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ESCLUSIVA Moriero: “Inter, Conte migliore al mondo. Sogno Allan. Uefa 98? Prima di entrare dissi a Simoni…”

Marco Macca

Veniamo all'attualità. Perché secondo lei questa squadra non riesce mai a fare il salto di qualità? Forse mancano quelle qualità che appartenevano alla sua Inter?

Il calcio è cambiato. La mia Inter aveva grandi campi, grande qualità. Giocatori difficili da vedere oggi, anche per professionalità e attaccamento alla maglia. Oggi a fare la differenza è soprattutto l'allenatore. Si vedono delle cose incredibili. L'Inter sta facendo il suo percorso: deve entrare nelle prime quattro e sono sicuro che lo farà. Poi ci sarà modo di migliorarla, dato che ha bisogno di più qualità e fantasia. Ci vogliono giocatori che facciano la giocata e che possano risolvere la partita da un momento all'altro. L'Inter è sempre l'Inter e servono giocatori di livello superiore. Leggevo un'intervista in cui Moratti diceva che avrebbe voluto prendere Mbappé: beh, quelli sono i giocatori che lui avrebbe fatto di tutto per prendere. Era un sentimentale, uno che vedeva un giocatore forte e lo andava a prendere. Bisogna entrare in quest'ottica: c'è una nuova società, c'è Marotta, sono sicuro che lo faranno. L'Inter non solo deve lottare per vincere lo Scudeto, ma anche per lottare in Europa.

Anche perché, tornando ai suoi tempi, nessuno immaginava che Moratti potesse andare a prendere Ronaldo dal Barcellona. Magari i tifosi è giusto che tornino a sognare...

Adesso è importante raggiungere la Champions. Poi si valuteranno le situazioni, ma sarebbe importante che all'Inter tornassero i grandi campioni, con tutto il rispetto dei giocatori che ci sono oggi. Mi piacerebbe vedere qualcosa di diverso. Non dimentichiamoci che, l'anno dopo l'arrivo di Ronaldo, ci fu quello di Baggio, che si aggiunse a Ronie, a Recoba e a tutti gli altri. La qualità all'Inter non è mai mancata.

Quante responsabilità ha Spalletti in questa situazione?

Quando i risultati non sono quelli previsti, è sempre responsabilità dell'allenatore. Io reputo Spalletti uno degli allenatori più preparati d'Italia e d'Europa, sono sempre i giocatori che scendono in campo e che devono fare la differenza. L'allenatore negli ultimi anni è diventato un elemento importantissimo. Il campionato italiano è molto difficile. A Spalletti non do nessuna colpa.

Le facciamo una domanda scomoda: Conte e Mourinho sono liberi e sono probabilmente fra i primi 5 allenatori del mondo. Non si rischia, non ingaggiando uno di loro due, di perdere un treno che non passa poi così spesso?

Io non sono la società. Normale che, se si dovesse cambiare allenatore, vorrei Conte o Mourinho. Mou ha raggiunto il Triplete, Antonio è al momento il miglior allenatore al mondo. Normale che l'Inter debba puntare a questo tipo di allenatori, anche se Spalletti è un allenatore importante. Bisogna anche vedere il materiale umano a disposizione. Simoni era uno che ci lasciava sempre tranquilli e abbiamo vinto al Coppa UEFA, sfiorando lo Scudetto. Per cui, l'allenatore è importante, ma altrettanto lo sono i giocatori, che devono scendere in campo sempre per dare il meglio per la maglia.

I tifosi, dopo tanti anni senza vittorie, continuano a riempire San Siro a ogni partita. E' giusto che ora Suning dia loro delle risposte importanti a cominciare dal mercato?

I tifosi dell'Inter non li scopriamo certo oggi. Tramite i social, i tifosi dell'Inter ancora mi ricordano dopo 21 anni. Oggi è un bel giorno e mi hanno invaso di messaggi. Il tifoso dell'Inter è quello. E' sempre presente e ha fame di vittorie, vuole tornare a vincere. Credo ci sia la società giusta in questo momento per poterlo fare. Ora è importante raggiungere il 4° posto, poi club e allenatore si siederanno a un tavolo per decidere chi mantenere e chi mandare via. Adesso, però, è prematuro.

Ci dice il nome di un calciatore che sogna di vedere in maglia Inter?

Ce ne sono tanti: a me piacciono giocatori tipo Allan, gente di qualità che ara il campo. Mi piace El Shaarawy. Ci sono giocatori importanti anche in Italia, non bisogna andare per forza all'estero. Ma devono essere giocatori che facciano la differenza.

Il calcio è cambiato tantissimo dalla notte di Parigi a oggi. Come sarebbe stato accolto nel vostro spogliatoio Icardi dopo tutto quello che è successo in questi mesi e dopo le foto pubblicate in questi giorni?

Il nostro spogliatoio era formato da grandi giocatori, ma soprattutto da grandi uomini. Gente come Ronaldo arrivava al campo d'allenamento prima degli altri e usciva dopo tutti. Ma questo valeva per tutti: noi andavamo alla Pinetina alle 10.30 nonostante l'allenamento fosse alle 14.30 proprio per stare tutti insieme. Per essere forti, bisogna essere gruppo, e questo dipende anche dall'allenatore. Noi avevamo giocatori di personalità come Zanetti, Zamorano, Simeone, Winter, che riuscivano a mantenere il gruppo in una certa maniera, anche se non ce n'era bisogno. Quello che è successo quest'anno non lo so e non lo voglio sapere, perché non mi piace criticare la gestione di altri o comportamenti. Io penso che un giocatore sia sempre un professionista e debba sempre comportarsi in favore della squadra e mai guardando agli interessi personali, che è la cosa più sbagliata che ci sia. C'è una società che tirerà le somme. Non mi è mai successa nella carriera una cosa così, ma posso dire che ho sempre giocato con persone per le quali lo spogliatoio era sacro. Nessuno si è mai permesso di alzare la voce o fare qualcosa che andava contro il gruppo.

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