Dopo essersi affermato come uno dei migliori prodotti del settore giovanile dell'Inter, Thomas Berenbruch ha finalmente potuto coronare il sogno di esordire in Prima Squadra, scendendo in campo nei minuti finali del ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Feyenoord, in una cornice iconica come San Siro. Fcinter1908 ha intervistato Valerio Colace, ex allenatore del gioiellino classe 2005 ai tempi della Tritium, società dilettantistica di Trezzo sull'Adda, dove oggi ricopre il ruolo di responsabile del settore giovanile.


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ESCLUSIVA Colace: “Berenbruch, che sinistro. Cresciuto di testa. C’è un termine per definirlo”
Che effetto le ha fatto vedere uno dei suoi ragazzi scendere in campo in una partita di Champions League?
Sicuramente un bell'effetto, non è una cosa che capita tutti i giorni, una cosa più unica che rara. Non mi aspettavo di vivere un qualcosa come l'esordio in Champions League di Thomas, sono molto contento per lui. Un motivo di grande orgoglio e soddisfazione per tutti noi, possiamo dire che abbiamo contribuito almeno per l'1% nel dare un aiuto alla crescita di questo ragazzo, era piccolino e ora si sta costruendo la sua carriera.
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Ha potuto complimentarsi con Thomas a fine partita?
Ho sentito più che altro la famiglia, con lui direttamente non ho avuto contatti, è andato via da Trezzo sull'Adda che aveva solo 12 anni. Sono rimasto in contatto con il papà, e tramite lui gli ho sempre fatto i complimenti, anche al momento delle prime convocazioni nelle Nazionali giovanili e nei vari step che ha fatto. Secondo me la famiglia è quello che fa la differenza in queste situazioni: quella di Thomas, per come ho avuto modo di conoscerla quando sono stati qui alla Tritium, è sempre stata posata, educata, per bene, mai una parola fuori posto, mai una pressione sul figlio, sempre puntuali. Credo che questo abbia svolto un ruolo importante, gli hanno consentito di viversi le sue tappe da bambino, adolescente e ragazzo in maniera serena, senza pressioni.
Ha allenato Thomas quando era solo un ragazzino: si potevano già intravedere le sue grandi qualità?
Non voglio fare retorica. Quell'annata dei 2005 era veramente piena di talento, piena di giocatori che si stanno togliendo delle belle soddisfazioni. Thomas ieri sera ha sicuramente toccato un punto importante della sua carriera: all'epoca non aveva qualità da strapparsi gli occhi, aveva un mancino importante e una grande facilità di calcio, ma la sua qualità più importante era la costanza di rendimento, non ricordo una sua prestazione insufficiente. E poi quel sinistro, se riusciva a liberarsi calciava veramente bene. Lo definisco un calciatore "efficace": lui era bello da vedere, e in più era sempre costante. E poi non aveva pressioni: veniva al campo sorridente, faceva le sue cose, si divertiva e lo si percepiva. Questo gli ha consentito di migliorarsi giorno dopo giorno, poi nel corso degli anni ha potuto fare un percorso importante, con formatori professionisti, la qualità dei compagni è aumentata e lui ha tirato fuori anche l'aspetto caratteriale: una sua pecca era che credeva poco in se stesso, ora è riuscito a capire quali sono le sue potenzialità e si è completato.
C'è un episodio particolare che ricorda di Thomas?
Ce ne sono tanti, in quei due anni abbiamo fatto tanti tornei, ottenuto tante vittorie, tante medaglie. Ricordo due momenti apice: una volta l'Atalanta, vedendo i nostri risultati, ci invitò per un'amichevole contro di loro e vincemmo 3-1, dopo che andammo in vantaggio 3-0. In quella partita Thomas fece veramente bene, e fu una delle sue ultime con noi prima di andare al Renate. E poi un torneo contro formazioni professionistiche come Atalanta, Albinoleffe, Cremonese, Renate… Noi eravamo l'unica società dilettantistica, perdemmo in finale 1-0 contro il Vicenza, e Thomas ebbe una grande occasione. Ci diede grandissima soddisfazione perché arrivammo in finale, ma ricordo che nonostante tutto i ragazzi erano tristi, perché sapevano che potevano vincere: quello dà l'idea della forza di quel gruppo.
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