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Facchetti a Fcinter1908:”Nessun incedibile ma Eto’o-Ibra insegna.Figc? Ha già  risposto”

Sabine Bertagna

La Coppa Italia è sempre un obiettivo allettante. Soprattutto se cerchi di vincerla nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Giocandoti in questo modo la possibilità di scrivere il nome Inter su una storia che a...

La Coppa Italia è sempre un obiettivo allettante. Soprattutto se cerchi di vincerla nella ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Giocandoti in questo modo la possibilità di scrivere il nome Inter su una storia che a guardarla bene è anche nerazzurra. E intriso di frammenti nerazzurri sarà anche il libro al quale Gianfelice sta lavorando (siamo agli sgoccioli) e che uscirà a settembre. Un libro su Giacinto e sulla fedeltà ai colori nerazzurri (di quelle che non vanno più tanto di moda e proprio per questo così sorprendente), ma anche la storia di qualcosa che va oltre il calcio e i colori di una squadra. Gianfelice Facchetti ha raccontato in esclusiva a Fcinter1908.it le impressioni sulla stagione post-triplete, il punto di partenza per l'anno prossimo e quella voglia di tornare a spaccare il mondo...

La stagione, con quella finale di domenica sera che ci aspetta, è ancora aperta, ma il campionato si è chiuso ed è forse giunto il momento di tirare le prime somme di questa stagione nerazzurra...

La partita di domenica sera potrebbe essere importante vincerla sia perché si tratterebbe di un trofeo in più sia perché sarebbe significativo e bello poter scrivere il nome Inter nell'albo del 150° anno della storia d'Italia vincendo questa edizione. Credo comunque che questa stagione sia stata positiva. Si è aperta con la vittoria della Supercoppa italiana e poi in mezzo sappiamo benissimo che ci sono stati tanti infortuni e il cambio dell'allenatore. La squadra è comunque rientrata in corsa e alla fine ha pagato la stanchezza. Rimane una stagione positiva. Adesso speriamo nella finale di domenica sera...

L'anno scorso era impegnativo programmare il futuro. Con un triplete ancora fresco manacava probabilmente la lucidità adatta. Ad un anno di distanza che luce ha il futuro nerazzurro?

La miglior risposta a questa domanda sono stati i campioni arrivati a gennaio. Pazzini, Ranocchia...Quello che non era successo nell'estate successiva al triplete, per una serie di motivi tra i quali la partenza di Mourinho e la voglia di dare fiducia ad un gruppo che aveva vinto tantissimo, si è verificato quest'anno. C'è stato un ritardo nella programmazione, ma la linea della società ha trovato nel corso degli anni la sua quadratura. Non è più tempo di rifondazioni. Quelli erano anni di grossi patimenti e sofferenze. E' una cosa che succede in generale alle squadre che cambiano 7/8 giocatori e che fanno fatica ad amalgamarsi e mescolarsi bene. L'Inter ha già iniziato a pensare ad un discorso di giocatori da sostituire con innesti come quello di Ranocchia. E poi ci sono giocatori, come Obi, che con un pò più di partite nelle gambe possono prendere consapevolezza. 

Ci sarà secondo te un discorso cessioni importante?

Per quanto riguarda il mercato in generale, la sensazione è che negli ultimi anni con bilanci che dopo una stagione così così rischiano di essere in perdita e con introiti che diminuiscono in fretta, gli incedibili non esistano. Le voci che circolano ci dicono che davanti a offerte irrinunciabili un pensiero lo si fa per tutti.

Come per l'affare Ibra-Eto'o + 50 milioni?

Ibra è stato un giocatore determinante, ma aveva evidenziato dei limiti. Eto'o invece fa tutto, è un giocatore totale, un trascinatore. Non è stato un caso che dopo il suo arrivo si sia vinto tanto. E' chiaro che quando come squadra vinci tutto le singole motivazioni possono affievolirsi. Dopo un anno come questo potrebbe però ripresentarsi la voglia di spaccare di nuovo il mondo e di dimostrare a tutti che siamo ancora una realtà forte.

I cori a Eto'o, l'ennesima dimostrazione di un'ignoranza dilagante...

E' sufficiente seguire i toni della campagna elettorale che si sta svolgendo a Milano. Si evocano spettri che dimostrano come la civiltà non sia progredita in questo senso. Le categorie sociali bistrattate sono le stesse che una volta venivano rinchiuse nei campi di sterminio. E sono le stesse che ritroviamo nei cori razzisti allo stadio. In maniera trasversale, passando per tutte le tifoserie, nessuna esclusa. Sembra assurdo. Gli stessi politici fanno loro il linguaggio da stadio.

La polemica infinita sulla revoca dello scudetto richiesta dalla Juventus. La risposta stanca del presidente Moratti. Cosa possiamo aggiungere?

Nulla. Dopo 5 anni è bene che ognuno tuteli se stesso nella maniera migliore. La Federazione ha già dato una risposta in tempo reale. Ci sarebbero molte cose da dire, ma non aggiungo nulla. 

 

RINGRAZIAMO GIANFELICE PER LA DISPONIBILITA'!

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