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ESCLUSIVA Bordin: “L’Inter propone calcio: una cosa mi sorprende. Conte ‘martello’. Damsgaard…”

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L'ex calciatore del Napoli e ora Ct della Moldavia, Roberto Bordin, ha parlato in esclusiva a FcInter1908 dell'Inter di Conte

Alessandro De Felice

Roberto Bordin ha giocato ben 10 volte in carriera la sfida tra Napoli e Inter. Il 56enne sa cosa vuol dire affrontare i nerazzurri: l'ha fatto ben 25 volte, 10 proprio con la maglia del club partenopeo. FcInter1908.it ha parlato proprio con il commissario tecnico della Moldavia della squadra di Antonio Conte e dei temi caldi dopo il successo contro il Cagliari, l'undicesimo di fila in Serie A, e in vista della sfida del San Paolo di domenica prossima.

L'Inter batte il Cagliari e resta a +11 sul Milan a 8 giornate dalla fine. È finita per lo Scudetto?

"Nel calcio mai dire mai. È ovvio che si tratta di un vantaggio importante. Inoltre arrivano segnali importanti dalla squadra nerazzurra, come per esempio le vittorie di misura. Nessuno, all'Inter, vorrà parlare fino a quando non ci sarà la matematica, ma sicuramente ha delle buone possibilità (ride, ndr)".

Si aspettava questo lavoro da parte di Conte con il gap con la Juve annullato in due anni?

"Non mi aspettavo tutti questi punti di distacco. L'Inter è stata brava a sfruttare il momento negativo della Juventus per mancanza di continuità nei risultati. Conte ha colto l'attimo giusto per portarsi a +11. La continuità dell'Inter si rispecchia nel carattere e nel modo di lavorare di Conte: si vede che è un martello".

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Cosa ne pensa del critiche al gioco dell'Inter?

"L'Inter cerca sempre di proporre calcio. Così come capita a tante altre squadre, ci sono situazioni in cui si può fare e altre in cui non puoi per varie componenti: l'avversario, le condizioni fisiche con infortuni e Covid, calendario fitto, ecc. Io credo che sia sempre difficile convincere ma penso che l'Inter stia facendo delle buonissime partite sotto il profilo tattico e tecnico. Altre meno bene, ma per i motivi citati in precedenza e non per mancanza di qualità. Ma oltre al giocar bene, l'importante è fare risultati per la classifica".

In questa stagione l'Inter si è fermata nei gironi di Champions in Europa. Cosa serve a questa squadra per crescere?

"Quella delusione è stata una mezza fortuna per poter puntare sul campionato. Le Coppe Europee hanno tolto energie alle altre ancora in corsa, è inevitabile. L'Inter ha bisogno di tre/quatto top player per poter gestire in maniera tranquilla tutte le competizioni. Conte ha già una rosa molto competitiva e si spera che il problema Covid, andando avanti, si possa risolvere in maniera veloce per riuscire a fare campionati normali, senza tour de force con una partita dietro l'altra. Di sicuro con qualche altre calciatore forte, l'Inter aumenterebbe le possibilità di essere competitiva anche in Europa".

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Ora c'è il Napoli. Quali sono i pericoli maggiori per l'Inter? Che partita si aspetta al San Paolo?

"Non sarà una partita facile per l'Inter. Gattuso è sempre stato criticato e messo sulla graticola ma secondo me sta facendo grandi cose a Napoli. Come Conte, tiene sempre tutti sulla corda. Loro erano così da giocatori. Non sarà semplice perché il Napoli vuole restare aggrappato al treno Champions. Giocare a Napoli in questo momento - dopo la vittoria a Genova contro la Sampdoria e con un Gattuso super carico - non sarà semplice. Ma sicuramente abbiamo davanti due grandissime squadre. Napoli ultimo scoglio per l'Inter? In questo campionato le differenze tra grandi, medie e piccole squadre ci sono ma la forza di questa è stata proprio quella di preparare tutte le gare allo stesso modo. L'esultanza di ieri al gol dell'1-0 contro il Cagliari è stata incredibile: Conte è addirittura entrato in campo. L'Inter prepara tutte le partite al massimo e questo vuol dire tanto. Il Napoli è un avversario tosto, ma poi ci saranno altre 7 gare altrettanto difficili".

Come vanno i primi mesi alla guida della Moldavia? Ci pensa a un ritorno in Italia?

"Mi trovo bene. Si tratta di un'esperienza diversa, particolare. Fare il ct è affascinante come esperienza ma si ha pochissimo tempo a disposizione per lavorare con i calciatori. Parliamo di calciatori professionisti, è vero, ma c'è poco tempo per trasmettere le proprie idee. Ma sicuramente si tratta di un'esperienza molto positiva. Tornare in Italia? Mi auguro di sì. Prima di questa esperienza ho allenato lo Sheriff Tiraspol in Moldavia e poi il Neftchi Baku in Azerbaigian. In Italia non ho mai allenato, se non per una piccola parentesi in Serie D con la salvezza della Triestina ma ci tornerei volentieri. Ma devo dire che all'estero mi sono trovato sempre molto bene con strutture d'alto livello".

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Ha sfidato la Danimarca di Eriksen e Damsgaard: che impressioni ha avuto sui due? Il centrocampista della Samp è pronto per una squadra come l'Inter?

"Eriksen è davvero fortissimo, così come altri danesi che giocano in Italia. Contro la mia Moldavia entrò nel secondo tempo. Damsgaard sta facendo grandissime cose. Un giocatore come lui, giovane e forte, è giusto che vada in un grande club. Quest'anno sta maturando alla Sampdoria. Essere nella rosa della nazionale a 20 anni vuole dire essere un calciatore importante. Ha le capacità per giocare in una squadra top: è chiaro che poi giocherebbe con giocatori altrettanto forti e quindi sarebbe ancora più semplice".

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