Tifosi amareggiati, delusi, increduli. Al 93° della partita contro il Napoli, quella in cui ci giocavamo un obiettivo importante, abbiamo imprecato e preso a calci il tavolino. Siamo andati a dormire sapendo che non avremmo chiuso occhio. La nostra difesa che muore, l'errore di Ranocchia, il lampo di Higuain. Uno che se gli dai appena mezza possibilità non ti perdona. La crudeltà di prendere gol in questa maniera puerile, dopo una buona prova e all'ultimo minuto non è quantificabile né facilmente descrivibile. Quanto male fa, lo sappiamo solo noi.
editoriale
Un pollo, undici polli
Tifosi amareggiati, delusi, increduli. Al 93° della partita contro il Napoli, quella in cui ci giocavamo un obiettivo importante, abbiamo imprecato e preso a calci il tavolino. Siamo andati a dormire sapendo che non avremmo chiuso occhio. La...
Lo sa anche Andrea Ranocchia, bersagliato in questi giorni da critiche molto forti. Critiche che hanno messo a nudo alcune verità (il ripetersi di alcuni errori in difesa, le amnesie, quella poca sicurezza nonostante la fascia di capitano) e che hanno, in alcuni casi, passato il limite. La squadra prende un gol talmente sciocco (e Ranocchia non è il solo a contribuire al disastro) che Roberto Mancini arriva ai microfoni con un'espressione sconvolta. Siamo stati dei polli, balbetta. Un gol così non si può nemmeno commentare. E in quelle parole c'è tutta la fatica di aver preparato una bella gara, seppur con qualche esperimento e con tanti giocatori nuovi (Brozovic, Puskas e Santon, che hanno fatto bene), e di essersela vista distruggere da un'imperdonabile leggerezza. Che. Fatica.
Ci si potrebbe interrogare a lungo sul perché Ranocchia non abbia di fatto mai acquisito quella sicurezza che traccia una linea netta tra un difensore affidabile e uno che ti può commettere errori nei momenti chiave della partita. Non sono stati anni facili, quelli che stiamo cercando disperatamente di buttarci alle spalle. Né per noi, né per lui. Mancini saprà fare le sue valutazioni in merito. Ha preso un'Inter in corsa e sta cercando di raddrizzarne la rotta. Anche la piazza interista dovrebbe fare il suo. Cercare di non comportarsi come se fossimo ancora appesi a quel maledetto 93°. Cercare di non cadere in quel giochetto facile che non porterebbe a molto. Trovare un unico colpevole al quale addossare le colpe, non solo di quella partita, ma di un recente passato calcistico che sta diventando sempre più pesante. E' sicuramente più facile. Ma l'errore di un "pollo" non cancella gli errori di un pollaio. Le squadre vincono e perdono insieme. Non si è mai visto il contrario. Il Mancio dovrà lavorare con particolare attenzione alla testa della squadra nei minuti finali delle gare. Quelli per noi evidentemente più pericolosi. Quando qualcosa si spezza e la squadra spegne il cervello. Dal primo all'ultimo pollo.
Twitter @SBertagna
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