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FCIN1908 – Botta ha detto no al Pachuca ma l’Inter lo pressa. C’è la Steaua ma…

Francesco Parrone

Ruben Botta e l’ Inter potrebbero definitivamente separarsi, ma questo non è detto che avvenga subito o tra qualche settimana. Attualmente la situazione intorno all’argentino è fatta di riflessioni e rifiuti, proprio come quello...

Ruben Botta e l' Inter potrebbero definitivamente separarsi, ma questo non è detto che avvenga subito o tra qualche settimana. Attualmente la situazione intorno all'argentino è fatta di riflessioni e rifiuti, proprio come quello rifilato ai messicani del Pachuca che avevano messo sul piatto dell' Inter circa 2mln di euro e 1,5mln a stagione di ingaggio per il giocatore.

Tutto questo finora è stato vano, Botta non ha al momento intenzione di tornare in Sudamerica e i messicani, capita la situazione, avrebbero virato su altri obiettivi, non abbandonando però del tutto la pista sul nerazzurro poichè secondo loro intuizioni, dopo il ritiro di Brunico molte cose potrebbero ancora cambiare.

La reale volontà dell'ex Tigre sarebbe quella di convincere Roberto Mancini a trattenerlo, tuttavia questa ipotesi sembra alquanto remota perchè Ausilio e il tecnico hanno già fatto sapere al ragazzo che non rientra nei loro piani. Altre piste concrete potrebbero rivelarsi dall'estEuropa, l' Anzhi voglioso di tornare a giocare nelle competizioni europee ha mostrato interesse circa un mesetto fa ma è la Steaua Bucarest che potrebbe avere la preferenza del giocatore per storia e appeal vista la presenza in competizioni come la Champions League. Il problema più grosso in questo caso è economico; i rumeni hanno sì l'intenzione di fare loro Botta ma la richiesta di prestito per un anno non convince l'Inter che in realtà vorrebbe cederlo definitivamente, e l'ingaggio molto più basso (circa 300mila euro) rispetto a quello attuale ha fatto storcere il naso anche all'attaccante.

A questo punto è ancora tutto in gioco, sarà compito del club nerazzurro quello di convincerlo all'addio, mentre Botta da parte sua dovrà capire che un altro anno tra panchina o qualche sporadica presenza rischia di cancellare definitivamente la figura di grande talento che si era costruito in Argentina e per la quale la società di Corso Vittorio Emanuele aveva puntato su di lui poco più di due anni fa.