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L'obbligo è tirarsi fuori da questo incubo al più presto, con compattezza e senso di appartenenza, tanto per citare un concetto caro al nuovo amministratore delegato, Beppe Marotta. L'Inter ha toccato uno dei punti più bassi degli ultimi mesi a San Siro contro il Bologna e l'umore del pubblico nerazzurro è più che nero. C'è chi invoca l'esonero di Spalletti, chi punta il dito contro Icardi, chi contro la squadra intera e la società. Insomma, la pazienza è finita. Per analizzare il momento dell'Inter e provare a capire quali potrebbero essere le giuste soluzioni per rialzarsi, FCInter1908.it ha intervistato in esclusivauno che di nerazzurro ha anche anima e sangue come Sandro Mazzola. Ecco le sue parole:
Buonasera Sandro. Allora, con il Bologna l'Inter ha davvero toccato il fondo?
La prima impressione è questa, sono d'accordo. Ma nel calcio queste cose possono succedere, eh. E' difficile dire perché la squadra sia arrivata a questo punto, bisognerebbe essere all'interno dell'ambiente per poterlo stabilire. Probabilmente la squadra si è a poco a poco rilassata e ha iniziato, partita dopo partita, a rilassarsi, arrivando a questi risultati negativi.
Se le nominiamo società, allenatore e giocatori, chi indica lei come maggior responsabile di questa crisi?
Bisognerebbe essere presenti ad Appiano tutti i giorni, vedere gli allenamenti e tastare la situazione della squadra. A me Spalletti è sempre piaciuto, come persona e come allenatore. Ma dal di fuori è difficile dare dei giudizi.
Non le sembra che a Spalletti stiano mancando un po' di idee? Al di là degli uomini a disposizione, quello che sembra mancare all'Inter è proprio il gioco.
Sai, ti parlo dei miei tempi: anche alla mia squadra poteva accadere che l'allenatore non indovinasse le marcature e il modo di giocare. Quando eravamo in campo, però, i 3-4 vecchi del gruppo a un certo punto dicevano: 'Cambiamo tutto'. Poi, succedeva che al termine del primo tempo l'allenatore diceva: 'Bene, ora cambiamo', e proponeva esattamente le soluzioni che avevamo già adottato noi. Con questo voglio dire che a volte sono anche i giocatori stessi che devono decidere cosa fare.
Possiamo dire che a questa squadra, dunque, manchino dei veri leader?
Penso di sì, servono giocatori come Godin. Un altro paio come lui sicuramente sarebbero utili.
Come lo spiega lei il fatto che, ormai da anni, cambiando allenatori, giocatori e proprietà, a un certo punto della stagione i nerazzurri si spengano quasi di colpo, quasi come se perdessero motivazioni?
In quello deve essere bravo soprattutto l'allenatore. Mi ricordo quando Helenio Herrera ci diceva: 'Io alleno prima la vostra mente, poi le vostre gambe'. Quindi probabilmente è un po' lì il problema, è questo quello che imputo a Spalletti. Magari lui ci prova anche, ma probabilmente i giocatori non rispondono a dovere.
Marotta nelle scorse settimane ha parlato di concetto di appartenenza. E' possibile che a questi giocatori manchi un po' di attaccamento alla maglia?
Io penso che una maglia così importante ti dà sempre qualcosa dentro. Ma non li conosco personalmente, è difficile dire qualcosa di definitivo. Potrebbe essere stato controproducente anche il fatto di aver cambiato tanto tutti gli anni, per creare un'amalgama di gruppo ci vuole tempo, a meno che non si disponga di 5-6 fenomeni assoluti.
Uno dei più criticati di queste ore è Icardi, che in queste occasioni pare quasi nascondersi per poi parlare tramite social. Il capitano dell'Inter non dovrebbe metterci la faccia in situazioni del genere?
No, secondo me in queste situazioni meno si parla e meglio è. Bisogna parlare dentro lo spogliatoio, ed è quello che Icardi dovrebbe fare in qualità di capitano. Non so se lo faccia, ma fuori non serve. Non sono d'accordo con i tifosi dell'Inter che lo volevano davanti alle telecamere dopo la partita contro il Bologna, anche perché poi la stampa potrebbe facilmente metterti in difficoltà e costringerti a fare nomi e cognomi. E questo non è giusto.
Cosa dovrebbe fare la società secondo lei? I tifosi invocano a gran voce l'esonero di Spalletti...
Io darei ancora fiducia a Spalletti e al massimo gli starei vicino come società. Ma, da quello che ho seguito, è una persona valida.
In caso di esonero, come vedrebbe uno come Cambiasso sulla panchina nerazzurra?
Io soluzioni così drastiche le lascerei da parte, starei attento a fare certe scelte.
Eventualmente, per l'anno prossimo, Antonio Conte potrebbe essere l'allenatore giusto per permettere all'Inter di risalire?
Io, come detto, aspetterei a prendere qualsiasi decisione, perché ribadisco che per me Spalletti è un ottimo allenatore. Ma, se parliamo di Conte, è chiaro che parliamo di uno dei migliori allenatori che ci sono in giro.
Ora gli obiettivi rimasti sono arrivare in fondo all'Europa League e difendere il terzo posto in campionato. Spalletti può ancora farcela?
Secondo me sì, a patto che lavori bene con la testa dei giocatori. Quello dell'Inter non è un problema di gambe, ma psicologico. Ora anche in campionato c'è da lavorare e da un certo punto di vista secondo me è anche meglio, perché ora c'è solo da mettere la testa giù e pedalare.
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