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Il protagonista della puntata di oggi di Drive Inter, trasmissione di Inter Channel, è Marco Andreolli.Il difensore nerazzurro ha parlato della sua avventura all'Inter, della Primavera e del suo ritorno in prima squadra.Queste le parole di Andreolli:PRIMO IMPATTO - Negli anni mi è capitato di fare questa strada. All'inizio la percorrevo nell'autobus della Primavera. Fin da piccolo sono sempre stato un grandissimo tifoso nerazzurro. Ricordo come fosse ieri la prima volta che con il bus della Primavera ho varcato i cancelli della Pinetina e ho visto la prima squadra allenarsi. E' stato un primo impatto emozionante. Qualche mese fa l'emozione è stata un po' diversa, non come il primo giorno ma quasi.SQUADRE - Non c'è una squadra in particolare che mi ha segnato, tutte le esperienze che ho fatto mi hanno lasciato qualcosa. Ho difficoltà a trovare un momento che mi ha segnato in maniera particolare nel corso della mia crescita. Sicuramente Verona ho giocato con continuità e mi sono ritagliato più spazio. Tre anni non sono pochi. Questa avventura è stata fondamentale per riuscire a ritornare all'Inter. Anche l'esperienza a Roma mi è servita. Lì c'è un ambiente particolare, non è facile da vivere per un giovane. A Roma il calcio viene prima di tutto.MAZZARRI - L'impatto è stato positivo. Dal primo giorno ha trasmesso grande voglia di ritornare a lottare. E' attento a qualsiasi cosa, cura i dettagli perché sono quelli che possono fare la differenza in campo, in una partita. Un episodio a volte determina l'andamento di una gara.GIOVANILI - Provini per l'Inter non ne ho mai fatti, sono arrivato in Primavera dagli allievi del Padova. Ho fatto la prima parte del settore giovanile da piccolino a Padova. Al secondo anno del campionato giovanile ci hanno un po' rubato la semifinale contro il Milan e ricordo ancora questo episodio. Speravo di fare il salto di qualità e fare un'esperienza del genere nel settore giovanile di una delle squadre più forti d'Italia, del mondo. In quegli anni il Padova era un po' affiliato al Milan, molti ragazzi erano stati ceduti al settore giovanile del Milan. Inaspettatamente per me invece è arrivata la chiamata dell'Inter, me lo disse mio padre sorpreso.SOGNO NEL CASSETTO - Ne ho tanti. Credo che per stare a questi livelli, continuare a starci e migliorare, ogni volta che si raggiunge l'obiettivo bisogna alzare l'asticella e immediatamente porsi un obiettivo più grande, perché quello fa lavorare ogni giorno per crescere. In questi anni il mio obiettivo era quello di tornare ad indossare questa maglia, l'ho raggiunto, ma deve essere un punto di partenza. Non ho pretese, voglio soltanto crescere insieme a questi campioni, imparare tanto e migliorarmi. RITORNO - Fin quando le cose non sono state concrete, fin quando non ho messo la firma sul contratto, per scaramanzia non ho voluto informare nessuno. Poi ho informato la mia famiglia, mia mamma, mio padre, che sono sempre stati attenti e presenti. Loro sono sempre stati informati su ciò che mi succedeva.PRESTAZIONI - Mi è capitato qualche volta di riguardare immediatamente la partita, ma generalmente non lo faccio subito. Il giorno successivo preferisco recuperare le forze fisiche e mentali. Finita una partita bisogna pensare a quella successiva. Poi si riguardano i filmati della partita per migliorare, per valutare gli aspetti positivi. Un giocatore sa quando fa bene, quando in campo ha messo tutto ciò che poteva dare. Quando le cose vanno male sono abbastanza critico.TRE PAROLE - Inter, semplicità, umiltà.
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