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Giunge al nostro sito un'importante indiscrezione che smuoverebbe la vicenda legata al ricorso per abnormità presentato contro il documento del procuratore federale Stefano Palazzi. Da fonti vicinissime all'ambiente sembrerebbe infatti che il ricorso portato avanti dal Brescia attraverso il suo legale difensore Bruno Catalanotti potrebbe rischiare di essere considerato inammissibile. Le voci che ci arrivano parlano di una non legittimazione del Brescia a combattere questa battaglia in quanto società ai margini delle considerazioni prodotte da Palazzi. Questo nonostante nel documento il procuratore federale faccia chiaro riferimento a Nello Governato come al consulente del Presidente del Brescia, Luigi Corioni.
E' probabile dedurre che appellarsi alla non legittimità del Brescia come attore nella vicenda stia a significare principalmente due cose. La prima è che il ricorso presentato da Catalanotti abbia più di una buona motivazione giuridica per essere accolto e per spingere gli organi competenti ad annullare l'effetto deleterio di un'inutile indagine applicata a fatti ampiamente prescritti. E in secondo luogo che si stia cercando di annullare la forza battagliera di Catalanotti (nota a tutti in sede processuale a Napoli, soprattutto agli imputati) in una battaglia che ad occhio e croce presenterebbe tutti i presupposti per essere vinta.
In tutto questo non è estraneo il ruolo dell'Inter. A breve, mancano pochi giorni soltanto, scadrà il termine entro il quale sarà possibile presentare ricorso contro il procedimento di Palazzi. In questi giorni il silenzio nerazzurro ha fatto molto rumore. I tifosi, venuti a sapere del potente assist a disposizione di Moratti, si stanno chiedendo a gran voce perché non sia stato fatto ancora nessun passo.
Se lo sarà chiesto probabilmente anche la famiglia Facchetti che ha difeso Giacinto strenuamente in questi anni e che attraverso le parole di Barbara ha chiarito il giusto peso delle responsabilità. "Quel che è giusto tenere a mente è che lo spazio di azione principale in questa vicenda resta nelle mani dell'Inter." Giacinto Facchetti, citato in quel lungo documento per presunti illeciti sportivi, era infatti il Presidente dell'Inter.
Nel caso venisse decretata la posizione di non legittimità del Brescia, il ricorso non avrebbe seguito e tutto potrebbe cadere nel silenzio, dando ragione a chi ha urlato più forte. A chi ha saputo crearsi i giusti canali mediatici. A chi alla fine ha dimostrato di saper trarre da questo sistema il miglior risultato con la minor fatica possibile. Poco importa che a rimetterci sia qualcuno che non può più difendersi. Considerare la non revoca dello scudetto 2006 un adeguato risarcimento al processo diffamatorio messo in atto senza diritto di replica nell'ultimo mese, sarebbe davvero un gesto incomprensibile. Incomprensibile per i tifosi nerazzurri, per chi questa battaglia è pronto a combatterla ogni giorno senza arretrare di un centimetro, per chi crede che alla fine, come in ogni favola che si rispetti, a vincere debba essere sempre e solo la giustizia. Per tutti loro e soprattutto per lui. Per Giacinto, tutto questo, non avrebbe davvero nessun tipo di senso.
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