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Sembrava prossimo al rientro, invece, una ricaduta, prima del derby perso dalla nostra squadra, fa slittare il ritorno in campo (si spera in Abu Dhabi) del portiere Julio Cesar. Il brasiliano ha accusato un acuirsi del precedente stiramento del bicipite femorale. Le lesioni muscolari acute sono piuttosto frequenti in tutte le discipline sportive, avendo un'incidenza del 10-30% di tutti i traumi da sport. In particolare, negli strappi e negli stiramenti vengono interessati i muscoli ischio-crurali, detti biarticolari in quanto si inseriscono sul bacino e sulla gamba, agendo di conseguenza, sia sull'anca che sul ginocchio. È proprio di questo gruppo muscolare che fa parte il bicipite femorale. Secondo vari studi medici si è giunti alla conclusione che l’infortunio più comune nel calcio è nella zona del bicipite femorale, causato principalmente dall'intensità e dalla velocità di gioco.
Ma cerchiamo di capire meglio che tipo di muscolo è e che caratteristiche ha: il bicipite femorale è un flessore del ginocchio ed un estensore dell’anca. Inoltre, come tutti gli altri flessori della gamba, impedisce, se la gamba è estesa, di forzare l’elevazione dell’arto inferiore, oppure di flettere il busto in avanti. I muscoli flessori infatti, non possono essere allungati oltre una certa misura. In pratica è il muscolo che collega la tibia al femore, consentendo di alzare la parte inferiore della gamba.Come tutti i muscoli viene comunque sollecitato anche dagli esercizi che coinvolgono il suo antagonista (il muscolo opposto), che in questo caso è il quadricipite ed è uno dei muscoli maggiormente insultati nell’ ambito sportivo generale e nel calcio in particolare. Nell’ambito calcistico i danni al bicipite femorale rappresentano il 13% di tutti i traumi e causano una perdita di lavoro pari a ben il 16% dell’allenamento totale (cit. SCIENZAESPORT).
Ma perché il bicipite femorale può considerarsi il gomito del tennista per chi di professione fa il calciatore? Innanzitutto perché è un muscolo biarticolare, (come il retto femorale) e controlla, sia l’articolazione dell’anca, che quella del ginocchio, quindi particolarmente delicato. In secondo luogo, la sua caratteristica di essere ricco di fibre a contrazione rapida costituisce un altro fattore di rischio per l‘integrità muscolare, soprattutto durante forti e violente contrazioni eccentriche. Inoltre, per sua stessa costituzione con il suo cosiddetto “capo breve”, il bicipite femorale ha una predisposizione alla lesione. Ed in ultimo, la doppia innervazione di questo tipo di muscolo può generare un tipo di contrazione vigorosa ma in coordinata e potenzialmente pericolosa per l’integrità del muscolo stesso.
Detto questo va sottolineato che i tempi di recupero per uno stiramento in genere variano dalle due alle tre settimane. È molto importante rispettare questi tempi ed effettuare le giuste cure per non incorrere in una recidiva di stiramento. Se il giocatore rientra in campo senza le giuste precauzioni e senza aver permesso al muscolo di recuperare tutte le proprie qualità in modo ottimale, ecco che il giocatore stesso potrà essere interessato dello stesso identico infortunio. Questa volta però l’entità sarà maggiore rispetto al trauma precedente in quanto il muscolo è sottoposto a due insulti meccanici e neurologici consecutivi nel giro di poco tempi. Se nel caso del primo stiramento erano necessarie due settimane di recupero, nella recidiva i tempi di recupero saranno di certo maggiori. Questo perché può capitare che il secondo infortunio non si tratti più di uno stiramento ma bensì di uno strappo (lesione di entità maggiore rispetto all’elongazione in quanto si ha la rottura di fibre muscolari che verranno sostituite con tessuto cicatriziale). Sarà inoltre necessario che il giocatore effettui con maggior attenzione la preparazione atletica mostrando più cura alla fase di stretching e di riscaldamento muscolare. Il lavoro sul campo dovrà essere ripreso in modo progressivo e graduale. Lo stretching assume un ruolo molto importante perché permette al muscolo di ritrovare l’elasticità persa durante il trauma, soprattutto per quel che riguarda la componente connettivale, che se non viene continuamente sottoposta ad allungamento perde la sua capacità elastica.
Insomma, la ricaduta del nostro portiere Julio Cesar è data da un serio stiramento (per fortuna non uno strappo) che comunque fa restare col fiato sospeso. Si allungano i tempi di recupero e restano però i dubbi sul suo impiego al Mondiale per Club. Si attendono però conferme ufficiali.
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