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ESCLUSIVA Colonnese: “Interspac? Ci sono. Inter, Inzaghi top. Dopo la firma l’ho sentito e…”

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All'Inter è iniziata la nuova era Simone Inzaghi. FCInter1908.it ha parlato delle speranze del nuovo corso nerazzurro con Francesco Colonnese

Marco Macca

La presentazione, i primi test, le prime corse. Si torna a correre, a sudare, a sognare. Con uno scudetto cucito sul petto, legame forte e tangibile con il passato. Un legame che proietta l'Inter nella nuova era. Quella firmata Simone Inzaghi, nuovo allenatore nerazzurro. L'ex tecnico della Lazio ha iniziato ufficialmente a lavorare con i suoi giocatori (al netto delle tante assenze per gli impegni internazionali) nel ritiro di Appiano. Con Francesco Colonnese, ex difensore dell'Inter e compagno di squadra di Inzaghi alla Lazio, FCInter1908.it ha parlato delle speranze e delle ambizioni del nuovo corso nerazzurro.

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Ciao Ciccio. All'Inter è iniziata la nuova era Inzaghi. Come ti è sembrato il primo impatto del nuovo allenatore con il mondo interista?

E' un ragazzo serio, preparato, che conosco dai tempi della Lazio. E' molto migliorato negli anni. Faccio il tifo per lui, perché secondo me ha un'occasione importante. Ha capito subito cos'è l'Inter e sono contento che abbia deciso di sposare questo progetto. Sono convinto che farà molto bene: dalle prime dichiarazioni si è mostrato molto dentro l'ambiente. E' uno dei migliori giovani allenatori emergenti del calcio italiano.

E' lui l'uomo giusto per proseguire il ciclo vincente di Conte?

Sì, sono convinto di sì. Lui aveva voglia di cambiare aria, penso che sia stata la scelta giusta.

Tu che sei stato con lui alla Lazio, ci racconti il Simone Inzaghi di tutti i giorni? Che compagno di squadra era?

Simone è un ragazzo goliardico, socievole. Un patito di calcio già da quando giocava con me. Non pensavo riuscisse a diventare così bravo come allenatore. In base alla sua conoscenza calcistica, lo avrei visto più da dirigente. L'ho seguito molto negli anni e sono convinto che sia migliorato molto. Sono sicuro che farà un'ottima stagione, perché ha trovato una squadra che si adatta alla sua idea di calcio. Sono molto fiducioso, davvero.

Lo hai sentito?

Subito dopo la firma, gli ho mandato un messaggio. L'ho sentito molto molto carico ed entusiasta. E' un caro amico.

Cosa serve a questa squadra per lottare ancora per lo scudetto? Con questa rosa e con la sola partenza di Hakimi la seconda stella è un obiettivo raggiungibile?

Secondo me sì, l'Inter è molto forte. E' un gran gruppo. Ha sì perso un giocatore fondamentale ma, dovendo scegliere di fare un sacrificio, forse meglio sacrificare uno nel suo ruolo piuttosto che, magari, uno dei due attaccanti. Sarebbero stati più difficili da rimpiazzare. Nonostante il valore immenso di Hakimi, credo sia stata la mossa più logica.

Conte e Inzaghi partono da uno stesso modulo, il 3-5-2. In cosa, secondo te, l'Inter di Inzaghi sarà diversa rispetto a quella della gestione precedente?

Inzaghi punterà sui centrocampisti di qualità, più che sulla fisicità. Penso a quello che ha fatto alla Lazio con Luis Alberto e Milinkovic-Savic.

La partenza di Hakimi è stata certamente una delle più dolorose degli ultimi anni. Ti facciamo tre nomi: Lazzari, Dumfries e Bellerin. Chi sceglieresti?

Penso che il giocatore più adatto a questa Inter sia uno tra Bellerin e Dumfries, mi piacciono molto entrambi. Hanno struttura europea: Bellerin ha esperienza internazionale; Dumfries, invece, l'ho visto agli Europei e penso che abbia un grosso potenziale.

Sei preoccupato dalle voci che riguardano le difficoltà finanziarie della proprietà?

La preoccupazione è indubbiamente tanta, non è facile gestire i tanti debiti dell'Inter. Vediamo come si evolverà la situazione, possiamo solo leggere da fuori quello che succede. Ma, finché il club ha una struttura dirigenziale di questo livello, con gente come Marotta e Ausilio, bisogna avere fiducia affinché le cose vadano nel verso giusto. Anche se, ovviamente, una cessione come quella di Hakimi lascia qualche perplessità.

Riccardo Ferri ha detto che l'unico, vero incedibile dell'Inter è proprio Marotta.

E' un dirigente esperto, forse il top player dei dirigenti. La garanzia è lui, ha dato anche delle garanzie tecniche ai tifosi. Bisogna credergli, perché ha grande esperienza e ha gestito società importanti. Dobbiamo credere in quello che fa.

In piedi ora c'è anche il progetto Interspac. Che ne pensi? Se ti chiamassero, saresti disposto a farne parte?

Certo. Queste iniziative sono piene di entusiasmo. Ci vuole continuità, ma c'è interesse. E, da ex calciatore dell'Inter, anche io sarei felice di farne parte. Vediamo se ci sarà una continuità. Mi fido tanto di Moratti e, se ci dovessero essere le premesse, credo che tanti altri tifosi dell'Inter sarebbero disposti a farne parte...

Parliamo un po' d'Italia. Ti aspettavi arrivasse in finale?

Senza presunzione, ma dopo le prime otto partite della gestione Mancini dissi che Roberto sarebbe stato in grado di riportare l'Italia in alto. Mi ricorda il Mancini della Lazio, un Mancini voglioso di emergere. Quell'anno, la nostra Lazio giocava il miglior calcio d'Italia. Ero sicuro che ce l'avrebbe fatta. Penso sarà una finale spettacolare, l'Inghilterra è una squadra fortissima. L'Italia, però, se la giocherà alla grande. Se non ci sono gli aiutini per gli inglesi, possiamo farcela. Vorrei un arbitro corretto, perché il direttore di gara della semifinale tra Inghilterra e Danimarca non so se avrà la coscienza pulita ora. Quel rigore non può essere fischiato.

Che partita sarà quella contro l'Inghilterra? Dove possiamo vincerla?

L'Inghilterra è una squadra fisica, noi siamo tecnici. Bisogna cercare di farli correre. Loro sono forti sugli esterni, ma i due centrali (Stones e Maguire, ndr) sono lenti. Magari qualche errore possono farlo. Nella velocità e nell'attaccare la profondità possiamo essere devastanti.

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