editoriale

Uno al prezzo di tre

Sabine Bertagna

L’anno scorso, sul finire del mese di gennaio, arrivava all’Inter Giampaolo Pazzini. Ci arrivava con tutta una serie di coincidenze che avevano del sentimentale e che ricamavano sulla sua nuova maglia nerazzurra un pezzettino dello...

L'anno scorso, sul finire del mese di gennaio, arrivava all'Inter Giampaolo Pazzini. Ci arrivava con tutta una serie di coincidenze che avevano del sentimentale e che ricamavano sulla sua nuova maglia nerazzurra un pezzettino dello scudetto 2010. Se può essere di buon auspicio per la sessione di calciomercato invernale che si è appena aperta, l'arrivo del Pazzo fu salutato con sorpresa. In casa Inter era stato fatto trapelare poco o niente, caratteristica tipica dei colpi grossi, che per essere messi a segno necessitano della giusta temperatura di discrezione.

La Rosea ha salutato l'anno nuovo con una lunga intervista a Pazzini. Dalla famiglia (neo-papà da pochissimo e proprio in corrispondenza di una partita) al campo, una confessione che ha rispolverato momenti belli (che rimonta nel suo esordio contro il Palermo!) e momenti meno belli. Come la non sintonia con Gasperini, evidente a tutti fin dai primi giorni. Imbarazzante, se ci si ripensa a mente fredda. Pungolato sull'argomento Giampaolo ha raccontato l'incazzatura più grossa dell'era Gasp. Quella maledetta partita a Novara quando era già sicuro di essere schierato, ma così non fu. Inutile dire che con l'avvento di Ranieri la panchina del Pazzo ebbe fine in maniera piuttosto repentina.

Si parla anche di mercato nell'intervista e la saggia dichiarazione di Giampaolo sembra quasi un messaggio per il Presidente Moratti. "Uno che può fare la differenza è meglio di tre che non ci cambiano la vita." Chissà che la dirigenza nerazzurra non faccia suo questo piccolo mantra. In fondo l'acquisto del Pazzo rientrò esattamente in questo genere di affare. Quello che la vita te la cambia eccome.