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editoriale
Pensavamo che l’impresa più difficile fosse eliminare la squadra catalana. Quella dei marziani che giocano a calcio. Poi abbiamo capito che l’impresa iniziava ora. Che il difficile sarebbe stato aggiudicarsi un biglietto. Un volo. Senza ipotecare la casa. Dopo 38 anni avevamo diritto ad esserci nella giornata storica dell’Inter. Era un nostro precipuo diritto. Poterlo raccontare ai nipotini. Così abbiamo scoperto che oltre al divano di casa avevamo due alternative. La prima era accamparsi in via Massaua davanti alla BPM di Milano e sperare di sopravvivere agli acquazzoni per comprare il tanto agognato tagliando. La seconda era quella di scrivere una mail all’unica agenzia detentrice della rimanenza dei biglietti, la Jakala. Un’agenzia che organizza eventi. Per fortuna! Perché se avesse organizzato circoli ricreativi chissà cosa ne sarebbe venuto fuori. Io come tanti altri tifosi avevo un’opzione su un pacchetto. Io insieme ad altri tre amici. Uniti da quel sogno a tinte nerazzurre, per il quale smaniamo da una vita. Non abbiamo (quasi) battuto ciglio quando è stato il momento di inviare un bonifico alla velocità della luce alla Jakala. 760€ x 4. Bella! Ce ne andiamo a Madrid, abbiamo pensato. Poi per lunghissimi giorni dilatati in un’eternità angosciante non abbiamo saputo più nulla. Fino a quando tre giorni fa non è arrivata una telefonata che ci comunicava che il nostro pacchetto da 760€ si era magicamente trasformato in un pacchetto da 900€. O pagate l’integrazione o rimanete sul divano. Bella alternativa. Abbiamo fatto questo ultimo sforzo, fingendo di non soppesare i sacrifici. Abbiamo ancora una volta pensato alla nostra Inter. E abbiamo deciso con il cuore. Poi stamattina finalmente la mail con i dettagli del nostro pacchetto. E così scopriamo che pur avendo fatto un bonifico unico e una richiesta unica abbiamo tutti un volo diverso. Partiamo a scaglioni, uno dietro all’altro. Ci và bene che non siamo una famiglia con bambini, ma ha senso tutto ciò? Ha senso spremere un sogno a tal punto? Farlo diventare un incubo? Sfruttare il desiderio e la passione di tifosi disposti a tutto pur di essere lì? Svuotargli le tasche e mettergli in mano la prima cosa che capita? Tanto è uguale...
Tutto ha un valore e tutto deve avere un’etica. Quella che evidentemente la Jakala non contempla negli eventi che organizza. E nei sogni che si permette vergognosamente di maltrattare…
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