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Per tutto il suo popolo, l'Inter è un 'terribile' amore. Fatto di emozioni inspiegabili, incalcolabili, imprevedibili. Fatto di sogni e l'istante dopo di incubi, di lente sofferenze e ferite mai guarite, di orgoglio misto a incondizionata passione. Da qualsiasi prospettiva la si guardi, l'Inter è unica. Per i suoi tifosi, per il ruolo che fin dalla sua fondazione, in quella notte del 9 marzo 1908, ha ricoperto per la storia del calcio, italiano e non solo. E, nel giorno del suo 111° compleanno, FCInter1908.it ha deciso di celebrare questo grande amore e questa grande storia intervistando in esclusivaGiacomo Ciccio Valenti, conduttore e noto tifoso nerazzurro, che ci ha raccontato la sua passione per l'Inter, tra ricordi e speranze, tra passato e attualità.
Allora Giacomo. L'Inter compie 111 anni: che dire, nonostante l'età, rimane sempre bella.
E' una gran gnocca di 111 anni. L'Inter è una questione di amore, anche perché ultimamente, razionalmente, è molto difficile mantenere la barra dritta. Ma l'amore è l'amore e quando uno si ama lo fa a prescindere, ci si accetta e, anzi, forse ci si innamora ancor di più delle debolezze.
Il primo pensiero che ti viene in mente se ti pronunciamo la parola Inter.
Nerazzurro. Un bagno di folla nerazzurra che arriva da qualsiasi estrazione sociale, diversità, ma unita dall'amore per questi due colori, per i quali si prova un'attrazione totale.
Qual è il tuo ricordo più bello legato ai colori nerazzurri?
Ovviamente Madrid, è abbastanza evidente. Mi ha stupito molto mia moglie il giorno delle nozze: lei, romana e romanista, si è presentata con un braccialetto nerazzurro. Ha capito perfettamente cosa volesse dire per me. Aveva un abito bianco molto elegante e a un certo punto ha tirato fuori questo braccialetto.
Il tuo campione preferito?
Sono cresciuto con Facchetti. Io sono del '66, per me è stato un punto di riferimento. Avevo 9 anni e mio padre mi portò ad Appiano Gentile: un suo collega era nel Consiglio d'Amministrazione dell'Inter e a un certo punto questo mio mito assoluto mi chiamò su, dove c'era la sala del biliardo, per permettermi di fare le foto con lui. Fu lui a chiamarmi, per dire la grandezza di Facchetti. E' una cosa che ho raccontato ai suoi cari: un bambino chiamato dal capitano dell'Inter e dal mito per fare delle foto, aveva capito la mia timidezza. Se penso a cose così e a chi purtroppo ha tenuto la fascia di capitano in questo periodo, non c'entra una mazza.
Una partita che vorresti rivedere e una che cancelleresti dai tuoi ricordi.
E' stata una partita splendida nel risultato, anche se non credo di volerla rivedere perché stavolta temo che non ce la farei: Barcellona-Inter al Camp Nou. Lì mi si è fermato il cuore. Dico solo che nel viaggio di ritorno, in aereo, quando ho realizzato che saremmo andati a giocarci la finale sono scoppiato a piangere da solo. Quella che cancellerei? Vabbè, a maggio c'è un giorno cupo cancellato.
Qual è la più grande "pazzia" che hai fatto per l'Inter?
Nel dicembre del 2009, quando dal sorteggio è uscito il Chelsea per gli ottavi di finale di Champions League, dissi a un mio carissimo amico regista: 'Che cosa fai il 15 marzo? Andiamo a Londra, vinciamo col Chelsea e vinceremo la finale'. Ho investito soldi, producendo uno speciale. Una cosa da pazzi, dato che non succedeva da 45 anni. Me lo sentivo, forse l'Oroscopo... Ma è andata bene. Lo proposi all'Inter, ma per scaramanzia non ebbero il coraggio di aiutarci nel cammino, almeno non fino alla finale. Non lo fecero per cattiveria, ma era qualcosa che andava contro le leggi della scaramanzia.
Veniamo alla stretta attualità. Tu, come tutti i tifosi, hai vissuto momenti certamente migliori della storia nerazzurra. Cosa manca per tornare a gioire come un tempo?
Mancano la cultura interista e quella della vittoria. Bisogna capire come la pensa il tifoso e tornare ad allenarsi alla vittoria. Ricordo la prima Coppa Italia di Mancini: tutti la snobbavano, ma il fatto di poter festeggiare sicuramente ci mancava. Il fatto di poter tornare a vincere fortifica. Quello che certamente non manca è l'amore dei tifosi: ce ne sono 60 mila ogni domenica, spendono soldi e fanno chilometri per l'Inter.
Ti piace il nuovo corso targato Marotta? La nuova linea societaria sembra piuttosto dura...
Non è un problema di linea societaria, ma piuttosto di riuscire ad affrontare i problemi ogni volta che si presentano. Finora condivido tutto o quasi, vorrei farlo anche a fine anno. Vorrei che la prossima guida, che possa essere Spalletti o un altro, possa dire di essere felice. Io sono interista, e quando uno lavora per l'Inter ha il mio appoggio. L'Inter dei record è stata condotta da un allenatore che più lontano dal nerazzurro non si poteva come Trapattoni, ma era un esempio per tutti quelli della mia generazione, perché era uno che non mollava mai, che sapeva osare al momento opportuno e che dava quadratura, che si metteva in tuta piuttosto che mettersi in giacca e cravatta tanto per. Sarò felice di chi ci porterà a vincere, purché sappia cosa significa essere all'Inter.
Anche di uno come Conte, dunque?
Fino a Conte arrivo, ad Allegri no, nonostante sia mio concittadino. Chiaramente, se domani mattina dovesse arrivare Mourinho sarei ancora più felice. Va bene anche Conte, perché penso che abbia molta voglia di riscatto, al contrario di Allegri che forse ha un po' la 'panza' piena. Quando Conte allenava la Nazionale, ti confesso che ho tifato per questa voglia di non mollare mai. Non ho nulla contro Allegri, anzi: conosco Massimiliano e magari a pelle mi è anche più simpatico, ma non mi sembra così trascinante come Conte.
Se dovessi scegliere un giocatore che più di ogni altro ti piacerebbe vedere in maglia Inter, chi sarebbe?
Mi piacerebbe che venissero spesi dei soldi per giocatori in grado di creare un progetto vero. Ricordo sempre che quando abbiamo rottamato Ibrahimovic, che è andato via perché voleva andare a vincere la Champions a Barcellona, dalla sua rottamazione abbiamo acquistato campioni strepitosi, che avevano qualità morali che Ibra si sognava. Da Eto'o a Lucio a Sneijder. Milito.
Veniamo alle note dolenti: un tuo commento sulla questione Icardi.
Icardi non ha la minima consapevolezza di cosa sia l'Inter e non capisco come abbia potuto fare il capitano in questo periodo. Non sa assolutamente niente di cosa sia l'Inter. Parla sempre all'io e mai al noi, cosa che un capitano dovrebbe fare. Non siamo interisti perché viviamo in un attico vicino a San Siro. Non è gente che va mandata via, perché comunque ha un valore. Ma se uno non vuole stare all'Inter, abbiamo fatto a meno di un sacco di gente: abbiamo visto andar via Ronaldo, Ibrahimovic, Maicon; abbiamo visto smettere Zanetti, ma scherziamo? Ma vogliamo mettere le qualità morali? Poi, uno che mette condizioni per giocare nell'Inter non ha capito una mazza. Che condizioni vuoi mettere per giocare nell'Inter? Come se un tifoso partisse da Lecce per venire a veder giocare la squadra e ponga la condizione che si vinca. Si assume il rischio chi paga per vedere l'Inter, e tu che vieni pagato in maniera incredibile, poni delle condizioni? Per favore... Grazie, è stato un piacere. Ora è una moda, quella di 'mollare' la situazione. Onestamente, lo sostenevo anni fa che non potesse fare il capitano dell'Inter uno che va a prendere il pallone per i tre gol segnati dopo la sconfitta di Firenze; o la moglie che lo offre al Napoli. E' la festa dell'Inter, e penso che Icardi sia quanto di più lontano possibile dal compleanno dell'Inter. Non scherziamo: abbiamo 111 anni noi, siamo nati al ristorante "L'Orologio" alle 23.30 del 9 di marzo del 1908, non scherziamo.
Cosa ne pensi di Wanda Nara?
Può essere la procuratrice, la moglie, la zia, la cugina, la nonna. Può ciccare un intervento, ma se cicca anche il secondo e il terzo... Se va a Tiki Taka a dire quelle cose, i casi son due: se è vero che lo pensa lei, non penso che il giorno dopo ci sarebbe stato ancora questo caso, in caso contrario è stato lui a dettare certe cose. Se mia moglie si permettesse di dire qualcosa contro il mio lavoro, quando torno a casa ci dovranno essere delle spiegazioni.
Lo faresti lo scambio Icardi-Dybala?
Ma no, sono anni che cercano di riciclare Dybala, perché hanno fatto un investimento con lui e Higuain che evidentemente non ha dato i frutti che speravano. Prima lo hanno fatto con Higuain, facendo credere che fosse stata l'Inter a cercare lo scambio con Icardi. La Juventus è strepitosa dal punto di vista della comunicazione, ma siccome faccio questo lavoro, li 'sgamo'. Stanno provando in tutte le maniere di monetizzare, ma non dobbiamo abboccare a una stupidaggine del genere. Non dobbiamo risolvere i problemi della Juventus. Il problema è che Icardi sta girando le spalle all'Inter. E' come l'ex fidanzata, che sai che prima o poi qualche problema te lo creerà. Semmai, la offro al nemico...
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