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Bergomi: “Cassano sprecato, Palacio unico vice Milito. E Cou…”

Francesco Parrone

Dalle pagine de La Gazzetta dello Sport odierna, l’ex capitano e difensore nerazzurro Beppe Bergomi fa un’analisi tecnico-tattica sull’Inter di Andrea Stramaccioni: Per l’Inter inizia un tour de force di sette gare in appena 22...

Dalle pagine de La Gazzetta dello Sport odierna, l'ex capitano e difensore nerazzurro Beppe Bergomi fa un'analisi tecnico-tattica sull'Inter di Andrea Stramaccioni: Per l’Inter inizia un tour de force di sette gare in appena 22 giorni e diventerà fondamentale dosare uomini ed energie. Ora che ha recuperato alcuni lungodegenti, Stramaccioni ha la possibilità di scegliere. Teoricamente l’unico uomo senza una vera alternativa è Diego Milito. Credo che in rosa ci sia un solo elemento in grado di giocare da prima punta quando il Principe dovrà rifiatare: Rodrigo Palacio. L’anno scorso nel Genoa l’argentino ha dimostrato di sapersi muovere anche da riferimento centrale, sapendo fare reparto e vedendo la porta. Certo, Palacio è meno bravo di Milito nel difendere il pallone e andare incontro al compagno, ma attacca bene gli spazi e può concludere con entrambi i piedi. Si tratterebbe ovviamente di giocare in un modo un po’ diverso.

Sono invece più scettico sulla soluzione Cassano. L’ex Milan avrebbe dato la sua disponibilità a giocare anche da prima punta, ma qualsiasi calciatore pur di scendere in campo si direbbe pronto a coprire ruoli non suoi. Cassano ha tecnica e forza fisica nella parte inferiore per difendere palla e far salire i compagni, ma andrebbe persa la sua capacità di dettare l’ultimo passaggio. Sarebbe insomma una soluzione temporanea. Premesso che con la rinuncia a Pazzini non c’è in rosa un vero ariete che domini sui palloni alti, per l’attacco nerazzurro possono essere molto utili anche due giovani come Alvarez e Coutinho. Anche se su entrambi ho qualche dubbio. L’argentino è l’unico mancino tra i giocatori offensivi a disposizione di Stramaccioni. Quindi preferisce partire da destra, laddove Sneijder, Palacio e lo stesso Cassano amano allargarsi dall’altra parte.

Sfumati gli acquisti di Lavezzi e Lucas, manca un elemento che salti l’uomo e vada sul fondo a crossare, quindi gli esterni prendono palla per scambiare con la punta, accentrarsi e cercare la conclusione. Alvarez ha un buon cambio di passo palla al piede, meno senza palla. Però ricordo che una delle sue migliori prestazioni della scorsa stagione arrivò a Udine, quando giocò con Sneijder alle spalle di Milito. Più improbabile che Stramaccioni torni al 4-2-3-1. Ci ha provato questa estate, ma non credo abbia gli interpreti giusti in mezzo al campo per garantire gli equilibri ed escludo che Palacio a 30 anni possa ancora coprire tutta la fascia. Quanto a Coutinho, può giocare dietro a una punta e largo a sinistra. Lo vedo meno bene a destra. Credo che il brasiliano sia il migliore dei suoi nell’uno contro uno sul breve, ma nel campionato italiano la fisicità è troppo importante e a lui mancano chili e centimetri. L’idea che mi dà è di essere un giocatore buono da inserire se l’Inter è passata in vantaggio e può giocare sulle ripartenze. Lì può anche segnare e chiudere la partita, come successo a Pescara. Non lo vedo invece come uomo che ribalta una sfida se sei in svantaggio. Vedi la Roma. E poi non mi torna il fatto che ogni anno i nerazzurri dicano di avere grande fiducia in lui ma poi comprano gli Zarate, Forlan, Palacio e Cassano che finiscono inevitabilmente col togliergli spazio.