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ESCLUSIVA Mentana: “Spalletti preso in giro. Ecco la mia proposta per un’Inter insieme a Suning”

Daniele Vitiello

Il direttore di TG LA7 ha parlato ai microfoni di FcInter1908.it

La sudata vittoria casalinga sul Bologna non aveva ingannato nessuno. L' Inter sembra regredire partita dopo partita, senza che nessuno dai piani alti intervenga per assicurare allo staff tecnico l'adeguata vicinanza in un momento delicato come questo, che rischia di far sfumare l'ennesima stagione. Ira e delusione hanno colpito tutti i tifosi, feriti nell'orgoglio già per quanto accaduto nelle ultime campagne acquisti. Enrico Mentana, direttore di TG La7, è tornato a parlare ai microfoni diFcInter1908.itper approfondire il suo punto di vista e provare a consigliare una soluzione per uscire dal loop che attanaglia la Beneamata: "Viste le reazioni (che ci stanno tutte, anche quelle offensive, stiamo parlando di una passione comune) voglio spiegare la mia opinione, davanti a una situazione difficile. Senza giri di parole: se bisogna costruire la prossima stagione bisogna intanto decidere: piena fiducia a Spalletti, o  no? Io credo assolutamente di sì. Ma non bisogna prenderlo per i fondelli promettendogli rinforzi che poi non arrivano. Come è successo nella seconda metà del mercato d'agosto e come è successo in modo tragicomico a gennaio. I laudatores della proprietà cinese obiettano: ma c'è l'obbligo di bilancio rispetto alla Uefa. Tutti sanno che non è solo così, e che gli Zhang sono stati obbligati a non investire ulteriormente sull'Inter dalle autorità di Pechino. Legittimo obbligo, per carità: ma così si dimostra che la società non è strategica per Suning e gli investimenti sono condizionati a contingenze esterne. Se anche in estate l'Inter sarà impigliata dentro le maglie del Fair Play Finanziario, magari fuori dalla Champions, sarà costretta a fare il mercato a partire dai proventi delle cessioni di Icardi e Skriniar, cioè dopo essersi enormemente indebolita. Ma in ogni caso, a partire da quali input? Quale è la linea di Suning? Chi ha mai sentito qualcosa in più del "Forza Inda" iniziale? Il silenzio e l'opacità che trapelano da Nanchino sono il vero male della società: Suning non ha mai fatto un comunicato per dire ad esempio che le regole imposte dal governo cinese le impedivano nuovi investimenti sull'Inter. E mai da Nanchino è arrivata una chiara investitura a un dirigente in Italia perché faccia da timone e da parafulmine. Spalletti è stato raggirato sul mercato e lasciato solo nel momento di difficoltà. Avete sentito una sola voce sopra di lui in questi mesi?".

Una cattiva organizzazione che finisce per influenzare inevitabilmente anche l'operato dei vari dirigenti:"L'immagine che ha fatto male di più è quella di un grande dirigente come Sabatini fare avanti indietro con Ausilio tra la sede e gli hotel del calciomercato di gennaio alla vana ricerca di una gabola per il prestito di Pastore. Il più reputato dirigente calcistico italiano, alle dipendenze dirette di un gruppo che pesa come il Pil della Slovenia, col cappello in mano, vanamente. È da questi elementi che nasce l'esigenza di avere un'ancora italiana per l'Inter. Qualcuno che possa decidere senza dover comporre il prefisso di Nanchino anche solo per saldare il conto del bar".

Quale soluzione per la Beneamata allora?"L'Inter ha un presidente invisibile, e che per la verità i tifosi preferiscono non vedere in tribuna. Thohir non conta, ma ha il 30% delle azioni. Possono tornare in mani italiane? Nessun singolo imprenditore vuole o può acquisirle? E allora pensiamo a forme di azionariato diffuso, nel rispetto dei vincoli di legge. Si crei un veicolo finanziario lecito e trasparente in cui confluiscono secondo le loro possibilità i tifosi-investitori. Per quel che mi riguarda lo può amministrare finanziariamente chiunque abbia la fiducia dei tifosi, abbiamo avuto tre sindaci di Milano di fila interisti e tante figure di rilievo del volontariato, del sindacato, dei movimenti per i consumatori che sanno far di conto e sono onesti. Si potrebbe contrattare con la proprietà cinese di rilevare la quota Thohir e assumere la gestione operativa, lasciando a Suning tutte le scelte di commercializzazione e valorizzazione del marchio a cui è stata così sensibile in questo periodo. Scegliamo due capi progetto, general manager e allenatore (per me vanno benissimo Sabatini e Spalletti) e formalizziamo la modifica dell'assetto proprietario in modo tale da non dover soggiacere ai vincoli di Pechino per gli investimenti. Investimenti che curiosamente Suning non può fare sulla squadra ma invece è pronta a sostenere sullo stadio e sul business del centro sportivo-commerciale che potrebbe sorgere lì davanti: ora, lo dico chiaramente, i tifosi sono appassionati ma non stupidi...".