esclusive

Valenti a FCIN1908: “MM? Inevitabile. Tutti hanno ruolo, il suo? JZ sprecato. E WM…”

Daniele Vitiello

Un terremoto inaspettato. Massimo Moratti ha abbandonato la presidenza onoraria dell’Inter e, insieme ai suoi uomini, non farà più parte del consiglio d’amministrazione del club. La notizia, arrivata nel primo pomeriggio di ieri, ha...

Un terremoto inaspettato. Massimo Moratti ha abbandonato la presidenza onoraria dell'Inter e, insieme ai suoi uomini, non farà più parte del consiglio d'amministrazione del club. La notizia, arrivata nel primo pomeriggio di ieri, ha lasciato di stucco i tifosi della Beneamata che, seppur consapevoli del non idilliaco rapporto fra vecchia e nuova gestione, speravano che il numero uno della Saras continuasse a sostenere Erick Thohir e soci. Per capire che aria tira dopo lo scossone di ieri, in esclusiva per FcInter1908.itabbiamo intervistato Giacomo Valenti, meglio noto come "Ciccio", conduttore televisivo e grande tifoso nerazzurro: "Mi aspettavo che accadesse tutto questo. Come in tutte le situazioni di scontro, perché tale è stata, ci sono delle cause prossime e delle cause remote. Conoscendo Moratti, è impossibile che lui accettasse di essere relegato in ruolo di parafulmine o di presidente onorario. Ha sempre deciso lui, in tutto e per tutto, con le sue intuizioni, commettendo anche degli errori, ma con i suoi soldi. Nell'ultimo periodo la situazione non era più la stessa: l'Inter adesso ha una nomenclatura, un organigramma, per cui ognuno ha il suo ruolo ed era difficile capire quale potesse essere quello di Moratti. Lui prima faceva tutto, era l'Inter, sia negli anni del digiuno che in quelli del trionfo".

- Quali sono stati i motivi di questo addio?"Moratti aveva messo il colpo in canna già al termine della relazione di Boolingbroke dopo l'assemblea dei soci. Poi è arrivata quella battuta su Mazzarri, fatta a mio parere con autoironia e senza voler colpire il mister. La reazione di Mazzarri è quella di una persona che lavora tutto il giorno e che si è sentito attaccato, ma il vero nocciolo è la reazione della società, che ha fatto quadrato intorno a Mazzarri. Comunque sia, fisiologicamente Moratti non poteva essere il presidente onorario dell'Inter: è stato il factotum di questa squadra per troppo tempo e quel ruolo non faceva per lui. Non si può voler male ad una persona che ha vissuto questa esperienza da tifoso, di pancia, con tanti errori, ma con grande gioia e passione".

- Si è parlato anche di addio di Javier Zanetti..."Il vicepresidente non è quello che deve andare in Cina a fare le partite di calcio. Intanto si dovrebbe capire se all'interno della nuova organizzazione dell'Inter il vicepresidente vale più o meno del direttore generale. Che in una situazione del genere Zanetti sia in giro per il mondo a fare partite con le vecchie glorie dell'Inter a me sembra sprecato. 

- Credi che questa situazione abbia inciso anche sulla partita con il Saint Etienne?"Secondo me l'Inter è una squadra fatta con dell'usato. A parte due o tre elementi, è una squadra fatta di giovani scommesse, di parametri zero e di occasioni sul mercato. Se devo fare un viaggio o compro una macchina nuova, ed ho un tipo di risultato, oppure cerco di mettere a posto la mia ed ottengo un altro tipo di risultato. Molto dipende anche da chi ha le chiavi della cassaforte dell'Inter. Non so quanto possano spendere, ma mi permetto di dire che dal 22 maggio 2010 non ho condiviso nessuna, e dico nessuna, scelta: dai calciatori, allo staff tecnico e dirigenziale. 

- Intanto continuano imperterriti i fischi su Walter Mazzarri ad ogni uscita dell'Inter..."A volte bisogna andare direttamente al nocciolo. Branca era Branca, ma in natura non esiste: era una faccia di una gestione societaria. E lo stesso vale per Mazzarri. Il problema non è lui, ma chi gli ha concesso questa opportunità a 3,8 milioni all'anno e che ha creduto fortemente in lui. Su Mazzarri si possono dire mille cose. Sicuramente non è quello che mi ha scaldato di più, ma essendo livornese ho avuto modo di apprezzare il suo lavoro perché ha portato la squadra del mio paese dalla Serie B alla Serie A. Non ha mai suscitato una particolare simpatia nelle piazze in cui ha allenato, ma ha sempre lavorato tanto. Il problema non è solamente l'allenatore, ma anche chi ha fatto determinate scelte, chi ha investito su determinati giovani ed ha acquistato giocatori. Di quelli che ci sono attualmente, nonostante ad alcuni mi leghi una bella amicizia, non avrei voluto vedere nessuno a Madrid".

- Come si pone il tifoso interista all'interno di un così netto ed evidente cambiamento da un'epoca all'altra?"L'ho scritto ieri su Twitter: possiamo stare degli anni a chiederci perché ciò sia avvenuto e di chi siano le colpe, mentre possiamo impiegare questo tempo per stare vicini alla squadra. Mi permetto di dire che i tifosi sono stati sempre al fianco della squadra, a prescindere dai momenti e dai risultati e di tutto questo Thohir, che è una persona intelligente, deve rendersene conto. Il patrimonio più importante sono i tifosi e all'interno dell'Inter ci deve essere gente con la pelle nerazzurra, la quale o la possiedi da sempre oppure la devi acquisire in fretta. Il rischio è di non capire bene cosa vuol dire amare quei colori e farne soltanto una questione di numeri e bilanci. Mourinho è stato uno che ha capito l'Inter immediatamente: al rientro dalla sosta natalizia dell'ultimo anno che ha allenato l'Inter, quello del Triplete, dopo salsicce, cotechini e panettoni, i nerazzurri giocavano a Verona a mezzogiorno e lui disse che quella era la partita più difficile. Soltanto un interista vero avrebbe potuto capire che quella era veramente la partita più difficile. Che tu sia allenatore, direttore generale o amministratore delegato, se non capisci la follia nerazzurra, nel bene e nel male, è impossibile che tu possa interpretare al meglio il tuo ruolo all'interno dell'Inter. Questo club ha dei tifosi che sono folli, innamorati, orgogliosi ed è quello che ho scritto all'interno del testo della mia canzone".

RINGRAZIAMO GIACOMO VALENTI PER LA GRANDE CORTESIA