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Luca Pelizzon, agente Fifa e consulente di mercato di alcuni grandi club europei, fra cui Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen, Psv Eindhoven e Anderlecht a Goal.com parla dei nuovi talenti 'Made in Belgio e Olanda' invitando i club italiani a puntare su di loro:
Luca, qual è la situazione attuale del mercato ‘mitteleuropeo’? Iniziamo dal calcio tedesco, che in questo momento mi pare attraversi un momento molto positivo:“La Bundesliga è diventata un campionato di riferimento in Europa nella sua complessità: c’è la qualità dei giocatori, la qualità del gioco che viene praticato e un sistema degli stadi all’avanguardia. Questo ha determinato che oggi gli ingaggi dei giocatori del campionato tedesco siano alti, e una maggiore resistenza dei talenti locali a lasciare la Germania. Contrariamente al passato, quando si assisteva a una migrazione dei grandi giocatori tedeschi in Serie A e negli altri grandi campionati europei, oggi invece i campioni vogliono venire a giocare in Germania e le giovani promesse la lasciano solo per giocare in un top club straniero. Se non ti chiami Milan, Inter o Juventus oggi è difficile fare affari in Germania per le squadre italiane, proprio per il livello che ha raggiunto il campionato tedesco. Quando negli anni Ottanta Rudi Voeller lasciò il Werder Brema per trasferirsi alla Roma non ci pensò due minuti, e lo stesso club tedesco con i soldi ricavati dalla sua cessione ci costruì due tribune del proprio stadio. Oggi una cosa del genere sarebbe impensabile”
Qual è il segreto di questa nuova età dell’oro del calcio tedesco?“Il segreto, oltre alla forza economica e alla qualità degli stadi, sta nel lavoro che si sta facendo con i giovani. Il dato incredibile che balza subito agli occhi è il numero di ragazzi dell’88, dell’89, del ‘90 e del ‘91 che fanno parte in pianta stabile delle prime squadre. Prendendo l’attuale classifica della Bundesliga, in ciascuna delle prime 6-7 squadre ci sono almeno 2-3 giocatori nati dall’88 in su. È evidente che rispetto all’Italia c’è una mentalità diversa. Da noi solitamente i giovani, quando pure sono si allenano con la prima squadra, mantengono l’etichetta di ‘Primavera aggregati alla prima squadra’ e servono solamente a fare numero per completare gli organici. In Germania è tutta un’altra storia, e i risultati si vedono anche a livello di Nazionale maggiore. Quella tedesca è l’unica Nazionale ad aver vinto tutte le partite di qualificazione a Euro 2012 e su 16 giocatori che fanno parte stabilmente della rosa 8 sono nati dall’88 in su. Livello economico elevato, stadi eccezionali, ingaggi alti: quello tedesco è oggi un sistema calcio che funziona molto bene”.
Come se la passa invece l’Eredivisie?“Sicuramente il livello medio del campionato olandese è più basso rispetto alla Bundesliga. Ci sono 4-5 società forti, che sono Psv Eindhoven, Ajax, Az, Twente e Feyenoord e poi le altre che potremmo definire medio-piccole. Nonostante questo però i salari dei giocatori nelle big sono abbastanza vicini a quelli dei calciatori italiani, e il calcio olandese continua ad essere un’importante vetrina di giovani talenti. Van Basten quando approdò al Milan prese uno stipendio 20 volte superiore a quello che aveva in Olanda nell’Ajax, oggi la differenza d’ingaggio, quando c’è, è davvero minima. Dalla mia esperienza posso dire che i giocatori olandesi sono un po’ il corrispettivo europeo degli argentini nel Sudamerica. Su 10 argentini che arrivano in Italia, lo dimostrano i casi di Catania e Inter, 8 riescono a far bene, mentre con i brasiliani non tutti mantengono le aspettative. Gli olandesi sono così: dove li metti a giocare riescono ad ambientarsi e a far bene, che sia in Italia piuttosto che in Spagna o in Inghilterra. Sneijder quando arrivò all’Inter dopo poco tempo fu il migliore in campo nel derby contro il Milan, ma non mi riferisco solo ai grandi campioni. Per questo quando si punta su di loro si va sul sicuro, è difficile che si sbagli. A livello di caratteristiche individuali gli olandesi sono poi generalmente più tecnici dei tedeschi”.
E di Castaignos cosa ci dici? “È un attaccante giovane che deve sicuramente crescere, ma lo considero un buon giocatore”.
Passiamo al calcio belga, che sembrerebbe in ripresa dopo un periodo di grosse difficoltà…“Il calcio belga è rimasto a livelli molto alti fino ai Mondiali di Usa 94, poi ha avuto un crollo verticale ed è sceso a livelli davvero bassissimi. Questo fino a 2-3 anni fa, quando hanno iniziato a lavorare bene sui settori giovanili. I belgi hanno detto: “Non abbiamo forza economica, per rilanciarci dobbiamo lavorare sui giovani”. E così hanno fatto. Se il campionato, a parte i grandi club come Anderlecht, Standard Liegi e Bruges non offre molto, nei settori giovanili ci sono oggi giocatori davvero molto interessanti. Il consiglio che do alle squadre italiane che vogliono puntare sul mercato belga è perciò quello di andare sui giovani fino ai 17 anni”.
Fino ai 17 anni è perciò possibile fare buoni affari in Belgio? “Sì, le inglesi in questo senso hanno indicato la via maestra, anche se alcune valutazioni sono a mio modo di vedere un tantino esagerate. Prendiamo il caso di Lukaku, grandissimo talento. Quando l’Anderlecht lo mise sul mercato chiedendo 16 milioni di euro io lo avvisai subito che a quelle cifre in Italia non ci sarebbero stati acquirenti. Il Chelsea, grazie alla grande disponibilità economica, se lo è assicurato, ma ripeto, quella cifra è per me un tantino esagerata. Stesso discorso si può fare per Eden Hazard, del Lille, che ha dimostrato in Champions di avere grandi numeri ed è seguito dall’Inter. L’attuale valutazione di fra i 20 e i 30 milioni è pompata. Ottimi affari sono stati Kompany, mio assistito e punto di forza della difesa del Manchester City, Fellaini, centrocampista classe ‘87 pagato dall’Everton 13 milioni e diventato oggi un pilastro dei Toffees, e Vermaelen, difensore centrale del 1985 che ha rinnovato con l’Arsenal ma che in estate trattammo anche con il Milan. Tutti ottimi elementi, come lo stesso Nainggolan del Cagliari. Oggi il calcio belga è sicuramente in ripresa, come dimostra la stessa Nazionale”.
Come credi che si muoveranno le squadre italiane nel mercato di gennaio? “Il Milan ha da sistemare l’attacco, e proverà a farlo magari dando attenzione al bilancio. Potrebbe arrivare qualcuno in prestito, anche se non escludo che i rossoneri decidano alla fine di fare un colpo. Per quanto riguarda l’Inter se troverà la quadratura del cerchio i giocatori ci sono. Certo, magari si potrebbe fare qualcosa in attacco: mancano i goal di Zarate e anche Milito è in difficoltà, anche se Pazzini garantirà il suo apporto consueto. A centrocampo i nerazzurri potrebbero lavorare in vista dell’anno prossimo, non è cosa da tutti i giorni trovare uno come Sneijder capace da subito di inserirsi e di essere decisivo”.
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