Uno dei prodotti più interessanti sfornati di recente dal settore giovanile dell'Inter è Giacomo Stabile: difensore centrale, classe 2005, fisico ben strutturato e piede mancino molto educato, bravo sia in marcatura che in impostazione. Entrato nel vivaio nerazzurro quando aveva solo 10 anni, proveniente dall'Enotria (Centro di Formazione interista), Jack ha scalato tutte le categorie giovanili fino ad arrivare in Prima Squadra, rimanendo aggregato al gruppo guidato da Simone Inzaghi per buona parte della scorsa stagione, senza però riuscire ad esordire. In estate è arrivato il trasferimento all'Alcione, in Serie C, dove ha già collezionato 7 presenze e conquistato il premio di miglior calciatore del mese di ottobre e la convocazione in Nazionale U20. Un ragazzo serio, determinato e con la testa sulle spalle, che ai microfoni di Fcinter1908 ha raccontato sogni e obiettivi, tra presente e futuro.
ESCLUSIVA
ESCLUSIVA Stabile: “Alcione scelta giusta. Tornare all’Inter? Un sogno. In futuro…”
Partiamo dall'attualità: come ti stai trovando all'Alcione?
"Mi sto trovando molto bene, ho avuto la conferma di quello che avevo percepito parlando con il direttore la prima volta che sono venuto a vedere il centro sportivo. Sono in un ambiente dove mi danno la possibilità di esprimermi come calciatore e come persona, c'è un bellissimo spogliatoio, anche i più grandi sono tutti alla mano, tutti si sono messi a disposizione. Mi trovo molto bene anche con lo staff".
In estate hai ricevuto molte proposte: cosa ti ha spinto ad accettare quella dell'Alcione?
"L'incontro che ho avuto con il direttore mi ha convinto subito, mi ha fatto capire dove sarei arrivato. Mi disse una cosa molto importante: l'anno scorso non ho avuto molta continuità, ma mi ha dato subito grande fiducia. Io volevo che quest'anno, per me, fosse quello della ricostruzione: da quell'incontro ho percepito che questo potesse essere il posto giusto".
Dopo questi primi mesi si può dire che hai trovato ciò che ti aspettavi?
"È esattamente quello che mi aspettavo. Qui non manca nulla: chiaramente non è Appiano Gentile, ma si sente dalla società grande vicinanza e appoggio. Abbiamo tutto quello di cui c'è bisogno per lavorare bene".
Qualcuno poteva pensare "ha scelto l'Alcione che è una realtà piccola solo per stare vicino a casa e restare nella sua comfort zone, anzichè mettersi alla prova in una squadra più blasonata". La realtà dice che l'Alcione, da neopromossa, è in piena zona playoff...
"Un altro aspetto emerso durante quel famoso primo incontro con il direttore fu proprio questo: qui non volevano fare gli ultimi arrivati. Sappiamo di essere "nuovi" per la categoria, ma non ci poniamo limiti. La cosa bella di essere qua è che ogni allenamento e ogni partita li affrontiamo con l'umiltà degli ultimi della classe, ma senza alcuna paura. Sappiamo che possiamo mettere in difficoltà chiunque con il nostro gioco, e queste partite fin qui ci hanno dato ragione. Ho trovato un ambiente molto competitivo, come mi aspettavo".
Quali differenze hai trovato tra il calcio che si gioca in Primavera e quello della Serie C?
"Sicuramente ci vuole più malizia, che non vuol dire per forza cattiveria. Ci sono differenze nello scontro fisico: in Primavera ero uno dei più grossi fisicamente, oggi mi ritrovo a confrontarmi con attaccanti che hanno fatto categorie importanti, che se devono alzare il gomito lo alzano, se devono venirti addosso a palla lontana lo fanno senza problemi. È un calcio diverso, che bada meno all'estetica e molto di più alla concretezza".
Dopo un periodo iniziale di ambientamento ti sei preso una maglia da titolare e sei stato premiato come player of the month di ottobre: ti aspettavi di trovare da subito questo spazio?
"Non nascondo che, dopo l'ultima stagione in cui ho avuto poca continuità, ero un po' dubbioso sul fatto di venire a giocare in Serie C perchè mi mancava alcune conferme. Dopo la mia gara di esordio con il Vicenza e quella successiva contro il Novara ho iniziato a prendere le misure con la categoria: questo non vuol dire che adesso sia facile, sono solo agli inizi, ma ho iniziato a capirla meglio, a non tirarsi indietro quando c'è da fare un contrasto un pochino più aggressivo, a pensare meno a fare un bel passaggio, visto che mi piace impostare, ma a essere concreto e ordinato".
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