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Sarà difficile guardare il match di stasera con distacco. Andrea Mandorlini ha il cuore diviso a metà fra Inter ed Hellas Verona: da un lato i ricordi dell'esperienza più importante della sua carriera da calciatore, dall'altro quelli relativi ai cinque anni seduto sulla panchina del Bentegodi. Lo abbiamo intercettato in esclusiva per Fcinter1908.it a poche ore dal match: "Nel calcio mai dare nulla per scontato, è una partita difficile per entrambe. L'Inter è ovviamente molto più forte, ma il Verona gioca in casa e davanti al suo pubblico va a caccia della prova d'orgoglio per provare a raccogliere punti importanti per la salvezza. Entrambe hanno bisogno di punti e non guarderanno in faccia all'avversario, è una gara da non sottovalutare".
Icardi pericolo principale per il Verona?
"E' chiaro che come tutti i grandi attaccanti può far gol alla prima palla disponibile, un po' come Higuain l'altra sera. Servirà concentrazione per provare a fermarlo, ma a volte neanche quella basta perché i valori sono così elevati che si va oltre.
Si aspettava un inizio così convincente da parte dell'Inter?
"Non se l'aspettava nessuno, neanche i diretti interessati, ma i risultati migliorano la condizione e l'autostima e adesso la squadra è equilibrata. Sono passate dieci partite, quindi un po' di verità c'è. E' solida, concreta, equilibrata e vuole far sul serio".
E' tutto merito di Spalletti?
"Indubbiamente lui ha tanti meriti, ma come tutti dicono è una squadra che i valori tecnici li ha, anche se finora era stata troppo altalenante. Luciano è stato bravo a darle equilibrio".
Si può pronunciare la parola scudetto?
"Non la pronunciano neanche Juventus e Napoli, quindi perché farlo? Bisogna vivere alla giornata e per adesso la giornata è molto bella. Credo comunque sia difficile che l'Inter molli ancora, per cui la vedremo in quelle zone per tutto il campionato".
A gennaio meglio intervenire sul mercato o lasciare le cose come stanno?
"Credo che in queste settimane Spalletti farà le sue valutazioni e poi si capirà se bisognerà fare qualcosa, ma al momento si deve solo pensare a scendere in campo e a vincere le partite. Non giocare le coppe è un bel vantaggio e credo ne terranno conto anche in sede di mercato".
Ce la farà la squadra di Pecchia a salvarsi?
"Glielo auguro, per tutti gli anni che ho vissuto lì e per il ricordo che ho di quella gente. Sarebbe un grandissimo risultato, ma la lotta è davvero dura".
Cuore diviso a metà: se la sente di fare un pronostico?
"Mi viene già difficile in generale, figuriamoci adesso. Posso dire soltanto che il pareggio non serve a nessuno, per cui mi auguro esca un '1' o un '2', mi va bene tutto".
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