editoriale

Viva i romantici

Ingabbiare la partita di oggi in tormentate analisi su che cosa sarebbe servito per movimentare un primo tempo lento e macchinoso è abbastanza inutile. Non lo sarebbe stato se la partita si fosse chiusa sullo 0-1 generato dalla rete di Palacio....

Sabine Bertagna

Ingabbiare la partita di oggi in tormentate analisi su che cosa sarebbe servito per movimentare un primo tempo lento e macchinoso è abbastanza inutile. Non lo sarebbe stato se la partita si fosse chiusa sullo 0-1 generato dalla rete di Palacio. Ma il risultato finale grida un 5-2 che insinua suggestioni alquanto positive. Meno di dieci minuti per ristabilire gli equilibri e rimettere a fuoco l'obiettivo stagionale. Meno di dieci minuti, figli dell'innesto di Pandev e di un azzeccato riassetto in chiave 4-2-3-1, per bruciare l'apatia e colpire la rete genoana neanche il gioco fosse improvvisamente quello del tiro a segno. E' il Pazzo a sbloccare il risultato con un anticipo da grande centravanti. L'Inter diventa esuberante ed Eto'o non ha esitazioni a fiondarsi sulla maldestra respinta di ginocchio di Eduardo per insaccare la rete. Sarà sempre il camerunense, pochi minuti dopo, a bruciare la difesa avversaria con un dribbling fulminante: il gol è la naturale conclusione di un'esplosione tecnica fantascientifica. Ma non è finita, alla festa di oggi c'è posto per tutti. Goran Pandev corona con il gol una prestazione più che convincente (suo il tiro non parato da Eduardo e capitalizzato da Eto'o), Yuto Nagatomo ripaga, segnando la quinta rete nerazzurra, l'entusiasmo dei suoi connazionali (ma non solo), giovialmente assiepati sulle tribune di San Siro. Un inchino a Capitan Zanetti in perfetto giappo-style e chissà se stanotte Yuto riuscirà a dormire per la troppa emozione! Come sintetizzare i cambi di marcia, le accelerazioni e il ribaltamento di risultato? Leo più ci pensa e meno è propenso a teorizzare quanto creato finora (due mesi di panchina nerazzurra, oggi) con il linguaggio dei moduli. C'entrano, ma fino ad un certo punto. Sono le idee a muovere il suo concetto di calcio, le idee supportate dal desiderio e dalla convinzione di voler vivere un sogno, senza per forza razionalizzarlo. Il punteggio gli dà ragione: -5 dalla vetta. E chissenefrega delle statistiche, dei record e dei precedenti. Sulla panchina abbiamo lui, un allenatore che ci crede per davvero. Ce lo aveva fatto capire subito. E oggi lo ha confermato con decisione. Leo, un romantico fuori dagli schemi...