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ESCLUSIVA Montanari: “InterSpac? Il problema vero è uno. Oaktree? Se prende l’Inter…”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato il giornalista per parlare dei temi caldi di casa Inter, dalla situazione di Suning al futuro societario

Poco più di un mese fa, l'Inter di Antonio Conte alzava al cielo di San Siro il trofeo del 19° scudetto della storia nerazzurra. La festa tricolore, però, ha ben presto lasciato spazio alle emozioni contrastanti, alle incognite. Sul futuro dell'Inter, infatti, si sono aperti scenari nuovi: Conte ha salutato la compagnia, Hakimi è sul piede di partenza e Oaktree Capital Managment, fondo californiano, è entrato nell'orbita interista con un prestito da 275 milioni di euro (50 già versati) con la possibilità di prendere, nell'arco dei prossimi tre anni, il controllo della società di Viale della Liberazione.

Il tutto, mentre sulla scena si fa sempre più seria e determinata la posizione di Interspac, società che, con a capo Carlo Cottarelli, è pronta a promuovere un'Inter sul modello Bayern Monaco, retta (almeno in parte) dall'azionariato popolare. Per fare un quadro della situazione in casa nerazzurra, FCInter190.it ha intervistato in esclusiva Andrea Montanari, noto giornalista di Milano Finanza.

La Reuters parla del possibile passaggio del 40% di Suning.com nelle mani di Alibaba, nonostante le smentite arrivate da Nanchino. Quanto è realistico questo scenario? Qualora si concludesse realmente questo affare, in che modo influirà sull'Inter?

Bisogna capire bene che, anche qualora Alibaba acquistasse il 40% delle quote di Suning.com, non diventerebbe proprietario dell'Inter. La questione è: se Suning non ha trovato dalle banche per rifinanziare il bond immesso anni fa, se Goldman Sachs non ha finanziato un nuovo bond e se la proprietà si è dovuta rivolgere a un fondo distressed o turn-around come Oaktree, significa che Suning non vuole mettere altri soldi nell'Inter. Non so se li ha e non vuole metterli o altro, ma Suning, essendo un gruppo solido, avrebbe potuto chiedere un rifinanziamento del bond. Se le banche non l'hanno fatto, evidentemente qualche problema c'è. In Cina, purtroppo, non c'è totale trasparenza.

Nelle scorse settimane, Suning ha chiuso con Oaktree la trattativa per un finanziamento da 275 milioni di euro. Quante possibilità ci sono che l'Inter, nell'arco dei prossimi tre anni, passi nelle mani dei californiani?

Oaktree è un fondo distressed. Ossia, prende aziende in difficoltà e che solitamente compra debiti. In questo caso, ha prestato soldi a un tasso d'interesse alto, ovvero del 12%. Se Suning sarà in grado di pagare il debito, Oaktree sarà semplicemente un soggetto che ha prestato una certa somma. Ma, anche se nessuno al momento sa, potrebbe anche accadere che Suning non riuscisse a ripagare il debito, potrebbe accadere ciò che è successo tra Elliott e il Milan, con Oaktree che diventerebbe proprietario dell'Inter. Non sappiamo se Suning sarà in grado o no: la famiglia ha dichiarato di essere in grado. Solo il tempo può dire se sarà effettivamente così. Ma non c'è nulla di scandaloso, è stata una normale operazione finanziaria.

Quale potrebbe essere la strategia di Oaktree per il club nerazzurro qualora effettivamente prendesse il controllo della società?

I fondi solitamente non restano in una società a lungo, salvo casi eccezionali. Elliott, per esempio, è ancora nel Milan perché evidentemente non ha ancora trovato un compratore alla cifra richiesta. Il tema è: possiamo calcolare anche facilmente il valore di un club di calcio, ma chi è disposto a spendere certe cifre? Elliott ha investito nel Milan circa 650 milioni, cedendo vorrà rientrare dall'investimento. Oaktree penso potrebbe fare lo stesso, tagliando i costi e abbattendo il debito per poi rivendere. L'Inter, in questo momento, deve vendere. Se Conte, che guadagnava 12 milioni l'anno e dopo aver vinto lo scudetto, non è rimasto, evidentemente qualche problema c'è. Altrimenti non ci penseresti troppo a restare. Per me è un piccolo segnale. Un altro segnale potrebbe essere la cessione di Hakimi. Bisogna recuperare le perdite, giusto vendere. Non ci vedo nulla di male, sono politiche industriali.

Su tutti questi discorsi non può non avere un peso la vicenda stadio. A che punto siamo? Quali sono i tempi?

Credo che fino alle elezioni in autunno (si parla di metà ottobre, anche se non c'è ancora una data) non si deciderà niente, nonostante le aperture delle ultime ore. Il vero tema è: si farà lì? Si farà un solo impianto per entrambe le squadre? In teoria sì, anche se penso che non sia molto conveniente avere un impianto in comproprietà. E' vero che spendi la metà, ma è anche vero che incassi la metà. E incasseresti la metà eventualmente anche rivendendo. Lo stadio diventerà oggetto di campagna elettorale. La strada è segnata e porta alla realizzazione del nuovo stadio a San Siro. Lo stadio, secondo me, fino al 2025 non sarà pronto.

Che differenze ci sono tra Oaktree ed Elliott, il fondo che ha preso il controllo del Milan?

Elliott è un fondo attivista, ovvero un fondo che entra direttamente nel capitale di una società e chiede operazioni straordinarie al managment e alle aziende in cui sono. Oaktree fa tutt'altro: compra aziende in difficoltà, oppure crediti dalle banche. In questo caso, si è fatto dare in pegno alcune cose, come la quota di controllo dell'Inter in mano a Suning, ma non solo. E' una tipica operazione finanziaria.

In questi giorni sta prendendo corpo, per l'Inter, anche l'ipotesi dell'azionariato popolare con Interspac. Quanto è percorribile questa pista? All'Inter è applicabile un modello stile Bayern Monaco?

Sulla carta il progetto è bello e stimolante. Ma ci sono alcuni aspetti da considerare. Primo fra tutti, bisogna capire se l'azionista vuole vendere o vuole allargare l'azionariato. Al momento, mi sembra più una cosa di facciata. Da quello che so e che mi hanno riferito fonti di Interspac, per gestire un club e tenerlo ad alto livello ci vogliono 100 milioni annui. Trovare 100 milioni all'anno significa trovare investitori che, ipotizzando un impegno quinquennale, mettano nella società più di 500 milioni. Cottarelli è ambizioso, parla di provare a raccogliere più di 350 milioni. Ora, di tifosi illustri ce ne sono, ma arrivare a quella cifra non è uno scherzo, non parliamo di noccioline. Potrebbe essere una soluzione intelligente, perché no. Il problema è capire se Suning è disposta ad accogliere il capitale. Gente pronta a puntare una fiche ce n'è, anche tra colleghi milanesi. Ma un conto è mettere una cifra simbolica, un altro è trovare investitori che mettano somme ingenti. Il calcio costa, bisogna avere la forza di sostenere questo business. Trovare certe cifre non è facile, se ci riuscissero tanto di cappello. Ci sono personalità valide.