editoriale

Uomini e no

Sabine Bertagna

Sono giorni strani, questi. In bilico tra quello che si preannunciava da mesi un po’ di sottecchi e quello che potrebbe accadere a breve. Nel mezzo un limbo che profuma di avvertimento. É probabile che qualsiasi cosa avvenga, il calcio ne...

Sono giorni strani, questi. In bilico tra quello che si preannunciava da mesi un po' di sottecchi e quello che potrebbe accadere a breve. Nel mezzo un limbo che profuma di avvertimento. É probabile che qualsiasi cosa avvenga, il calcio ne uscirà diverso. Anche se non siamo assolutamente sicuri che questa diversità lo indirizzerà automaticamente verso lidi più puliti. E quindi dopo aver salutato l'ufficialità di Strama all'Inter per i prossimi tre anni con un'euforia consapevole, dobbiamo occuparci di parole pesanti, che riguardano il nostro calcio e dalle quali non possiamo fuggire. Non ora.

Il calcio, purtroppo, non ha ancora imparato a produrre il coraggio necessario a giudicare i propri eroi. Si difende dagli scandali peggio di un riccio spaventato e acconsente alle incursioni curiose per un periodo molto breve. Poi si chiude. La tolleranza finisce. Il calcio é fatto degli atteggiamenti di Buffon, delle sue parole sicure di navigare nel giusto, delle risposte piccate che sfidano i giornalisti a volergli dare torto. Né più, né meno di questo. Difende il suo giocattolo perché in quel mondo nessuno sa fare altro. Perché, in fondo, la paura che qualcosa possa davvero cambiare é feroce. Qualcuno mi spiegherà perché per un calciatore in Italia le cose dovrebbero filare in maniera diversa. Mi pareva di aver sentito applausi all'indirizzo della nobile sincerità di Buffon. E mi sono sentita morire un po' dentro.

Perché quella frase pronunciata dal nr 1 della Nazionale qualche giorno fa non é né sincera, né onesta, né meritevole di lodi perché poco ipocrita. É semplicemente sbagliata. Stonata e profondamente sbagliata. Suggerisce un'abitudine di fondo che non deve per forza essere suffragata da uno scambio di denari per essere definita sleale. E decidere che cosa sia poco e che cosa sia tanto criminale é pericolosissimo. Soprattutto se le sfumature vengono stabilite da chi fa parte di quel mondo. Il calcio ha delle regole tutte sue, leggi sue, punizioni sue. É giudice di se stesso. Monti non può esternare una riflessione provocatoria che l'universo intero si rivolta. Senza calcio non si può stare. Preferiamo fare la solita sommaria pulizia ogni qualche lustro e pensare che vada tutto bene. Penoso.

Buffon si lamenta. Della spettacolarizzazione. Delle perquisizioni. Che nessuno é stato avvertito prima. Delle fughe di notizie. Il calcio pretende un iter diverso? Non ho mai sentito nessuno indignarsi per i controlli antidoping a sorpresa fatti ai ciclisti (ci sono stati casi in cui calciatori si sono semplicemente rifiutati di farli), o perché venivano tirati giù dal letto in piena notte e convocati dal procuratore con tutta la stampa già appostata e pronta per la gogna mediatica. Come gli spifferi dalla magistratura verso la carta stampata. Da quando in qua é tema di discussione? Non ho mai sentito nessuno (se non i soliti pochi) lamentarsi delle 700 pagine di intercettazioni di Calciopoli magicamente volate dalla procura verso la redazione di un giornale. Eppure la loro pubblicazione permise agli indagati di costruirsi una difesa e di scampare, in alcuni casi, l'arresto. E poi la magistratura in Italia non era sacra e guai a metterne in dubbio la capacità di giudizio? O ve lo siete già dimenticato? 

E allora prima di definire i calciatori uomini veri, come tanti hanno fatto per Sculli in occasione di quella triste scena a Genova, mordetevi la lingua. La vergogna, caro Buffon, é pensare che sia normale che due feriti non fanno un morto. Pensare che fare due conti sia un crimine meno grave che farlo scommettendoci sopra. Forse avreste davvero bisogno di essere circondati da spalti vuoti per due o tre anni. Ignorati dai tifosi che avete offeso pronunciando frasi simili e stupendovi del loro stupore. Liberi di pensare al risultato migliore. Andateci voi a vedere partite con il finale già scritto, fosse anche solo la cronaca di due feriti lievi. Vi abbiamo spinto verso l'altare delle divinità e voi avete finito per credere di esserlo veramente. Intoccabili. Se volete essere giudicati uomini veri scendete da lassù. Smettetela di adorarvi. E comportatevi, innanzitutto, da uomini.

Twitter @SBertagna