editoriale

Zanetti vs Ibra: quando la gioia vince sulla noia

Alessandro De Felice

Zanetti e Ibrahimovic, due campioni indiscussi legati tra loro non da assonanze ma da incongruenze. L’unica cosa in comune ai due è l’aver indossato la maglia nerazzurra, uno rispettandola e onorandola sempre, l’altro no. Gia da...

Zanetti e Ibrahimovic, due campioni indiscussi legati tra loro non da assonanze ma da incongruenze. L'unica cosa in comune ai due è l'aver indossato la maglia nerazzurra, uno rispettandola e onorandola sempre, l'altro no. Gia da qui potrebbero dipanare le diversità tra i due. C'è chi bacia da 17 anni la stessa maglia e chi invece, appena inizia una nuova avventura, afferma che l'ultima è sempre meglio delle precedenti.Sull'impegno però non mi pronuncio, entrambi infatti hanno sempre dato il massimo in campo chi per la squadra e chi per una propria soddisfazione personale.Nei giorni di estenuante attesa della ripresa del campionato, causa impegni con le nazionali, oltre agli innumerevoli infortuni in casa Inter, ciò che fa scrivere i giornali sono le varie dichiarazioni sparse per l'Europa. Ed anche qui i due soggetti mostrano l'ennesima differenza: se Ibra 'folda' dichiarando di aver perso la voglia di fare calcio, Zanetti va 'all in' forte della sua mano frutto di un full di biennale e contratto in bianco.Un capitano quindi che non si accontenta di essere premiato come leggenda del calcio mondiale, ma mai domo, vuole continuare a macinare record e chilometri sui campi da gioco. "Ligio al dovere tanto da allenarsi anche la mattina del proprio matrimonio", narra Paula la sua compagna di vita. Un campione lo riconosci anche da questi piccoli particolari.Ibra invece aveva dato segni di insofferenza già qualche settimana fa quando tornato in Svezia per curarsi, oltre alle cure, ha effettuato rigeneranti sedute di caccia all'alce, sport non proprio adatto a chi deve pensare prima di tutto a riposarsi più che a stressare il proprio fisico. Se questo non bastasse poi, una volta tornato in patria richiamato dalla nazionale, prima parla di noia e routine del proprio lavoro (una routine da 10 mln di euro l'anno aggiungo io) e poi, seppur squalificato e quindi incapace di scendere in campo per Svezia - Olanda, chiede al Milan di lasciarlo nella terra natia per lenire il suo stress.Problemi frutto di una sofferenza dalle parti di Milanello, o soltanto il classico 'mal di pancia' di inizio stagione? Chi lo sa, magari un contratto simile a quello di Samuel Eto'o, potrebbe risvegliare in lui la gioia di svegliarsi ogni mattina per compiere l'arduo mestiere di calciatore. Non è di certo facile fare due sedute di allenamenti al giorno, guadagnare milioni di euro e godersi la vita. E' un sacrificio che nessuno vorrebbe mai affrontare nella propria vita. Questo però a noi non è dato sapere, vista la bravura mediatica dei rossoneri a lavare i panni sporchi in famiglia.E' per tutti questi motivi che bisogna essere ancora più fieri di avere in squadra un argentino di ferro come Zanetti, un essere indistruttibile che se potesse, alla Pinetina ci andrebbe di corsa e non in macchina. Un uomo integerrimo, mai fuori dalle righe e sempre corretto con tutti. Senatore vero, non per anzianità ma per carattere. Carattere che a qualcun'altro forse manca, ma a noi questo non è dato sapere...