Il 29 gennaio 2025 rimarrà per sempre una data speciale per Giacomo De Pieri: il gioiellino della Primavera dell'Inter, a 18 anni e un mese, ha potuto fare il suo esordio in Prima Squadra. Tutto questo in un'occasione tutt'altro che banale: in Champions League, a San Siro, davanti a più di 71.000 spettatori. Un momento indimenticabile anche per chi lo ha visto crescere: Davide Andretta, suo allenatore ai tempi della Liventina, lo racconta ai microfoni di Fcinter1908.
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ESCLUSIVA Andretta: “De Pieri talento diverso da chiunque altro. Una volta in un torneo…”
Che effetto ti ha fatto vedere uno dei tuoi ragazzi debuttare in Champions League?
"Una serata da brividi. Anche prima di andare a letto mi sono riguardato 40 volte l'entrata in campo di Giacomo e anche l'azione dove sfiora pure il gol. Una cosa incredibile, faccio fatica a trovare le parole, alla fine è un'emozione anche per noi: in questi casi bastava non fare danni, lui aveva già tutto, ma vedendolo ieri sera ti fa pensare che anche qualcosa di tuo l'hai messo".
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A fine partita, tra i tanti messaggi ricevuti da Giacomo, non poteva mancare il tuo. La sua risposta non ha tardato ad arrivare...
"Giacomo arriva da una famiglia splendida, il papà e la mamma sono due grandissima persone. E lui, a mezzanotte e mezza, che avrà avuto il mondo che gli scriveva, ha trovato il tempo per dirmi "grazie mister!". Questo dimostra che tipo di ragazzo sia, lo è sempre stato, con i valori giusti. Proprio "un bravo fiol" come si dice qui".
Hai allenato Giacomo quando era solo un ragazzino, e già lì si intravedevano le sue grandi qualità.
"Abbiamo fatto insieme l'anno degli Esordienti (stagione 2018/19, ndr). Fu un anno trionfale, chiuso con la vittoria del Torneo U13 Fair Play Elite nella finalissima di Tirrenia: non perdevamo più una partita! Era una squadra di grandissimo livello, tanti di quei ragazzi sono andati in settori giovanili professionistici. Lui aveva qualcosa di speciale, ma era sotto gli occhi di tutti: non si poteva non notarlo, e ieri sera è stato il coronamento di questo percorso".
Con lui alla Liventina c'erano altri 2006 poi arrivati all'Inter come Zamarian e Granziera nel 2020 e Zouin nel 2023.
"Fino ai 14 anni non potevano uscire dalla Regione. Una volta compiuti i 14 anni lui, Zamarian e Granziera sono andati via. Giacomo oltretutto è del 29 dicembre, quindi andò via a metà stagione. È quasi un 2007, ragione in più che dimostra le sue qualità. Essendo un Centro di Formazione, l'Inter veniva più volte all'anno per vedere i ragazzi e per accompagnare anche i tecnici nel percorso di crescita: quando venivano a vedere gli allenamenti quei ragazzi si notavano".
C'è un episodio particolare che ricordi di Jack?
"Mi viene in mente un episodio durante un torneo: lui era sulla fascia sinistra del campo, tirò in porta ma chiuse troppo l'angolo. Una volta resosi conto che la palla sarebbe uscita ha fatto il giro della porta, passando da dietro, e riuscì a tenerla in campo. Una roba... E ieri sera, quando ho visto lo spunto che per poco non fa gol, quelli lì sono proprio i suoi colpi".
Alcune caratteristiche del De Pieri di oggi si vedevano già quando era un ragazzino di 12 anni?
"C'è da dire che Giacomo si è sempre allenato a mille. E lo faceva con serenità, era sempre felice, un ragazzo semplice e lavoratore. Non saltava un allenamento, sempre attento a quello che gli si diceva, andava d'accordo con tutti. E poi è altruista: non è scontato quando uno ha talento. Quanto alle sue qualità tecniche, quelle c'erano da sempre: era impossibile non notarlo. Ripeto: con uno così bastava non far danni, aveva già tutto".
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