Alla vigilia Rafael Benitez era stato chiaro: il Twente non è squadra da prendere sotto gamba. Dopo 90' di fronte ai campioni d'Europa, il vecchio continente del pallone dovrà prenderne atto: gli olandesi, nel girone A, non reciteranno il ruolo di 'Calimerò. A scoprirlo, prima di tutti, i nerazzurri, che, esattamente come un anno fa, aprono le danze nella principale competizione europea con un pareggio, ben più scoppiettante, però, dello 0-0 contro il Barcellona. Per la sua prima uscita in Champions League, il tecnico spagnolo sceglie lo schema che ha già fatto le fortune di Mourinho, il 4-2-3-1, con Zanetti sulla fascia sinistra a completare la difesa al fianco di Lucio, Samuel e Maicon al rientro. A centrocampo la diga afro-argentina Cambiasso-Mariga e in avanti il trio Pandev-Sneijder-Etòo alle spalle del principe Milito, con licenza, per il camerunese, di tagliare con continuità verso la porta avversaria, ampliando il proprio raggio d'azione. In tribuna, invece, il romeno Chivu, indisponibile al pari di Stankovic e Tiago Motta. Davanti ai 24 mila del 'De Grolsch Veste Stadium' in festa per la prima partecipazione ai gironi di Champions e trascinati dai cori della Vak-P, la curva di casa, i ragazzi di Preud'homme, freschi campioni d'Olanda, scendono in campo senza alcun timore reverenziale, con la punta del Costarica Ruiz, 24 reti lo scorso anno, sostenuta dalle doti offensive di Chabli, Janko e De Jong. Aggressiva per vocazione ed entusiasmo, la squadra olandese parte bene: un paio di minuti e una sgroppata di Rosales regala il primo angolo della serata, un cross dalla sinistra mancato per un niente dalla testa di De Jong, il boato dello stadio incessante nel sostenere i suoi beniamini. Il pressing del Twente produce un altro paio di angoli in un amen e l'Inter, sorniona, ripaga a modo suo: serpentina di Milito, tiro che Mihaylov non trattiene e tap-in vincente di Sneijder. La rete dell'olandese e una verticalizzazione Lucio-Milito-Sneijder conclusa poco sopra la traversa sembrano disegnare una gara in discesa per i nerazzurri. Invece, sotto una pioggia incessante, i rossi di Enschede guadagnano fette di campo, e in meno di 10' confezionano il pareggio: fallo di Samuel su De Jong, punizione dal limite e Janssen con un sinistro a giro fulmina Julio Cesar. È l'inizio di un assedio al fortino nerazzurro. Prima ci prova il difensore Tiendalli; poi il solito Janssen, ancora su punizione, scalda i riflessi del portiere interista, che nulla può su una deviazione di testa, nella porta sbagliata, di Milito. Il 2-1, meritato, del Twente, segna però anche il momento del riscatto per i nerazzurri: prima Cambiasso stampa un sinistro sulla traversa olandese e poi Etòo fulmina di destro il portiere su invito di Pandev. I fuochi d'artificio del primo tempo - 4 gol in 27' - lasciano spazio nella ripresa a un gioco più che riflessivo, con ogni probabilità anche per il gran correre dei primi 45' di gioco e un comprensibile arretramento del baricentro da parte del Twente, autore di un gioco estremamente dispendioso. Con gli olandesi a tirare un pò il fiato, l'Inter controlla il gioco senza particolari problemi, mantenendo un buon possesso palla, senza però impensierire la retroguardia avversaria. Per vivacizzare un gioco non troppo brillante e ancora bisognoso di correttivi per diventare spumeggiante come Benitez vorrebbe, l'allenatore iberico prova la carta Coutinho, al posto di Pandev. Il giovane brasiliano, però, non scuote la squadra, protagonista di qualche buon spunto con Sneijder e poco più. Il ritorno dall'Olanda dopo il 2-2, strappato comunque a una squadra frizzante e ben messa in campo da Preud'homme, dovrà essere orientato da Benitez al lavoro incessante. Spostato in avanti il baricentro e messo Etòo più vicino alla porta, l'allenatore spagnolo dovrà registrare i sincronismi di squadra apparsi ancora troppo farraginosi.
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Benitez come Mourinho…inizia con un pari
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