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Cose da campionato italiano. Piccole anomalie visibili solo a chi le vuole vedere. Per la maggioranza va bene masticare notizie già arrangiate, leggere e di facile digestione. Ma noi difficilmente amiamo mescolarci alla folla. E allora vi elencheremo quanto di politicamente scorretto vi è sfuggito in questa stagione. A partire da chi fino a qualche anno fa predicava il fair play finanziario e che quest'estate in totale controtendenza decise di acquistare a destra e a manca (a prezzi di saldo o così ci ha fatto credere), per mantenere una credibilità soprattutto politica. Dopo un Cesena-Milan la stessa persona dichiarava che la sua squadra era vittima di decisioni ad opera di arbitri di sinistra. Pubblicare sul sito ufficiale la regola del fuorigioco non fu una provocazione, bensì una necessità. Per il bene dei nostri arbitri che nel corso della stagione avrebbero dato prova di avere assimilato la lezione piuttosto bene. Nel dubbio quella bandierina è meglio non alzarla. Ma tra gli obittivi non c'era solo l'Italia, si intravedeva anche l'Europa. Peccato abbandonarla così in fretta e per di più lasciando un ricordo macchiato da risse e falli da macellai (che chissà come mai in Italia non vengono fischiati). Peccato veramente, perchè come commentava all'indomani un famoso quotidiano sportivo Fuori i migliori. Ma i migliori stanno per aggiudicarsi lo scudetto, così è stato decretato. E se distogliete lo sguardo dalla capolista noterete che la Roma ha beneficiato di ben 13 rigori. Un dato interessante seguito dai 10 rigori assegnati al Napoli. Le due squadre piangina hanno ottenuto il rispetto che volevano. E poi i rossoneri che da settimane giocano conoscendo già il risultato dei nerazzurri (motivo per il quale l'anno scorso si era sfiorata la rivoluzione). Un derby con un sacco di sviste, la semifinale di Coppa Italia diretta dallo stesso arbitro che l'anno scorso permise il festival delle pedate in finale e poi ancora i tifosi giallorossi riammessi a San Siro dopo le suppliche di Montali. Tutto come da copione se non per un'eccezione. A gridare in questo silenzio solo il ricordo di chi non c'è più a denunciare piccole e grandi scorrettezze. Lui che non avrebbe avuto paura di far sentire la sua voce. Lui che avrebbe intonato perfettamente la nostra voce.
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