editoriale

UN MURO DI ORGOGLIO

Non si è preso le luci della ribalta, ma ha salutato silenziosamente. Defilato come un ragazzino che si nasconde nella foto di gruppo. In questi nove anni nerazzurri poche parole, ma tante soddisfazioni disegnate sul campo. Nell’intervista...

Sabine Bertagna

Non si è preso le luci della ribalta, ma ha salutato silenziosamente. Defilato come un ragazzino che si nasconde nella foto di gruppo. In questi nove anni nerazzurri poche parole, ma tante soddisfazioni disegnate sul campo. Nell'intervista rilasciata da Walter Samuel a Repubblica (ad A.Sorrentino) c'è tutto quello che avevamo immaginato. Solo che sentirglielo dire è bello. Fa un certo effetto: "Col passare del tempo vedevo che negli occhi degli avversari cresceva il rispetto, il timore, perché arrivavamo noi. Che orgoglio. E le vittorie, tutte, di una squadra matta, ogni partita era sempre aperta fino all'ultimo: mai stati capaci di chiuderne davvero una, noi. E l'atmosfera di San Siro non me la scorderò finché campo. È stato bello. Anche finire adesso, al momento giusto". La storia dell'Inter in poche frasi che raccontano tutto di lui. E di noi.

Il momento giusto. Nel calcio è tutto. Arrivare sul pallone nel momento giusto. Anticipare l'avversario nel momento giusto. Infilare di testa in rete nel momento giusto. Ma anche sapere quando è il momento di smettere di fare tutte queste cose. Anche se il cuore dice l'esatto contrario di quello che suggerisce la testa. Quando si intuisce che non ci sarà più spazio ecco che quello diventa il momento giusto per dire addio. Walter non smetterà di giocare. Ci ha salutato con un nodo in gola. Schivo e fiero. Per tutti quei momenti giusti assaporati in silenzio. Con un orgoglio di altri tempi.

Twitter @SBertagna