Su Twitter abbiamo letto un suo commento sulla situazione relativa alla panchina dell'Inter: Conte è davvero pronto a prendere in mano l'Inter e c'è davvero lui dietro la scelta della decisione della società di scegliere Marotta?
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Alcune mie fonti mi hanno detto che, contattato dalla società e dai proprietari, Conte avrebbe chiesto un dirigente di riferimento. E' una cosa abbastanza logica, visto ciò che è successo al Chelsea, visti i suoi conflitti con Marina Granovskaia. E' entrato in collisione con lei, sono stati acquistati dei giocatori che lui non voleva. E' ovvio, dunque, che se va in una società vuole avere un dirigente di riferimento, uno di cui si fida. La scelta di Marotta è abbastanza logica. Poi, può darsi che tutto ciò non sia assolutamente vero e chi mi ha detto questa cosa abbia delle informazioni totalmente sbagliate, ma sarebbe comunque un comportamento molto logico.
Ma, secondo lei, Antonio Conte potrebbe essere l'allenatore giusto per questa Inter?
Conte è un allenatore molto bravo a ricostruire, lo ha fatto vedere alla Juventus. Molti fanno il paragone con Lippi e la sua esperienza all'Inter: non è la stessa cosa. Conte è un allenatore molto bravo nel scegliere la sua squadra, allenarla e a concentrarsi sul suo lavoro. Ha ottenuto dei risultati molto importanti, è un tecnico di assoluto valore. Ha vinto tanto in Italia, ha vinto la Premier e non è da poco. Se prendi un allenatore come Conte, sposi una linea: la sua è 'decido io tutto', vuole fare il manager a tutto tondo, dando in prima persona le indicazioni alla società. E' una linea abbastanza rischiosa, perché gli allenatori passano, mentre la società resta. Deve essere il club in grado di scegliere e valutare le personalità. Nell'Inter questa cosa è abbastanza carente. Se l'Inter è disposta a sposare quella linea, Conte è un allenatore molto competitivo, in grado di portare vittorie. Sempre che il pubblico nerazzurro riesca a superare l'antipatia che ovviamente c'è nei confronti di un allenatore che ha una lunghissima permanenza nella Juventus.
A proposito di Juventus, lei prima ha fatto riferimenti a possibili pressioni esercitate nei confronti dei mass media. Non crede che queste possano riflettersi in qualche modo sull'atmosfera che si crea in campo e nelle partite?
Secondo me stiamo parlando di due piani diversi: quello strettamente sportivo e quello politico. In un sistema in crisi, soprattutto per quello che riguarda televisioni e giornali sportivi, una società di calcio che ha alle spalle un'azienda che è FCA e che investe 106 milioni di euro di pubblicità sui media è ovvio che abbia un occhio di riguardo rispetto a una società che in questo aspetto non investe una lira. Sono considerazioni molto semplici, mi meraviglio che molta gente non le faccia: basta vedere gli sport pubblicitari durante le partite, basta vedere chi sono gli inserzionisti di tv e giornali. Potrei dire che è anche logico, ma potrei anche dire che lo è meno il fatto questi investimenti mettano chi li fa nelle condizioni di pretendere oltre il lecito. Una pressione politica ingiusta nei confronti degli altri competitor che non hanno le stesse somme da investire e che devono adattarsi a una situazione di palese disparità.
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