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La passione è di quelle forti, viscerali, che nascono da lontano. Di quelle venute fuori per rivalità, contrapposizione, o più semplicemente amore. "E pensare che nasco milanista", si lascia scappare al telefono Gianluca Impastato. Che però poi si innamorò dell'Inter scudettata di Bersellini del 1980, e da lì iniziò a coltivare il nerazzurro. Oggi, il noto attore e comico è un amante fiero e orgoglioso di ciò che la sua Inter sta costruendo. Di ciò che ha conquistato con Simone Inzaghi in panchina, e di ciò che il mercato è pronto a regalare. Con lui, FCInter1908.it ha parlato a tutto tondo del 'suo' mondo interista. Ecco le sue parole:
Ciao Gianluca. Innanzitutto, raccontaci come nasce il tuo tifo per l'Inter.
Il mio tifo nerazzurro nasce ai tempi della scuola, in contrapposizione al Milan. Nasco milanista, intorno ai 7 anni, quindi avevo associato il nome di Milano al Milan. Ma l'anno dopo vinse l'Inter, e diventai interista. Da lì in poi, è stato sempre un crescendo. In questi anni è nata una rivalità cittadina con il mio amico Diego Abatantuono. I miei primi lavori erano a tinte Milan, con l'intercessione di Diego, ma ho fatto tanti lavori anche per l'Inter. Lì ho avuto modo di conoscere più da vicino Massimo Moratti.
Raccontaci un po' il Presidente...
Sono molto legato a lui, perché durante un'asta benefica con tutta la squadra, c'era in palio anche una maglia di Zanetti. Lui se l'aggiudicò, ma poi me la regalò. Ce l'ho incorniciata a casa. Per me è un po' un papà. L'ho incontrato altre volte, è sempre stato un grandissimo signore.
Qual è stato il giocatore che hai amato di più?
Dirne uno è veramente riduttivo. Mi incarnavo molto da ragazzo in Walter Zenga, visto che giocavo in porta. Era il migliore del mondo. Poi mi sono innamorato di Paul Ince a metà degli anni '90, poi è arrivato Ronaldo il Fenomeno. Ogni tanto battibecco con qualche juventino che parla di Cristiano con campanilismo, ma Ronaldo era una roba che non si può nemmeno descrivere per quanto era più forte degli altri. Quando partiva palla al piede si alzava tutta San Siro. Era una cosa pazzesca. Ho amato anche dei gregari, come Angelo Orlando nell'Inter che faceva fatica a vincere. Se parliamo dell'Inter di Mourinho, poi, lì non si poteva nemmeno scegliere.
E il ricordo più bello che ti lega ai colori nerazzurri?
Inter-Austria Salisburgo, finale di Coppa UEFA '93-'94, gara in casa dopo aver vinto 1-0 in Austria con gol di Nicola Berti. Ero settimana all'altezza dei due pali di Zenga, al secondo anello, e a un certo punto vidi arrivare questo tiro che prese i due pali. Feci fatica anche a capire cosa successe. La seconda Coppa UEFA è un ricordo molto nitido, un bel ricordo. Poi, ovviamente, c'è il Triplete, per cui però ho esultato praticamente da solo dato che ero impegnato in uno spettacolo.
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