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Con Thohir ha grande feeling, hanno la stessa età e si vede. Angelomario Moratti è il vicepresidente dell'Inter e vi abbiamo raccontato ieri che ha anche scherzato con i cronisti a margine dell'assemblea dei soci e della conferenza stampa al Melià: "Se potrete parlare con me il lunedì? Non pensate di disturbare me - ha detto sorridendo - adesso vi tocca andare a Giacarta".
Il giovane quarantenne ha anche rilasciato altre dichiarazioni ai colleghi de Il Giorno di Milano e ha raccontato della cessione, della scelta di suo padre, del suo ruolo ed è tornato anche sugli striscioni della Nord dedicati al presidente nella gara contro il Livorno: "Sì, quello che ho visto a San Siro l’ultima volta non è piaciuto a me e, a dire il vero, neppure a mio padre. sarebbe bastato un “Grazie“, e invece la curva ha voluto aggiungere quelle parole in più che sanno di polemica. Se quello di papà è stata una scelta difficile? Ma non è triste, è una scelta condivisa in famiglia fatta per il bene dell'Inter, non ci sono stati ripensamenti, abbiamo solo cercato di capire se questa era la scelta giusta e se la cordata fosse davvero affidabile. Ci siamo fidati perché abbiamo capito di poterlo fare. Certo, dopo quasi 20 anni non è facile fare un passo indietro, ma evidentemente era arrivato il momento. Se ora mi sento più responsabile? Lo sono sempre stato, per noi l'Inter è una passione. Siamo rimasti con una quota di minoranza anche perché le garanzie con le banche sono a nome di papà. E adesso faremo un lavoro di squadra, condivideremo idee e progetti. Se sarò mai il terzo Moratti presidente dell'Inter? non lo so, non credo, adesso è presto e non ci penso. Non sono poi sicuro che sia quello che vuole la gente".
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