilico sempre ma che, forse proprio per questo, alla fine ci regala gioie uniche e che rimangono impresse nelle nostre memorie nei secoli dei secoli.Inter - Palermo è la classica partita da "Pazza Inter" che quel giorno però ha avuto un Pazzo in più. E' questa infatti la partita dell'esordio con la maglia nerazzurra di Pazzini, un esordio che, come lui stesso ha dichiarato dopo la partita, "non lo si poteva immaginare così neanche nel migliore dei sogni".Sotto di due goal al termine del primo tempo Leo decide di giocarsi la carta del neoacquisto Pazzini, che nell'ordine entra, segna due goal e si procura il rigore che porterà alla vittoria!… è questa la nostra Inter, è questo lo spirito che ci ha condotti sul tetto del mondo!  Veronica GiulianoRipercorrendo passo dopo passo questo 2011 a tinte nerazzurre non posso che cerchiare con il rosso la data del 29 maggio. In quell'occasione l'Inter di Leonardo ha chiuso l'altalenante stagione con la conquista della settima Coppa Italia allo stadio Olimpico di Roma battendo il Palermo di Delio Rossi per 3-1. Una serata da ricordare per le prodezze di Samuel Eto'o, osannato dal pubblico sugli spalti ad ogni singola giocata, il ritorno al gol di Diego Milito e per l'esplosione di affetto da parte del popolo interista nei confronti dell'allenatore brasiliano che, a ritmo di 'chi non salta è rossonero..', celebrò sotto la curva a fine partita la conquista del trofeo. Per chi, come il sottoscritto, era allo stadio e per chi seguì la partita da casa quella vittoria significò davvero molto e scacciò del tutto il magone accumulato per la brusca eliminazione in Champions e la sconfitta del derby di ritorno con conseguente assegnazione dello scudetto al Milan. Per molti quello poteva e doveva essere il punto di partenza, il pilastro sul quale costruire la squadra del futuro. Così non è stato, la società si è mossa in maniera diversa e i risultati finora non sono stati esaltanti, anche se le ultime vittorie lasciano intravedere un cambiamento di rotta. Non ci resta che accogliere questo nuovo anno con la speranza di tornare ad esultare per la vittoria di un trofeo che, per quanto possa sembrare lontana per chi si è lasciato annebbiare la vista dalle deludenti prestazioni di fine anno, manca solamente dal 29 maggio 2011. Daniele Vitiello

Vi garantisco che tutti i giorni della mia vita si tingono di tonalità nere ed azzurre. Ma alla domanda quale è il tuo momento nerazzurro del 2011 non posso che rispondere che esso è lo stesso in cui ho riscoperto che essere interisti è una rara virtù.  L'annata che ci mettiamo alle spalle non ci ha poi dato tante soddisfazioni. Noi, ormai assuefatti al successo, abbiamo riassaporato bocconi amari, vecchi cigolii, antichi dolori, ravvivato vetuste antipatie, insomma vecchie emozioni. Da un certo punto di vista si è riaffiorato "l'interismo" (più latamente inteso da Severgnini). Ma i dolori, la rabbia, perfino l'agonia che a volte sentiamo a seguire questa squadra (mi correggo più che una squadra di calcio, ma una religione...) non fanno altro che ricordarci che le nostre vittorie non sono mai banali, mai mediocri, ma sono il frutto di ardente passione ed incondizionata fiducia su quella gente.Vi è l'auspicio che l'anno che verrà sia degno della migliore Inter e di grandiose vittorie. Ma il mio vero augurio è che Voi non cambiate mai e che resti tutto com'è sempre stato: interisti. Vincenzo Franzone

Il mio ricordo nerazzurro per il 2011 non è legato ad un fatto di calcio giocato, nè tanto meno al calciomercato, bensì riguarda ciò che amo definire "il vero spirito del tifoso". Sto facendo riferimento a quel moto unito di solidarietà che si è levato dal popolo interista a difesa di una delle ultime bandiere del calcio: Giacinto Facchetti. Sono rimasto veramente colpito quando ho visto che milioni di tifosi nerazzurri in tutto il mondo hanno alzato la voce in un coro unico per slavare la memoria del calcio pulito e lontano dai tribunali rappresentato dallo storico numero 3 della grande Inter. In una realtà frenetica e dominata dal denaro come è il calcio nostrano c'è ancora spazio per i sogni, per l'onestà, per l'amore che un solo calciatore è riuscito a tramandare  a generazioni di tifosi. Il ricordo del mio 2011 rimane questo, con l'auspicio che ciò che caratterizza di più lo sport che noi amiamo, ossia il tifo e la passione degli spettatori, non venga mai adombrato dalla sporcizia e dalla disonestà che cercano di rovinarlo. Marco Tirabassi

E’ stato un 2011 di gioie, vittorie, sconfitte e sofferenze. La cosa che più mi ha entusiasmato in questo anno solare è stato l’approdo di Leonardo in nerazzurro. Il tecnico brasiliano è stato capace di riportare entusiasmo, gioia, divertimento e passione in una squadra che con Benitez vinceva poco e convinceva sempre meno. Inoltre, oltre alle caratteristiche citate in precedenza, con l’ex calciatore, dirigente e allenatore del Milan, l’Inter è tornata a vincere, a realizzare caterve di gol e a sfiorare l’ennesima rimonta pazzesca, come ci ha abituato negli ultimi anni. A proposito di rimonte, ricordo, infine, con piacere, il 2-3 dell’Allianz Arena contro il Bayern Monaco di Van Gaal e il successo per 2-1 al ‘Manuzzi’ di Cesena in una sfida clamorosa che fino all’91’ perdevamo (poi vinta con due reti di Pazzini 92’ e 95’). Dennis Magrì

L'editoriale di domani sarà dedicato ai vostri ricordi nerazzurri: non perdetevelo!