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ANTEPRIMA, Figo: “Chi ha la pancia piena non può giocare nell’Inter. Gli infortuni…”

Lorenzo Roca

Luis Figo, premiato al recente Golden Foot 2011, ha risposto ad alcune domande sulla sua carriera e sull’Inter, concentrandosi sia sulla stagione in corsa sia sul futuro. Figo, sempre più uomo immagine dell’Inter all’estero, ha...

Luis Figo, premiato al recente Golden Foot 2011, ha risposto ad alcune domande sulla sua carriera e sull'Inter, concentrandosi sia sulla stagione in corsa sia sul futuro. Figo, sempre più uomo immagine dell'Inter all'estero, ha spiegato i motivi che lo hanno convinto a scegliere la società di Corso Vittorio Emanuele per la sua carriera da dirigente e si è mostrato ottimista sul futuro con Claudio Ranieri in panchina. Ecco l'intervista al ministro degli Esteri nerazzurro, riferita in anteprima per l'Italia da FcInter1908.it:

Tra i premiati c'è anche Javier Zanetti, che è ancora un giocatore in attività. Cosa pensi di lui?«Leggendario. È un campione, un grande esempio per tutto lo spogliatoio dell'Inter».

Qual è stato il tuo migliore momento?«Io non voglio sembrare diplomatico, ma io dico quello che sento. Per me ogni giorno, ogni partita era un momento unico».

Quali i migliori allenatori avuti?«Carlos Queiroz, con il quale ho sperimentato molto nella nazionale portoghese. Poi Johan Cruyff, che mi ha portato all'estero».

Hai detto che sei ancora indeciso se provare la carriera di allenatore. Hai cambiato idea?«No. Allenare mi attira. Ma, naturalmente, a volte accadono cose nella vita che cambiano la tua opinione. Quando hai alternative interessanti, non ci pensi. Forse tra qualche anno ci penserò. Ma in questo momento no».

Come valuti l'incidenza economica attuale dei club con capitali enormi e tradizione trascurabile? Manchester City in Inghilterra, e probabilmente caso ancora più evidente l'Anzhi, che vi ha sottratto Eto'o. Non ha fatto secondo te una scelta affrettata? «Il denaro è parte della vita. Non è possibile giudicare solo dalle tradizioni. Dobbiamo capire una cosa, il calcio è business, come l'industria. Non possiamo far finta che sia solo un gioco. Non più».

Perché sei rimasto all'Inter?«È stato l'ultimo club in cui ho giocato. L'Inter è un grande club, ed è come stare in famiglia. Quando mi hanno offerto questa opportunità, non ci ho pensato un secondo e ho subito accettato».

L'Inter ora aspetta tempi migliori...«Se vuole arrivare il più in alto possibile, deve dimenticare quello che ha vinto negli ultimi anni. Deve concentrarsi sulla più stretta attualità, incontro dopo incontro. Ed è una questione di ogni singolo giocatore. Tutti nella testa devono essere consapevoli e sufficientemente affamati di successo. Chi ha la pancia piena, non può giocare nel nostro club. Deve avere ancora voglia di vincere».

Claudio Ranieri è una buona scelta per l'Inter?«Sì, sicuramente! Ha lavorato in grandi club in Italia e all'estero. Naturalmente, dovrà ottenere i risultati. Ma è un allenatore di successo».

Cosa ha portato all'Inter?«La calma ed esperienza. Claudio Ranieri sicuramente sta aspettando il ritorno di Wesley Sneijder, ogni allenatore vorrebbe avere un tale giocatore. Se il terreno è buono Sneijder garantisce giocate di qualità superiore».

GIocatore fondamentale quindi?«Assolutamente. Come Maicon, l'assenza di Wesley è pesata contro il Napoli».

L'Inter è già in crisi con gli infortuni, come l'anno scorso. Perché?«Non lo so, purtroppo ci mancano molti giocatori. Motta e Julio stanno avendo parecchi problemi ad esempio , è un anno strano ... Ma si riprenderanno e staranno di nuovo bene».

Tu credi che l'Inter possa vincere il titolo?«Certo. Guardando la classifica ha un ritardo, ovvio. Ma abbiamo ancora la possibilità di risalire, il campionato è lungo e il meglio deve ancora venire».

L'Inter, nonostante la partenza di Samuel Eto'o e diversi giocatori infortunati, resta una squadra forte con grandi nomi.«Questo è vero. Ma i grandi nomi non garantiscono nulla. Il campo deve confermare che sono grandi».

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