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L'introduzione della tessera del tifoso non ha tenuto i tifosi lontani dagli stadi della Serie A, anzi. Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, archivia con soddisfazione la prima giornata del campionato. «Ancora si deve giocare Bologna-Inter, abbiamo superato la media stagionale di spettatori dello scorso anno che pure è stato molto positivo. Nella prima giornata di applicazione della tessera del tifoso non abbiamo assolutamente motivi per essere insoddisfatti. Il meccanismo è partito meglio di come sia stato descritto», dice Beretta a Radio Anch'io Sport. «Sono state consegnate 350.000 tessere e ci sono altre 100.000 richieste. Le tessere saranno nelle mani dei tifosi prima della prossima giornata di campionato. Pensiamo si possa arrivare vicino alla quota di 500.000», dice Beretta riassumendo il quadro in cifre. «Quando i tifosi per bene capiranno che questo servizio garantisce vantaggi, verrà sfatato ogni pregiudizio e finirà questa battaglia di disinformazione portata avanti da piccoli gruppi. Le polemiche si scioglieranno come neve al sole. Man mano che queste carte si riempiranno di servizi e convenzioni, il costo già basso della tessera si ridurrà verso lo zero», aggiunge. Per crescere, e garantire maggiore sicurezza, il movimento italiano ha bisogno di colmare soprattutto una lacuna. «Si gira per il mondo e si vedono gli stadi degli altri paesi. Il ministro Maroni ha evidenziato che impianti di nuova generazione siano fondamentali per aumentare i livelli di sicurezza. È altrettanto importante che tali stadi vengano poi gestiti dalle società e siano utilizzati 7 giorni su 7», dice Beretta.
Con le prime gare della Serie A 2010-2011 «abbiamo avuto una prima conferma, abbiamo un campionato tra i più interessanti e affascinanti del mondo, è un torneo più equilibrato di molti altri. Spesso si sottovaluta un dato molto positivo: il calcio è stato capace di crescere e promuoversi come fenomeno nazionalpopolare. Noi dobbiamo avere un obiettivo strategico, dobbiamo valorizzare il prodotto televisivo e gli stadi, fondamentali per il rapporto con i tifosi e per la scenografia», aggiunge illustrando l'agenda. «Per questo -ribadisce- gli attuali impianti sono obsoleti. Alcuni sono troppo grandi e offrono pochissimi servizi. Abbiamo bisogno di strutture più dimensionate, con spettatori più vicini al campo». L'estate 2010 è stata caratterizzata dalle tensioni tra la Lega di Serie A e, dall'altro lato, Figc e Associazione calciatori (Aic). I club non hanno affatto gradito il provvedimento con cui la federazione ha deciso di ridurre da 2 a 1 il numero degli extracomunitari tesserabili. «Sono stati creati problemi alle società ed è stato introdotto un metodo su cui bisogna riflettere. La Lega di A ha bisogno di spazi maggiori di autodeterminazione e autonomia, va coinvolta in maniera più rilevante nella costruzione del calcio futuro -dice Beretta-. Oggi la Lega ha bisogno di rispondere con rapidità e capacità progettuale nell'ambito della concorrenza con gli altri paesi. Si può cambiare e si deve cambiare in meglio».
Lo stesso discorso vale per i rapporti con l'Aic, con cui la Lega sta discutendo diversi temi, a partire dal contratto collettivo. «Francamente, ritengo che l'idea dello sciopero» dei giocatori «sia molto vecchia in una realtà come questa, di grande privilegio. Con l'Assocalciatori ci rivedremo presto, si deve guardare al futuro con maggiore fiducia e spirito costruttivo. Sappiamo, ad ogni modo, che servono cambiamenti». Una battuta, infine, sulla decisione adottata dal Bologna: il tecnico Franco Colomba è stato esonerato prima dell'inizio del torneo. «Ogni società conosce la propria realtà e si organizza nel rispetto di regole e accordi sottoscritti», dice Beretta.
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