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Una stagione ricca di emozioni a sfondo nerazzurro ma anche di tante difficoltà legate alla pandemia e alla crisi nel mondo del calcio. Il noto operatore di mercato Franco Camozzi ne ha parlato in esclusivaai microfoni di FCINTER1908.IT.
L'Inter si appresta a vincere il suo 19esimo scudetto. Come valuta la stagione dei nerazzurri in un anno che è stato anche ricco di problematiche extra calcio?"La stagione è molto positiva, sono stati molto bravi ad approfittare del calo della Juve e a portarsi nelle condizioni di poter vincere un campionato direi meritato. Giudico tutto molto positivamente, nonostante la prematura uscita dalla Champions League ma probabilmente non era il momento giusto per la squadra. C'erano incognite anche a livello tattico e penso che la svolta sia arrivata anche grazie all'uscita da questa competizione".
Di chi sono i meriti di questa grande cavalcata iniziata ormai più di un anno fa?
"I meriti sono sicuramente di tutti. Sono dell'allenatore che è riuscito a compattare la squadra dopo un inizio difficile, dei giocatori che hanno creduto e hanno seguito quello he Conte gli ha indicato e anche dei dirigenti che, nonostante le difficoltà e tutte le notizie che rimbalzavano dalla Cina, sono stati sempre vicini alla squadra e hanno lavorato affinché tutti potessero trovarsi nella condizione di poter fare bene. I meriti vanno divisi per tutti, tranne per il Presidente che non ha aiutato con la sua lontananza".
Cosa direbbe proprio a Conte, ormai sempre più condottiero di questo gruppo...
"Se fossi un tifoso dell'Inter a Conte direi 'Grazie' e anche alla dirigenza, perché il lavoro che è stato fatto è importante e soprattutto visibile e tangibile. Il cambiamento che ha fatto l'Inter in questi due anni con Conte è netto, solo un cieco potrebbe ignorarlo o chi è in malafede. Direi che quest'anno le polemiche sono state meno eclatanti da parte di Conte e devo dire che si è migliorati molto anche sotto questo punto di vista. Penso che alla fine il tecnico ha migliorato l'Inter ma anche l'Inter ha migliorato lui".
Invece cosa ne pensa degli ultimi avvenimenti riguardanti Suning e dell'assenza di questi mesi del Presidente Zhang?"Su Suning avevo un'idea che poi nel corso degli anni è cambiata. Tuttavia non è cambiata la sostanza del mio pensiero, ovvero non condivido molto le partecipazioni straniere in Italia soprattutto da parte di alcuni Paesi. Suning aveva fatto delle promesse e poi per motivi misteriosi non si è concretizzato nulla, dunque spero che la società nerazzurra riesca a trovare una sua tranquillità al di fuori da questi contesti".
Secondo lei questa Inter potrà essere migliorata? Se sì come dovranno muoversi i dirigenti?"La rosa si può sicuramente migliorare. L'Inter ha bisogno chiaramente di un terzino sinistro puro, che sappia fare bene quel ruolo. Ha bisogno di un difensore centrale abile a giocare nella difesa a tre e che sia veloce per poter alzare il baricentro della squadra in certi momenti della partita o contro alcuni avversari. Poi secondo me ha bisogno di rinforzi in attacco che dovrebbe essere ripensato in almeno due elementi, oltre a Lautaro e Lukaku ovviamente. A centrocampo infine mi piacerebbe vedere anche lì un mancino puro e in porta ormai bisogna pensare a prendere un erede di Handanovic".
Nelle ultime settimane è salita alla ribalta l'ormai nota Super League. Che idea si è fatto su quello he è accaduto?"Sulla Super League penso che i creatori abbiano l'acqua alla gola altrimenti non si spiegano le tempistiche rapide. Penso non avessero o non abbiano altre alternative. Non credo che questo sia il futuro del calcio anche se il concetto di base non è sbagliato perché bisogna ritornare a giocare meno partite con più qualità. La Uefa in questo sta sbagliando ancora, ho letto la formula della nuova Champions League e non la reputo una cosa giusta. Ci sono troppe partite e non si capisce il motivo di allargare la competizione a tante altre squadre. Non dico di ritornare come all'inizio quando c'erano solo i club vincitori dei rispettivi campionati ma se metti all'interno almeno le prime due classificate è già tanto. Darei più spazio all'Europa League con le terze e le quarte, allora sì che creeresti due competizioni molto molto competitive e belle da vedere. Poi il paradosso è che la Uefa dice che bisogna spendere meno soldi e poi mette più partite infilando anche quelle della Nations League che non servivano a nulla. E' un organismo che va veramente ripensato, soprattutto i club devono poter incidere di più nella scelta".
Visto anche il caso De Bruyne che si è affidato a dei data analyst per chiedere il rinnovo di contratto al Manchester City, come vede il futuro del mondo dei procuratori?"Bisogna darsi tutti una grande regolata perché altrimenti il giochino salta. Bisogna cercare strade alternative, essere più dinamici perché piano piano la figura del procuratore per come la conosciamo andrà a finire anche perché io giocatori hanno capito che non hanno bisogno di un qualcuno che li segua sempre ma al limite hanno bisogno di una persona che curi i momenti cruciali della loro carriera. Questo potrebbe essere un professionista qualsiasi, un avvocato si chiama quando ci sono dei problemi e non quando va tutto liscio, quindi io credo che tutto questo finirà e ci si ritroverà a dover fare i conti con altri tipi di figure più analitiche e schematiche".
Lei seguirà proprio questo rinnovamento? Che progetti ha?"Dopo 5 anni da consulente dello Spartak Mosca ho deciso di dedicarmi alla mia nuova società, la Blacklist. Sono stati 5 anni intensi e particolari; ringrazio il Presidente e la Società per la opportunità di lavorare in un club così prestigioso. Sono felice di aver contribuito a portare quelli che ad oggi sono tra i loro migliori giocatori, e dove ho potuto, ad evitare che si acquistassero altri di sbagliati. Ora si volta pagina, inizia un nuovo capitolo professionale, una storia tutta da scrivere".
Una curiosità: perché il nome Blacklist?"Parla delle difficoltà di chi inizia questa attività, dei problemi che ci sono per inserirsi in un mondo chiuso. È rivolto a tutti quelli che sia da agenti che da ds che da calciatori hanno faticato ad arrivare, senza santi in Paradiso o cognomi pesanti da spendere. Loro sanno cosa significhi sentirsi in blacklist...".
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