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EDITORIALE – Inter, la corsa in più è diventata corsa in meno. E su una coppia va detta la verità

La ferita del presunto 8-2 che diventa 4-4 deve sanguinare. Bisogna suturarla con fatica e risultati. Il tempo delle esibizioni è finito
Daniele Mari Direttore 
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Un pareggio che fa male. Come una sconfitta, forse anche più di una sconfitta. Forse anche più della sconfitta nel derby, ampiamente meritata. Perché se fino al 70' della partita contro i tuoi rivali di sempre, c'è aria di 8-2 e poi la partita finisce 4-4 e arrivi al 94' che sei quasi contento che sia andata così perché poteva andare peggio, allora significa che le cose che sono andate male sono tante. Troppe.

E infatti l'Inter vista contro la Juventus è stata un'Inter incomprensibile. Quattro gol arrivati da cinque tiri della Juventus ma soprattutto quattro gol letteralmente regalati.

Ci sono tante cose da rivedere in questa Inter, malgrado una fase offensiva finalmente brillante. Tante palle gol (ma tante anche sprecate) e una produzione continua ed efficace. Ma le lodi si fermano qui.

C'è un punto intorno al quale, a mio modo di vedere, ruota tutta la problematica dell'Inter 2024/2025: la corsa in più per il compagno è diventata improvvisamente corsa in meno. Atteggiamento superficiale, al limite del frivolo, quasi a voler dire al compagno "vabbè a questa palla pensaci tu". La continua ricerca dell'azione offensiva, di quella che finisce dentro gli highlights, a discapito della corsa indietro che negli highlights non finisce ma ti fa vincere le partite.

L'Inter sta scendendo in campo, in campionato, con lo spirito dell'esibizione. Quella che fai magari nelle tourneé americane. Ma neanche i Galacticos del Real Madrid dei bei tempi potevano permettersi questo atteggiamento, figuriamoci l'Inter.

La corsa in più è diventata la corsa in meno. Pancia piena? Poca fame? Scarsa brillantezza fisica? Un mix di tutte le cose, probabilmente. Molto deludente anche dal punto di vista della considerazione, alta, che ho dei giocatori dell'Inter. La pancia piena per cosa? Uno scudetto ancorché stupendo per valore e modalità di vittoria? Troppo poco per scendere in campo in modo così poco feroce.

L'Inter ricorda Rocky Balboa prima di essere allenato da Apollo Creed. Tanti autografi e campagne pubblicitarie ma poche ore in palestra. I famosi "Occhi della Tigre", quelli che mancano terribilmente a Lautaro e compagni.