editoriale

Vi assicuro che è cosi: A chi mi chiede “l’inimicizia” su facebook

“Sei su facebook?” “si” “allora ti chiedo l’amicizia”. era una scura giornata di inizio autunno, scura poiche’ il luogo d’incontro prescelto per una riunione tra agenti della mia compagnia era...

Alessandro De Felice

"Sei su facebook?" "si" "allora ti chiedo l'amicizia". era una scura giornata di inizio autunno, scura poiche' il luogo d'incontro prescelto per una riunione tra agenti della mia compagnia era uno scantinato di un albergo che ai piani superiori aveva anche la finestre. questi stanzoni adibiti al temporary meeting inducono un senso di claustrofobica asfissia, non mitigata da riferimenti astutamente evocativi -sala tintoretto o leonardo-, che le parole dei due astanti, colleghi di navigata militanza, avevano acuito, ammorbandomi di un dubbio che non potevo rivelare pena inevitabile sputtanamento. di che cosa stavano parlando? cos'e' 'sto facebook? e soprattutto,vivaddio, l'amicizia non si chiede, non si negozia poiche', madre di tutti i sentimenti, non si presta a trattative ma risiede in umori comuni, nella affinita'elettiva che lega per attitudine e magia persone diverse e ha nell'emotivita' la sua naturale scaturigine. insomma e in parole povere ho fatto il pesce nella botte scontando pero' nel tragitto verso casa-che avrei percorso a piedi come julio cesar dopo una papera- il fio di tanto senso di arretratezza,con tanto di gragnuola di percosse alla mia autostima, "giorgio mio, se dipendesse da te le assicurazioni si farebbero ancora col pennino e consegnate al cliente a cavallo". avevo bisogno di una persona fidata e scelsi il mio socio, tecnocrate e indulgente, ma innanzitutto in grado di trovare un piano di elementare comprensivita' di un fenomeno per me, sulle prime, tanto imperscrutabile. di li' a poco, la rivoluzione. un turbillon di facce, simboli, giochi( a proposito IO A FARMVILLE NON VOGLIO GIOCARE!), attivita', gente sfaccendata, altra affacendata,eccome, nella pruderie da scannatoio, un cherchez la famme dal quale mi ha tenuto lontano non tanto la presenza immanente di un cerbero implacabile quale e' mia moglie, incastonata da mane sera tra le pagine telematiche, ma piu' ancora la coscienza dei miei limiti e la passione infinita e totalizzante per la mia squadra del cuore. e cosi' entriamo nel vivo della questione. pensavo di essere un tifoso abbastanza popolare.grazie a facebook ho percepito di essere prima di tutto impopolare. pronti via e alla registrazione avevo gia' raccolto un buon bottino di insulti distribuiti tra gruppi ostili a me dedicati. si potessero anche scegliere gli avversatori, beh non nascondo mi sarebbe piaciuto cooptarli tra le fila dei membri dell'accademia della crusca, ma il calcio vissuto a certi livelli e' sia calamita che calamita', attrae lo stomaco e con esso i suoi piu' tremendi rumori se risulti indigesto. rutti prevomitosi e mefitici nel post-disfatte recenti sono stati la putrescente colonna sonora delle mie introspezioni, impegnato come sono stato ad individuare colpe, opere e omissioni di un'operazione tecnicamente misericordiosa, far rianimare 2 squadre moribonde e riabilitare 2 tifoserie di depressi -compresi i giuventini- oltre che di poveri di spirito. poveri di spirito chissa' se sanno cosa vuole dire.. povero di spirito ovvero chi tollera l'esistenza dell'avversario solo se e' un surrogato di tifoso-mao definiva "comunisti alla margarina" i surrogati di rivoluzionari-, per gli altri nella migliore delle ipotesi il confino, la proscrizione. ma sappiate che non mi sono perso d'animo e come prima cosa ho deciso di richiedere l'amicizia a me stesso. come ho fatto? eliminando il piu' insidioso dei pregiudizi per chi con maggiore o minore o frequenza espone tramite i media la propria immagine. dovere qualcosa a tutti o quasi ,una risposta o anche solo o un cenno che non sia il silenzio. chi si ama mi segua.LATTE ALLE GINOCCHIAINTERO veicolo di propaganda politica accuminato la cui lamiera entra nella carne viva del milanista medio piu' di mattina 5 o pomerigggio 5, il calcio declinato alla maniera di arcore e' un portentoso concentrato di parole, sorrisi e, soprattutto, annunci. l'ultimo ,come sapete, dell'immediato dopo derby, ha galvanizzato la pletea dei tanti a cui prudono le mani tanta e' la voglia di manuvrare la matita elettorale: berlusconi ha comprato una casa a san siro ma non dalle parti di san siro, proprio dentro lo stadio. impossibile? "ah,ah, ma no, corpo di mille magistrati, sono stati sufficienti i denari risparmiati su quella di lampedusa". una domanda rimane pero' senza risposta. e il casino? e il campo da golf?PARZIALMENTE SCREMATO come nelle gags di stan laurel e oliver hardy-ricordate la scena di ollio che cade dentro il camino coi mattoni che precipitano a cascata sul comico? immagino di si- c'era bisogno di qualcuno che tirasse l'ultimo, il piu' esilerante e doloroso latterizio in testa a leonardo dopo il derby. non c'e' problema, l'organizzazione dei nostri dirimpettai ha volontari pronti alla bisogna che non dicono mai di no. striscia la nobilta' d'animo, e via, a maramaldeggiare e chiudere la mattonata di vendette. volevano fargli perdere le staffe-lli ma non ci sono riusciti. siamo proprio brutta gente, cosa costava dargli un po' di soddisfazione?SCREMATO noi. si noi, per una volta. quelli della pazza inter amala. quando e' cosi' acuta e si manifesta in forma ripetuta in un lasso di tempo tanto contenuto dicono che sia la forma di follia piu' facilmente curabile. sotto con le gocce, almeno per noi tifosi